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Accoglie cani randagi in Sila in un cortile recintato, area dissequestrata

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COSENZA – Accoglie cani randagi in Sila. Ed è accusata di maltrattamento e abbandono di animali. Da tempo, quando vagano per strada, dà loro ospitalità e cerca di farli adottare. Nei giorni scorsi, il Tribunale della Libertà ha annullato il sequestro probatorio di 18 esemplari di razza meticcia, un fabbricato e l’annesso cortile recintato.

Riconducibili a una donna di San Giovanni in Fiore, a seguito dell’ispezione dei carabinieri forestali di Aprigliano del 7 ottobre, erano stati affidati in custodia giudiziale al canile rifugio PET service di Torre di Melissa (KR) incaricato di procedere a visita clinica e vaccinazioni. Una struttura privata, convenzionata con il Comune silano, ma con spese per la pensione dei 18 esemplari a carico dell’imputata.

I 18 cani randagi a San Giovanni in Fiore

La sezione penale – riesame misure cautelari reali del Tribunale di Cosenza, in composizione collegiale presieduta da Paola Lucente con a latere i giudici Iole Vigna e Fabio Squillaci, ha sciolto la riserva. Il 12 novembre il decreto di convalida del sequestro è stato annullato con restituzione degli animali e del manufatto all’avente diritto.

L’ordinanza è stata rettificata, sull’istanza di riesame presentata dagli avvocati della difesa Pasquale Gallo e Alfonso Cassiano. I 18 cani sono ospitati in località Stradalati – Cuturelle di San Giovanni in Fiore, da dove non sono mai scappati, non hanno mai arrecato danni a persone o cose. Dopo l’ispezione erano stati trasferiti nel canile di Torre di Melissa perché l’accoglienza è stata ritenuta inidonea sul piano igienico-sanitario, i locali fatiscenti e il cortile privo di interventi manutentivi soprattutto sulla vegetazione infestante.

Area dissequestrata in Sila

I legali della donna che accoglie randagi in Sila, in aperta campagna, sottolineano che gli animali hanno a disposizione ampi spazi all’interno del terreno, appositamente recintato. E non sussiste alcun pericolo per la pubblica incolumità. Per come è strutturato il cortile i cani non possono allontanarsi, non sono in grado di invadere le strade o le proprietà confinanti. Il collegio giudicante ha riconosciuto anche l’evidenza, sottolineata dalla difesa, sul loro benessere visto il trasferimento in un canile sovraffollato, all’interno di gabbie. Il dissequestro è scattato per difetto assoluto di motivazione, non erano esposte nel dettaglio le ragioni per le quali i cani siano stati prelevati e trasferiti al rifugio privato di Torre di Melissa.

Esclusi maltrattamenti animali

Non si ritiene sussistano elementi idonei a integrare il delitto di maltrattamenti animali, né tantomeno di abusivismo edilizio. Non sono emerse, lesioni, sevizie o sottoposizione dei cani a fatiche insopportabili. L’ipotesi, ancora non accertata, è che possa configurarsi l’abbandono di animali (nel senso previsto dal codice penale all’art. 727 comma 2) per chi li detiene “in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.

È stata applicata la legge Brambilla (Legge 82/2025) entrata in vigore nel Luglio 2025, la quale dispone che gli animali debbano essere affidati in custodia ai proprietari. In punto di diritto condivisa dal Tribunale di Cosenza, l’esito dell’istanza rappresenta un caso interessante sul profilo della giurisprudenza in materia di delitti contro gli animali.

 

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