Poliziotto 44enne pestato a sangue dopo l’omicidio di Chimirri: “aggredito senza motivo”

Il figlio della vittima aveva preso la pistola di Sortino dopo che il poliziotto aveva raggiunto mortalmente Francesco Chimirri, tentando di sparargli quando era per terra e in ginocchio

CROTONE – Figlio, padre e due fratelli di Francesco Chimirri, il 44enne ucciso da un colpo di pistola sparato dal vice ispettore della Polizia Giuseppe Sortino – indagato per omicidio -, sono le persone arrestate stamani dai carabinieri per il pestaggio del poliziotto. L‘operazione è stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Crotone, supportati da quelli dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia. I 4 sono indagati, a vario titolo, per tentato omicidio aggravato, lesioni personali pluriaggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, porto di o oggetti atti a offendere e danneggiamento aggravato.

Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Domenico Chimirri, di 18 anni, Domenico Chimirri (67) figlio e padre della vittima, e Antonio e Mario Chimirri (41 e 36 anni), fratelli di Francesco, il 7 ottobre scorso, “senza alcun motivo, hanno proditoriamente aggredito” il poliziotto. Il vice ispettore, è la ricostruzione fatta dagli investigatori e fatta propria dalla Procura che ha chiesto e ottenuto dal gip le misure cautelari in carcere, mentre si stava recando in Questura per prendere servizio, aveva notato un’auto percorrere ad alta velocità la statale 106 e provocare due lievi collisioni con altrettanti veicoli. Sortino aveva quindi deciso di seguirla fino a via Don Giuseppe Puglisi, nel quartiere Lampanaro. Qui Sortino aveva chiesto agli occupanti dell’auto, Francesco Chimirri e il figlio, delucidazioni sul loro comportamento e di identificarsi. I due, però, secondo l’accusa, lo hanno percosso anche con lo sfollagente in dotazione individuale del poliziotto, che aveva usato “solo per difendersi dal brutale pestaggio per farli desistere”.

Grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza private, dai video realizzati da alcuni cittadini e postati su Tik Tok e dalle testimonianze di altri soggetti, gli investigatori dell’Arma avrebbero appurato che il poliziotto, prima percosso da Francesco Chimirri e dal figlio, era stato, poi raggiunto anche dagli altri tre familiari arrestati che hanno proseguito nell’aggressione, in diverse fasi, cagionandogli lesioni gravissime, che, rilevano i carabinieri, “solo per un mero caso fortuito e accidentale, non hanno condotto al suo decesso”. Il figlio della vittima, inoltre, aveva preso la pistola di Sortino dopo che il poliziotto aveva raggiunto mortalmente Francesco Chimirri, tentando di sparargli quando era per terra e in ginocchio.

Dalle indagini, sarebbe emerso che già dall’inizio della colluttazione, “provocata da due dei presunti rei”, il vice ispettore si era qualificato come un appartenente alle forze di polizia e che padre e figlio, nonostante ciò, avevano proseguito nella loro azione, “tentando finanche di ucciderlo” e danneggiando il telefono cellulare del poliziotto, dal quale, con l’ausilio di un consulente tecnico nominato dalla Procura di Crotone, sarebbero state recuperate delle fonti di prova indispensabili.

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