“La Regione Calabria dimentica l’indennità di pronto soccorso ai medici”

La denuncia del sindacato Cisl medici: "Non ci si può lamentare di non trovare sanitari o che i concorsi per l'emergenza urgenza vadano deserti, senza incentivi"

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COSENZA – La sanità calabrese è in affanno e la carenza di personale soprattutto nel settore dell’emergenza urgenza è uno dei fattori riconosciuti da tutti. Rendere più attrattivo il lavoro nei reparti di pronto soccorso dovrebbe essere un obiettivo preminente delle Regioni, anche attraverso il riconoscimento delle indennità che il contratto nazionale di lavoro ha stabilito. Malgrado ciò la Regione Calabria non ha ancora riconosciuto i diritti dei professionisti che lavorano nei Pronto Soccorso e, perfino, le previsioni normative con cui si devono utilizzare i finanziamenti vincolati dalla Legge 145/2018 e dalla Legge 234/2021″. La denuncia arriva da Cisl medici.

Con quest’ultima norma è stata prevista una specifica indennità di natura accessoria da riconoscere a decorrere dal 1gennaio 2022 finanziata per 27 mln di euro ed integrata con decorrenza 2024 per ulteriori 60 mln di euro, mentre per il 2025 la Legge di Bilancio ha rifinanziato l’indennità con un incremento di risorse pari a 50 milioni di cui 15 per la dirigenza medica.

La Calabria ha accantonato solo per il 2023 la somma di un milione e 700 mila euro circa per la dirigenza, come si rileva dal verbale del tavolo interministeriale ex Adduce dell’11 aprile 2024, senza però distribuirli alle varie Aziende sanitarie, mentre non si hanno informazioni sul 2024. Infatti, le risorse di pertinenza di ciascuna Regione, da ripartire a tutte le Aziende Sanitarie previo confronto a livello regionale con le OO.SS., sono destinate al fondo per la retribuzione delle condizioni di lavoro. In Calabria, in assenza delle linee generali di indirizzo redatte in seguito all’accordo con le OO.SS., non sono state distribuite.

Non è dato sapere se il necessario confronto regionale sulla materia non si tiene per l’inefficienza ed insipienza degli uffici regionali o perché le risorse sono state “distratte” per altri scopi. Certamente non ci si può lamentare di non trovare sanitari o che i concorsi per l’emergenza urgenza vadano deserti, se poi i medici in servizio vengono bistrattati e demotivati dall’assenza di incentivi per il disagio lavorativo caratterizzato da turni massacranti, carichi di lavoro sempre più pesanti, responsabilità gravose ed un’esposizione continua a stress e rischi, come le possibili aggressioni. Se non si agisce rapidamente si rischia di perdere professionalità preziose, costruite con anni di esperienza sul campo, a causa delle precarie condizioni lavorative. Altre Regioni hanno stanziato risorse – oltre quelle governative – ed hanno riconosciuto dignità e ristorato il disagio lavorativo dei medici di pronto soccorso. La Regione Calabria …. TACE!”.

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