Sbarcati 75 migranti a Vibo, un ragazzo di Gaza racconta «ho visto troppi bambini morire»

Concluso a Vibo lo sbarco dei 75 naufraghi. La straziante testimonianza di un ragazzo palestinese a bordo «morti troppi bambini e persone innocenti. La mia terra non la dimenticherò mai». Intanto a Reggio è arrivata la nave Geo Barents con 83 migranti a bordo

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VIBO VALENTIA – E’ un ragazzo palestinese, arriva da Gaza, ed è uno dei 75 migranti sbarcati stamattina nel porto di Vibo Valentia dalla nave Life Support di Emergency dopo essere stato tratto in salvo, nelle acque internazionali della zona Sar maltese. Le sue parole sono state diffuse da Emergency. I naufraghi erano stati portati in salvo in due diversi interventi realizzati al mattino e nel primo pomeriggio di giovedì 28 novembre, nelle acque internazionali della zona Sar maltese.

“La terza volta che ho provato a fare il viaggio, cioè pochi giorni fa, non volevo partire perché ho visto che si sarebbero imbarcate delle donne e dei bambini: ho visto troppe persone innocenti morire a Gaza e non volevo vedere altri bambini morire davanti a me in mare”. “Alla fine – ha aggiunto – sono salito ma prevedevo il peggio, non pensavo che sarei stato soccorso. Gaza per me non è solo un nome, un luogo, è dove c’è la mia infanzia e la mia famiglia, la mia terra, non la dimenticherò mai. Ora vorrei solo riuscire a raggiungere mio fratello in Belgio per iniziare a lavorare e mandare dei soldi alla mia famiglia che non ha più nulla, per provare a far fuggire anche loro da Gaza”.

Vengo dalla città vecchia di Gaza – ha raccontato – sono riuscito a fuggire in Egitto passando da Rafah e dal Sinai. Non sapevo ancora dove andare, sapevo solo che dovevo andarmene da Gaza dopo che mio padre è morto nell’ottobre del 2023. Per quattro mesi sono stato al Cairo, dove avevo studiato all’università. Da lì ho preso un aereo per Bengasi, perché per fortuna avevo un passaporto che mi ha permesso di non passare dal deserto. Mi era stato detto che se fossi andato in Libia con il mio passaporto palestinese avrei potuto prendere un visto per andare in Turchia e da lì raggiungere mio fratello in Belgio, ma poi la richiesta del visto è stata rifiutata dalla Turchia. Anche altri paesi, come Irlanda e Olanda, hanno rifiutato il visto quindi sono stato costretto ad attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa”. “Da Tripoli – ha detto il ragazzo – ho provato altre due volte, ma in entrambi i casi siamo stati intercettati dai libici, riportati indietro e imprigionati”.

Lo sbarco, ha commentato Domenico Pugliese, comandante della Life Support, “si è svolto regolarmente e con il supporto delle autorità locali. È stata la prima volta a Vibo Valentia, finalmente le autorità ci hanno assegnato un porto non lontano dalla zona operativa. Ora ci prepariamo per una nuova missione nel Mediterraneo centrale”. “Sia dopo il soccorso che durante la navigazione fino a Vibo Valentia – aggiunge Elena Mari, dottoressa a bordo della Life Support – abbiamo monitorato le condizioni di salute delle persone soccorse. A eccezione di alcuni casi di mal di mare, disidratazione e lesioni cutanee, tutti erano in condizioni stabili”.

“Un ragazzo eritreo, scappato dal suo paese per non essere arruolato nell’esercito e non prendere parte al conflitto in corso – dice Chiara Picciocchi, mediatrice culturale a bordo della nave – ci ha raccontato che ha tentato la traversata del Mediterraneo quattro volte . In uno di questi tentativi la barca su cui viaggiava si è capovolta e lui si è salvato solo perché è riuscito a tornare a nuoto in Libia, dove però è stato costretto a vivere un altro anno. Sogna di andare in nord Europa e costruirsi una vita migliore”. 

Con questo sbarco la Life Support conclude la sua 27/a missione nel Mediterraneo centrale. La nave Sar di EMERGENCY opera in questa regione dal dicembre 2022 e finora ha soccorso un totale di 2.417 persone. 

LifeSupportEmergency

A Reggio arrivata la nave Geo Barents con 83 migranti a bordo

Donne e bambini riportati con la forza in Libia

È arrivata a Reggio Calabria la Geo Barents con a bordo 83 uomini e minori non accompagnati. Inizialmente, alla nave di ricerca e soccorso di “Medici senza Frontiere” era stato assegnato prima il porto di Brindisi e poi quello di Crotone ma, a causa del maltempo e delle precarie condizioni del mare, ieri sera è stata dirottata a Reggio Calabria dove tra poco i migranti sbarcheranno sul molo di ponente.

Soccorsi in acque internazionali mentre il gommone stava affondando, all’equipe di Msf i migranti hanno riferito di essere stati intercettati da milizie libiche che li hanno minacciati con le armi sparando alcuni colpi in aria e facendo cadere una settantina di persone in mare. Tutti sono stati salvati dai volontari di Medici senza frontiere mentre i sedicenti agenti della guardia costiera libica si sono allontanati velocemente dalla scena portando con loro 29 donne e bambini che si trovavano sullo stesso gommone. Riportati con la forza in Libia, dove avevano già subito violenze, torture e abusi, tra questi ci sono anche mogli e figli dei migranti che oggi sono arrivati in Italia.

Ieri Mara Eliana Tunno, la psicologa di Medici senza frontiere a bordo della “Geo Barents”, ha raccontato che i migranti salvati sono sotto shock e che chiedono di essere ricongiunti con le loro famiglie. Uno di loro voleva buttarsi a mare per recuperare sua moglie e i figli di 4 mesi e 10 anni. Al momento alla Prefettura, che sta coordinando le operazioni di prima accoglienza, non sono state segnalate particolati situazioni di criticità dal punto di vista sanitario ma ovviamente gli 83 migranti riceveranno le prime cure appena sbarcati. Subito dopo, verranno sistemati nelle due tensostrutture allestite al porto di Reggio Calabria e gestite dalla Croce rossa e dalle altre associazioni di volontari in attesa di essere trasferiti in altri centri di accoglienza in base al riparto che stabilirà il ministero dell’Interno.

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