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Cisl Calabria, l’allarme: «Il 44% dei lavoratori è part time, spesso contro la loro volontà»

Calabria

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Cisl Calabria, l’allarme: «Il 44% dei lavoratori è part time, spesso contro la loro volontà»

«Tra le sole donne il dato sale al 60%. Una fortissima incidenza del part time involontario» dichiara il segretario generale Giuseppe Lavia commentando le criticità del rendiconto sociale Inps Calabria per il 2024

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CATANZARO, 17 OTT – “Esprimiamo soddisfazione per i dati del Rendiconto sociale Inps Calabria per il 2024, risultati ottenuti grazie alle professionalità dei lavoratori dell’istituto”. Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Cisl Calabria, Giuseppe Lavia. “Alcuni dati – aggiunge Lavia – devono orientare riflessioni e scelte dei decisori politici. Il persistente scarto fra i tassi di occupazione regionale e nazionale, la lieve contrazione degli assunti a tempo indeterminato rispetto al 2023, la quota che resta alta di Durc irregolari, il peso degli occupati nell’industria che si ferma a poco più del 6%. Ma soprattutto c’è un dato che impone alcune azioni concrete e immediate: il 44% dei lavoratori dipendenti in Calabria è part time, a fronte di una media nazionale del 33,3%. Tra le sole donne il dato sale al 60%. Una fortissima incidenza del part time involontario. Per contrastare tale fenomeno continuiamo a chiedere che il Piano per l’occupazione della Regione Calabria, destini incentivi alle imprese in grado di trasformare contratti part time in full time”.

“Nel complesso – dice ancora il segretario della Cisl Calabria – permangono criticità, pur in presenza di qualche segnale di miglioramento. Tra il 2023 ed il 2024, il tasso medio occupazionale per la classe di età 15-64 è passato da 44,6 a 44,8, quello di disoccupazione è diminuito di circa 3 punti percentuali, mentre quello di inattività è aumentato di 1,6 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione per la classe di età 15- 29 è sceso dal 35,5 al 31,4. Va, inoltre, sottolineato il dato sugli importi medi dei pensionati dipendenti privati e lo scarto con la media nazionale. In Calabria più del 67% dei pensionati percepisce un assegno inferiore a 1.000 Euro, scarto destinato ad aumentare nel contributivo. Ciò impone misure previdenziali di sostegno alle carriere discontinue e misure di garanzia per i giovani”.

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