Taglio guardie mediche: Uil «impatto devastante per le aree interne e le fasce deboli»

"La Calabria è in perenne sofferenza anche per quanto riguarda la dotazione dei medici di famiglia e nel 2026 saranno 135 in meno"

CATANZARO – “Il paventato taglio delle guardie mediche rappresenta, se realmente concretizzato, un provvedimento che rischia di compromettere ulteriormente il già fragile sistema sanitario delle aree interne e di colpire duramente le fasce più deboli della nostra popolazione”. E’ quanto affermano Mariaelena Senese segretaria generale Uil Calabria e Walter Bloise segretario generale Uil Fpl. “Non possiamo accettare che decisioni di tale portata vengano prese senza un confronto con le parti sociali e senza considerare l’impatto devastante che avranno sui cittadini”.

“I territori più isolati, che già soffrono di carenze infrastrutturali e di servizi essenziali, verrebbero privati di un presidio fondamentale per la tutela della salute pubblica. Gli anziani, le famiglie con bambini e coloro che vivono lontani dai centri urbani non possono essere abbandonati, né privati di assistenza medica nelle ore notturne o durante i fine settimana. Il tutto – aggiungono Senese e Bloise – in una regione che è costretta a fare i conti con una medicina del territorio destruttura, dove sono stati chiusi 18 ospedali, sono stati effettuati tagli lineari, è stato bloccato il turnover del personale medico e sanitario, non sono stati stabilizzati tutti i precari”.

Carenza di medici di famiglia 

“Una regione in cui, a fronte di una media nazionale di 2.140 euro – sostengono i due esponenti sindacali – la spesa corrente più bassa in sanità si registra in Calabria con 1.748 euro. Ma non solo. La nostra regione è in perenne sofferenza per quanto riguarda la dotazione organica del sanitari, mancano i medici di famiglia e il dato è allarmante: in Calabria nel 2026 saranno 135 in meno. Nei fatti il deficit di medici di medicina generale si attesta ad oltre 3100 professionisti. Nel nostro territorio i medici mancanti – considerando tutte le specializzazioni – sono 2.500, mentre sono 450 le richieste di trasferimento all’estero. Chiediamo con forza alla Regione di attivarsi immediatamente per un confronto aperto e costruttivo, al fine di trovare soluzioni alternative che non penalizzino i cittadini. La tutela della salute è un diritto costituzionale che non può essere sacrificato sull’altare dei tagli e delle razionalizzazioni a tutti i costi”.

“La Uil Calabria e la Uil Fpl – sottolineano Senese e Bloise – non possono che essere al fianco delle comunità più colpite da questo provvedimento e non esiteranno a intraprendere tutte le azioni necessarie, sia a livello istituzionale che sindacale, per tutelare i diritti dei cittadini e per garantire che il sistema sanitario calabrese non crolli ulteriormente sotto il peso di scelte scellerate e miopi. La salute non è un lusso, è un diritto per tutti”.

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