‘Ndrangheta a San Siro, inchiesta sugli ultrà: in curva Nord la svolta da “spacchioso calabrotto”
Emergono nuovi dettagli sull'inchiesta di polizia e guardia di finanza che ha scoperchiato un vaso di pandora negli affari 'sporchi' delle curve di Inter e Milan
MILANO – Emergono nuovi dettagli sull’inchiesta di polizia e guardia di finanza che ha scoperchiato un vaso di pandora negli affari ‘sporchi’ delle curve di Inter e Milan in cui sono emerse infiltrazioni della ‘ndrangheta. Stando alle indagini della Squadra Mobile il 12 novembre del 2022, qualche settimana dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, capo storico della Nord dell’Inter, “si è avuto percezione dei cambiamenti in corso” nell’ambiente quando le intercettazioni fecero scoprire “la comparsa sulla scena di un soggetto, di origini calabresi, definito “spacchioso (arrogante ndr) calabrotto”.
Si trattava di Antonio Bellocco, ucciso nelle settimane scorse da Andrea Beretta, tra i leader della Nord. Per gli investigatori, “la presenza di soggetti di origine calabrese fu percepita” dal gruppo degli Irriducibili “come un chiaro segnale della volontà di Beretta e Ferdico (altro arrestato ndr) di garantirsi un appoggio “esterno”, una vera e propria protezione”, e “il profilo criminale del personaggio e della famiglia rosarnese di appartenenza non poteva non essere sintomatica della possibilità che alle spalle vi fossero gli interessi della criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista”. “L’effetto intimidatorio generato nell’immaginario collettivo” dalla presenza di Bellocco è rivelato da alcune intercettazioni. Dice un irriducibile intercettato: “E’ inutile che ci diciamo cose che sappiamo entrambi ok?! ..sono entrati in cam … cioè ci sono delle situazioni che non c’entrano niente con lo stadio che però adesso c’entrano con lo stadio che hanno portato anche alle questioni del gruppo unico e noi onestamente vogliamo rimanere puri sulla visione Ultras e quindi abbiamo fatto una scelta diversa”.