Ponte sullo Stretto, partono gli espropri. I residenti si oppongono: «non ce ne andiamo»

Il comitato No Ponte Calabria è pronto alla battaglia per difendere i diritti dei residenti mentre oggi è stato pubblicato l'avviso per gli espropri

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ROMA – Per la realizzazione del ponte sullo Stretto “oggi è stato pubblicato sui quotidiani nazionali e territoriali l’avviso di avvio del procedimento relativo agli espropri che consentirà a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione e formulare eventuali osservazioni, a tal fine la società Stretto di Messina ha aperto sportelli informativi sia a Messina che a Villa San Giovanni e a decorrere dall’8 aprile e per la durata di due mesi fornirà supporto e assistenza”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al question time, aggiungendo che “è stata anche indetta e convocata per il 16 aprile la Conferenza dei Servizi”.

Espropri per il Ponte sullo Stretto, i residenti: “non ce ne andiamo”

“Non me ne vado, ma nemmeno per idea”

: Mariolina De Francesco, che sarà espropriata della casa nella quale con marito e figlie ha vissuto per 23 anni sulla sponda messinese dove dovrebbe sorgere un pilone del ponte sullo Stretto è battagliera e ribadisce: “se la mia casa la dovessi cedere per un ospedale oncologico per i bambini la cederei, ma non per una cosa inutile come questa”. E se il ponte si dovesse comunque fare? “Vivremmo per anni in mezzo ai cantieri in Calabria e in Sicilia. Ma non solo: lo Stretto di Messina non si deve toccare; come ha detto il National Geographic nel settembre del 2022 la spiaggia di capo Peloro è la più bella spiaggia italiana dal punto di vista naturalistico. L’articolo 9 della Costituzione dice che le zone ricche di biodiversià e pregio naturalistico sono intoccabili. E la regione Sicilia nel 2001 ha fatto decreto nel quale dice che la zona di capo Peloro è zona di pregio che va salvaguardata. La stessa regione che ora gli da i miliardi…”

No Ponte Calabria: “lotteremo contro gli espropri”

“L’incontro organizzato dalla Rete No Ponte – Calabria, previsto per venerdì 5 aprile alle 17,30 presso il Teatro Primo di Villa San Giovanni (Via delle Filande, 29) – punta a unire le diverse prospettive di opposizione al Ponte e a costruire un percorso partecipato di resistenza civile alla svendita dei nostri territori. Per questi motivi, l’evento di venerdì rappresenta una tappa molto importante nella mobilitazione collettiva contro il progetto di costruzione dell’opera”. Lo dichiara in una nota la Rete Non Ponte – Calabria.

“L’arroganza di coloro che si ritengono i padroni dello Stretto non manca di ulteriori conferme: pur in assenza di un progetto esecutivo la strada degli espropri prosegue a spron battuto e proprio in questi giorni è stato pubblicato l’avviso di avvio del procedimento volto all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e alla dichiarazione di pubblica utilità, che sarà sancita solo qualora vi sia l’approvazione del progetto definitivo da parte del Ministero dell’Ambiente e del CIPESS.

È chiaro che a questo punto, di fronte alla tracotanza di un governo che continua imperterrito sulla sua strada nonostante le ormai note 68 criticità formulate dallo stesso comitato scientifico della Stretto di Messina (che senza cantieri in un solo anno ha già speso 4 milioni di euro in contratti esterni), dopo aver scippato le regioni meridionali di 2,5 miliardi di euro dei fondi previsti per la perequazione delle infrastrutture e prosciugato il Fondo di Coesione e Sviluppo di Sicilia e Calabria dirottandone le risorse in entrambi i casi sulla costruzione della mega-opera (mentre l’autonomia differenziata, ovvero la discriminazione territoriale del Sud diventa legge di Stato), è arrivato il momento di intensificare le azioni di protesta contro lo scempio e l’impoverimento dei nostri territori.

Deturpare un ecosistema meraviglioso e fragile con cantieri perenni, inquinamento e stravolgimento urbanistico (e ciò vale soprattutto per Villa San Giovanni, su cui la cantierizzazione si abbatterà totalmente) per un’opera priva di qualsivoglia utilità per i cittadini di Calabria e Sicilia rappresenta un atto di violenza coloniale contro la regione dello Stretto, i cui cittadini – come gli espropriandi e le espropriande – si sono visti da un giorno all’altro costretti a lottare per non vedere distrutte la propria casa, le proprie storie di vita, i sacrifici di chi ha investito un’esistenza qui, a Villa come a Messina, invece di emigrare.

È per il territorio e i suoi abitanti – precisa la nota – che venerdì ragioneremo insieme intorno alle strategie più efficaci per contrastare concretamente il Ponte, a partire dall’analisi e dalle proposte ingegneristiche dei professori Alberto Ziparo e Antonio Gattuso e dalle considerazioni giuridiche di Aura Notarianni, che nelle scorse settimane ha lanciato l’idea di una class action da parte dei cittadini che subiranno l’aggressione dei partiti di governo, a caccia di voti per le prossime elezioni europee.

Oltre ai pareri tecnici e alle visioni di sviluppo alternativo e sostenibile, però, è necessaria una consapevolezza condivisa e collettiva che porti tutte e tutti a intraprendere un percorso di mobilitazione più ampio e duraturo: Ciucci, Salvini e compagnia cantante non devono pensare che in Calabria (o in Sicilia) non ci opporremo alla devastazione dello Stretto. L’appuntamento, aperto a tutta la cittadinanza e a tutte le organizzazioni che si riconoscono in questa battaglia per il futuro dei nostri territori, è a venerdì, per decidere insieme come proseguire con efficacia e determinazione questo percorso di mobilitazione”.

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