Verso la creazione di una rete reumatologica regionale, per oltre 30 mila pazienti
A breve un'audizione per arrivare ad una proposta di legge condivisa. Straface: "riconoscere la valenza sociale della malattia, diagnosi precoci e prevenzione". La stima in Calabria è di 30mila pazienti e la spesa, di 400 milioni l'anno
CORIGLIANO ROSSANO (CS) – Riconoscere la rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e garantire equità di accesso alle cure attraverso una rete regionale ad hoc. Implementare il registro regionale per il monitoraggio, la ricerca e la valutazione dell’efficacia delle cure, promuovere diagnosi precoci, trattamenti personalizzati e fare prevenzione ed integrare le strutture sanitarie esistenti e potenziare l’uso della telemedicina. Inoltre, istituire ambulatori multidisciplinari ospedalieri e territoriali con supporto degli enti del Terzo Settore.
“È con questi obiettivi – fa sapere la presidente della Terza Commissione Sanità del Consiglio Regionale Pasqualina Straface – che nelle prossime settimane avvieremo una importante fase di audizioni per rafforzare insieme, come stiamo facendo in tante altre direzioni, una proposta di legge il più possibile condivisa finalizzata all’attuazione di una rete reumatologica per i circa 30 mila pazienti stimati”.
“Far emergere i disagi per ridurre i costi sociali: 30mila pazienti e 400 milioni l’anno”
“Ancora una volta – spiega la Presidente – vogliamo far emergere diffuse situazioni di disagio quando non vere e proprie emergenze che corrispondono sempre a costi sociali importanti ma di cui troppo spesso non si ha adeguata consapevolezza”. Si stima, infatti, che i costi diretti ed indiretti per le cure si attestano intorno ai 400 milioni di euro all’anno, anche a carico delle strutture pubbliche. Stiamo parlando di malattie che comportano disabilità, riduzione della qualità della vita e carico socio-economico per pazienti, famiglie e sistema sanitario e che diventa complicato affrontare se a ciò si aggiungono difficoltà di accesso alle cure, soprattutto nelle aree rurali, mancanza di coordinamento tra strutture ospedaliere e territoriali, necessità di diagnosi precoci e gestione integrata2.
Malattie reumatologiche: difficile la diagnosi precoce
Quelle reumatologiche sono malattie spesso caratterizzate da un esordio lento ma progressivo che le rende difficili da diagnosticare precocemente. “Ecco perché – sottolinea – se non correttamente seguiti, i pazienti possono andare incontro a disabilità, con un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla capacità lavorativa. Tanto nella popolazione anziana che in quella in età più giovane, l’incremento di queste patologie è determinato da fattori genetici, ambientali e stili di vita poco sani e necessitano di un approccio integrato che garantisca diagnosi tempestive, trattamenti adeguati e una gestione globale delle persone affette”.
“Sensibilizzare e ridurre le liste d’attesa per i trattamenti specialistici”
Tra gli altri obiettivi della proposta di legge vi sono anche quelli di ridurre i tempi di attesa per diagnosi e trattamenti specialistici; promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione, tra cui la Giornata Regionale per la lotta alle malattie reumatologiche, che contribuirà a far crescere la consapevolezza sull’importanza della diagnosi precoce e del trattamento tempestivo; di raccogliere dati utili per la ricerca scientifica.
La proposta di legge
Si integra perfettamente con le politiche sanitarie regionali e nazionali, in particolare con quelle relative alla prevenzione e alla cura delle malattie croniche e invalidanti. Si allinea, inoltre con le linee guida nazionali sulla gestione delle malattie reumatologiche e contribuisce ad attuare gli obiettivi del PNRR in ambito sanitario, rafforzando la rete di assistenza territoriale e migliorando l’accesso alle cure in tutto il Paese.
“Una volta legge – conclude la Straface – anch’essa rappresenterà un passo in avanti nella costruzione progressiva di un sistema sanitario che, oltre a rispondere alle esigenze di cura, sia capace di promuovere, coerentemente con la complessiva azione riformatrice messa in campo in questi anni dal Presidente e Commissario Roberto Occhiuto, una vera e propria cultura della salute, fondata sulla consapevolezza, sulla prevenzione e sull’accessibilità per tutti”.