Rendiconto sociale Inps: a Cosenza aumenta la disoccupazione, il doppio rispetto alla media nazionale
Dal rendiconto sociale dell'Inps di Cosenza, luci e ombre. Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,6% del 2022 al 17,5% del 2023
COSENZA – In provincia di Cosenza solo un quinto dei contratti è a tempo indeterminato e solo il 44% dei lavori è stabile (contro una media nazionale del 61%). Sono 42mila i disoccupati; una percentuale del 17,5% che supera del doppio il 7,7% nazionale e anche il dato regionale, 15,9%. Per Fausto Orsomarso responsabile del Comparto Credito per il Dipartimento nazionale Economia di FdI emergono “luci e ombre dalla lettura del Rendiconto Sociale Inps di Cosenza, che ci invita ad un’attenzione marcata in particolare su 3 nodi centrali: calo demografico che incide negativamente sullo spopolamento delle aree interne, alta percentuale di disoccupazione e con significativa incidenza nel mondo femminile, emigrazione giovanile terminati i percorsi di alta formazione non spendibili in contesti di provenienza”.
“Su queste criticità – aggiunge il senatore Orsomarso – devono riflettere, certamente, la politica e le istituzioni in sinergia con le forze sociali e imprenditoriali. Il confronto che auspico e di cui mi farò promotore, però dovrà avere ricadute concrete per contrastare gli effetti negativi di questi punti di debolezza”.
Numeri contraddittori
“Accanto ad elementi di criticità, noto ‘contraddittorietà’ di numeri e percentuali concernenti occupazione-disoccupazione – spiega Orsomarso – e segmentazione del mercato del lavoro. Accenno solo al saldo netto occupazionale positivo, nel 2023 sia di italiani che immigrati, dovuto maggiori assunzioni, però a tempo determinato e stagionali, col calo di quelle a tempo indeterminato. Così come in Provincia di Cosenza c’è aumento di disoccupazione (42 mila disoccupati, 17,5% rispetto al 7,7 nazionale ed al 15,9 regionale)) a fronte però della riduzione del tasso di Inattività”.
Per il parlamentare “i freddi numeri indicano che vi è una ‘base imprenditoriale‘ composta da oltre 12 mila artigiani, oltre 22 mila commercianti, 3.670 lavoratori autonomi in agricoltura, 7600 in gestione separata; mentre i dipendenti sono quasi 175 mila di cui quasi 41 mila pubblici, oltre 100 mila nel privato, 30 mila in agricoltura e quasi 4 mila nel lavoro domestico”.
“Segnali favorevoli”
“L’aspettativa di vita alla nascita presenta un andamento positivo durante l’arco temporale in esame, il valore del patrimonio immobiliare da reddito in provincia risulta invariato nel biennio 2021-2022 ma cresce nel 2023. Constato il contraltare coi dati macroeconomici nazionali: nuova occupazione stabile, domanda di lavoro delle imprese di Sud e Isole (+69mila nell’ultimo trimestre) e, soprattutto del Pil a Sud che, dopo un 2023 positivo (Pil +1,3% rispetto al +0,9% dell’Italia), si conferma in crescita anche nel 2024. Quindi, in una stagione di riforme e investimenti”.
“La Calabria – sottolinea l’esponente di Fratelli d’Italia – deve accodarsi al ‘treno dello sviluppo’ modificando vecchie abitudini che incidono sul piano antropologico e, soprattutto di nuova governance che voglia e possa assumersi responsabilità, con competenza e meno piagnisteo (caso Baker Hughes bloccata negli investimenti sullo Ionio, è emblematico per miopia gestionale). Concludo, ricordando la misura decisa nelle scorse settimane, su proposta di colleghi parlamentari e mia, che avrà valenza positiva ‘nell’irrobustire’ la presenza delle Istituzioni ed una maggior efficacia di intervento, potenziando la capacità gestionale-organizzativa e gli investimenti produttivi: le assunzioni di tecnici nei Comuni del Sud per attuare i progetti del Pnrr. Nonché, per rimanere in tema, le future assunzioni di migliaia di medici ed altro personale proprio dell’Inps”.