In Calabria le pensioni più basse d’Italia. E 7 calabresi su 10 si dicono “pessimisti” sul proprio futuro
Oltre uno su quattro (il 26%) teme di cadere in povertà una volta uscito dal mondo del lavoro a causa di una pensione di base insufficiente
ROMA – Nonostante l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia sia a 67 anni, il livello più alto nell’Unione europea, l’età effettiva di pensionamento è ancora relativamente bassa (64,2), a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro”. È quanto si legge nel Rapporto annuale dell’Inps, riferito al 2023. l’età media al pensionamento è aumentata da 62,1 a 64,6 anni, passando da 59,5 a 61,5 anni per le pensioni anticipate e da 64,1 a 67,5 anni per quelle di vecchiaia. Inoltre, “rispetto al 2022, l’importo lordo mensile medio delle pensioni è pari a 1.373,17 registrando un aumento del 7,1% “in parte a causa della perequazione. Il numero complessivo di persone che percepiscono un reddito pensionistico si attesta a quota 16.205.319. Gli importi medi più elevati si registrano al Nord e nel Lazio, mentre i più bassi in Calabria e nel resto del Mezzogiorno.
E il futuro pensionistico preoccupa i calabresi. Solo il 10% infatti, pensa che riceverà un assegno che gli permetterà di mantenere un tenore di vita adeguato una volta uscito dal mondo del lavoro. La maggioranza (72%) si dice invece pessimista sulla possibilità di contare su una pensione di base adeguata e, di questi, il 40% teme che non avrà nemmeno una pensione o risparmi sufficienti cui attingere per integrarla. Lo evidenzia l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sara Assicurazioni.
Pensioni: le principali preoccupazioni dei calabresi
Sono al rischio di non autosufficienza e l’impossibilità di sostenere le spese (46%), il non riuscire ad aiutare la famiglia per carenza di risparmi (26%) e il dover gravare (20%) per le proprie necessità economiche. Oltre uno su quattro (26%) teme poi di cadere in povertà. Insieme alla visione del domani pensionistico, l’indagine ha fatto emergere una bassa conoscenza dell’argomento tra i calabresi. Oltre uno su due (60%), per esempio, non è in grado di definire che cosa sia la previdenza complementare, il 39% non sa che il TFR può essere versato nelle soluzioni previdenziali e il 35% non è a conoscenza dei vantaggi fiscali che queste offrono. L’89% poi non si informa sulle novità riguardanti le pensioni e la riforma del sistema previdenziale.
A fronte di questo, tuttavia, un calabrese su tre (33%) si dice interessato a valutare opzioni per rendere più sicura la condizione economica della propria vecchiaia. Questi dati sono coerenti con la volontà espressa dagli intervistati (6%) di acquisire in futuro un maggior livello di cultura previdenziale e del risparmio e di rivolgersi a consulenti qualificati per le proprie decisioni di investimento. Tra le soluzioni cui guarderebbero per integrare la pensione ci sono i piani individuali pensionistici assicurativi (28%), i fondi pensioni aperti o negoziali (26%) e i conti deposito (24%). Il 16% investirebbe sul mercato finanziario e il 13% in polizze vita.
“Poter disporre di una rendita integrativa alla pensione di base è oggi quanto mai importante, e lo sarà sempre di più in futuro, considerata la ridotta capacità del welfare pubblico di consentire a chi conclude la carriera lavorativa di mantenere un tenore di vita adeguato – dichiara Emiliano De Salazar, Direttore Vita di Sara Vita – Le soluzioni assicurative offrono la possibilità di rendere più sicura la condizione economica della propria vecchiaia in modo flessibile, personalizzato e con importanti vantaggi fiscali. È importante prendere queste decisioni di investimento fin da giovani perché l’orizzonte temporale di più lungo periodo offre l’opportunità di accumulare un capitale maggiore con cui affrontare in modo sereno il proprio futuro dopo la pensione”.