Mense scolastiche: menu più sani e sostenibili, ma la metà dei pasti (e soldi) finisce nella spazzatura
Più legumi e cibo locale, ma il 60% dei bambini mangia la metà del pasto, mentre il 34% addirittura meno della metà con i genitori che buttano via la metà della tariffa che pagano. Troppe merende la mattina e il pomeriggio fanno saltare ai bambini i due fondamentali pasti giornalieri
COSENZA – Migliora nel 44% delle mense scolastiche il pasto consumato dai bambini, ma peggiora il loro atteggiamento rispetto al cibo visto che la metà dei pasti, e di conseguenza la tariffa pagata dai genitori, finisce nella spazzatura. È quanto emerge dal 9° Rating dei menu scolastici presentato alla Camera e pubblicato da Foodinsider, che ogni anno monitora lo stato del servizio su un campione rappresentativo di circa un terzo delle mense italiane. I dati 2023/24 sono messi a confronto con quelli degli ultimi 5 anni, dimostrando come i Comuni che applicano la legge dei Cam, Criteri ambientali minimi in vigore dall’agosto 2020, rendendo i menu più sani e sostenibili, con maggiore varietà di alimenti, più biologico e legumi ma anche più prodotti locali, abbia una qualità e un impatto importantissimo sui menu.
Ancora troppa plastica nelle monoporzioni
Ma sono sempre di più gli alunni che hanno paura di assaggiare piatti nuovi o cibo che non conoscono e cercano rifugio nella pasta in bianco e nel pane. Per questo è importante a casa far provare cibi nuovi che i bimbi non conoscono. C’è ancora troppa plastica nelle monoporzioni di budini e yogurt ma anche nelle stoviglie, anche se ci sono alcune città che spingono sempre più le famiglie a far portare a scuola stoviglie lavabili da casa.
Troppe merende: solo il 5% dei bambini consuma tutto il pasto
C’è una vera e propria involuzione nei consumi con un dato drammatico che ci arriva dagli insegnanti. Se nel 2020 i bambini mangiavano di più, oggi lo fanno molto di meno. Questa percezione c’era già lo scorso anno ma quest’anno lo è ancora di più, e il dato peggiora di anno in anno. Il 60% dei bambini mangia la metà del pasto, mentre il 34% addirittura meno della metà. Quindi la percentuale di chi consuma tutto il pasto è davvero bassissima. Questo significa molti bimbi a digiuno o quasi, ma anche che i genitori buttano via la metà della tariffa che pagano.
C’è poi un altro aspetto molto critico che è l’anticamera dell’obesità e che riguarda la sfiducia che molte famiglie hanno verso la mensa: i genitori danno una grande merenda ai bambini per metà mattina. I bambini si ingozzano di merenda, saltano il pasto e poi, uscendo alle 16:00 si ingozzano nuovamente di merenda saltando anche la cena. Quindi due pasti fondamentali diventano la merenda di mattina e pomeriggio e questa è l’anticamera dell’obesità. Occorre ricostruire fiducia nella qualità del pasto e costruire una mensa di qualità.
Mense scolastiche: capire cosa mangiano i bambini e cosa no
Secondo l’indagine, il 29,5% dei menu rimane stabile mentre nel 20% cala la qualità, il miglioramento con il cibo locale è significativo soprattutto in quei Comuni che hanno rinnovato le gare d’appalto per le mense. Quanto agli aspetti negativi, continua l’ascesa del cibo processato e delle carni conservate e diminuisce la percentuale di pasto effettivamente consumata. I maggiori consumi si registrano nelle scuole che fanno educazione alimentare, con cucine interne, dove i bambini hanno a disposizione più tempo per il pranzo, dove i refettori sono meno rumorosi e dove la frutta è servita a metà mattina anziché a fine pasto.
L’importanza del pane e le mense sostenibili
Il Report dedica un focus speciale al pane. “Nonostante si trovino ancora panini plastificati singolarmente e fatti con farine raffinate 00 – afferma la vice presidente di Foodinsider Francesca Rocchi – sono emerse realtà che offrono più forme e varietà di pane, anche integrale o fatto con farina di tipo 2, altre che privilegiano i grani antichi o che ricostruiscono le filiere locali, dal grano fino al mulino e al panificio del territorio”. Diverse, infine, le best practice che puntano verso una mensa sostenibile. Dai progetti europei Horizon alle attività delle agenzie regionali per lo sviluppo dell’agricoltura, alle azioni della società civile che a Roma è rappresentata dal Consiglio del Cibo, da cui è nata la proposta di introdurre, una volta al mese, un pasto completamente vegetale per ridurre le emissioni.
“Con più di 2 milioni di pasti al giorno, le mense scolastiche, oltre a essere un servizio fondamentale che nutre le future generazioni, possono dare un grande impulso al settore dell’Agrifood”, ha affermato il deputato Claudio Mancini “per questo dobbiamo trovare la strada che consenta ai Comuni di diventare strumento di sviluppo del territorio in chiave sostenibile, attraverso la ristorazione scolastica’. I primi 10 Comuni classificati e le realtà nonché i soggetti meritevoli di menzione per avere attivato processi di transizione verso una mensa sostenibile saranno premiati a marzo 2025, sempre a Roma, in occasione del Summit sulla mensa scolastica organizzato da Foodinsider.