Fratelli accusati dell’omicidio del padre, il maggiore rivela le violenze ai danni della madre
I dissapori familiari sarebbero emersi anche in occasione dei funerali. Sui manifesti funebri, compariva, il solo nome di una figlia ma non della moglie e degli altri 3 figli dell'uomo
BOVALINO (RC) – Dissidi e contrasti familiari sarebbero alla base del delitto e rappresenterebbero il movente dell’omicidio di Francesco Marando, l’ex commerciante di San Luca, di 54 anni, ucciso l’11 gennaio scorso a Bovalino. Stamattina per il delitto sono stati sottoposti a fermo, due dei figli dell’uomo: Giuseppe di 21 anni ed un sedicenne.
A riferire dei contrasti, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato proprio Giuseppe nell’interrogatorio in cui ha confessato il delitto permettendo anche il ritrovamento della pistola usata. Il giovane avrebbe anche raccontato ai carabinieri di episodi di violenza ad opera del padre nei loro confronti e della madre. La coppia era in una fase di separazione e Marando non viveva nell’edificio in cui è stato trovato cadavere, ma andava spesso a trovare i figli.
Dissapori in famiglia dunque, emersi anche in occasione dei funerali dell’uomo, celebrati sabato scorso. Nell’occasione, sui manifesti funebri, era comparso oltre ai nomi dei familiari della vittima, il solo nome di una figlia, ma non della moglie e degli altri tre figli dell’uomo.
Le indagini dei carabinieri di Locri proseguono, per stabilire esattamente quale sia stato il movente del delitto. Intanto, entro 48 ore, i due fratelli, assistiti dagli avvocati Enzo Nobile e Piermassimo Marrapodi, dovranno essere sentiti dal gip, rispettivamente del Tribunale di Locri e del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, nell’udienza di convalida.