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Cgil contro Occhiuto e l’idea di creare centri per l’impiego in Tunisia: «basta progetti propagandistici»

Calabria

Cgil contro Occhiuto e l’idea di creare centri per l’impiego in Tunisia: «basta progetti propagandistici»

Fillea CGIL Calabria prende posizione dopo la proposta di Occhiuto di creare centri per l’impiego in Tunisia. Celebre: “La Calabria ha bisogno di legalità, diritti e investimenti sul territorio, non di illusioni”

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Cgil - Tunisia - Occhiuto e Celebre

CATANZARO – La Fillea CGIL Calabria “respinge con fermezza e grande preoccupazione” la proposta avanzata dal presidente Occhiuto, di investire risorse pubbliche per creare centri per l’impiego in Tunisia. Centri finalizzati alla formazione e al reclutamento di manodopera da impiegare nei cantieri calabresi. Lo afferma il segretario generale del sindacato, Simone Celebre.

Fillea CGIL su centri per l’impiego in Tunisia

«Presidente Occhiuto, le ricordiamo che le esperienze già tentate e le ingenti risorse investite in Paesi come la Tunisia non hanno prodotto alcun risultato positivo né dal punto di vista della qualità della formazione né per quanto attiene l’effettivo inserimento lavorativo».

«Come Fillea CGIL Calabria le diciamo – sottolinea Celebre – che le nostre risorse devono essere investite nella nostra Regione e non dissipate oltre il Mediterraneo. Devono servire a cancellare, o quanto meno alleviare, le nostre deficienze, come potenziare i centri per l’impiego calabresi, che soffrono di strutture fatiscenti, personale insufficiente e incapacità di intercettare il lavoro reale, e a sostenere gli enti di formazione seri, come le nostre scuole edili, certificati e trasparenti, non quei “carrozzoni” che producono corsi solo sulla carta».

Il sindacato chiede al governatore di cambiare rotta

«Prima di pensare a formare e reclutare manodopera in Tunisia, si attivi per chiedere con forza al Governo Meloni una sanatoria per le migliaia di immigrati che già lavorano anche in Calabria, spesso in edilizia, costretti al lavoro nero e a rischiare la vita nei cantieri pur di ottenere un contratto».

Un appello viene rivolto anche per i tanti lavoratori specializzati emigrati e Celebre, rivolgendosi ad Occhiuto chiede «di attivarsi seriamente per far rientrare nella loro terra natia quei tanti lavoratori edili che oggi sono costretti a operare fuori regione, dimostrando quotidianamente professionalità e competenza. Si attivi per un protocollo con le parti sociali che garantisca occupazione stabile e di qualità, pieno rispetto delle tutele contrattuali e delle norme di sicurezza».

«Siamo in una regione dove, in tutti i comparti privati, dilagano lavoro nero, grigio e sfruttamento. Si apre una stagione imponente di lavori pubblici e ci sarà grande bisogno di manodopera qualificata, mentre migliaia di calabresi sono costretti a lavorare altrove e migliaia di immigrati già qui restano nella zona grigia del lavoro irregolare».

«La Calabria, signor Presidente, ha bisogno di una politica del lavoro seria, non di scorciatoie propagandistiche. Basta illusioni. Basta progetti costruiti per fare notizia invece che lavoro», conclude Celebre. «Per noi la strada maestra è un’altra: legalità, diritti, formazione vera, contratti regolari, sicurezza, occupazione stabile e investimenti sul territorio calabrese. Su questo siamo pronti a confrontarci e a dare il nostro fattivo apporto».

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