COSENZA – Sull’orlo dello sfratto e senza una nuova casa dove andare. “Scusate l’orario, ma ho bisogno di sfogarmi”: inizia così l’accorato appello di una madre cosentina con due figli di 11 e 14 anni. Una voce che rappresenta quella di tante famiglie che, senza un contratto di lavoro a tempo indeterminato, vengono automaticamente escluse dal mercato degli affitti.
La donna racconta di aver lavorato per 16 anni in uno studio medico, un impiego che ha perso “non per mia volontà”, e da quel momento la sua vita è precipitata in un vortice di precarietà abitativa.
“Sto cercando disperatamente casa in affitto ma non riesco ad accedere in nessun modo perché non ho la busta paga a tempo indeterminato”, spiega.
Casa: “affitti alle stelle, richieste impossibili”
Il suo racconto denuncia un fenomeno sempre più diffuso nella zona di Cosenza e Rende, dove i prezzi sono esplosi. “Affitti alle stelle e non ti danno neanche la possibilità. Da Cosenza a Rende. Persino nei quartieri popolari la situazione è diventata insostenibile: “Nella zona di San Vito chiedono 350 euro per una casa. A me hanno chiesto addirittura un posto statale”.
Una richiesta che sa di paradosso in una provincia in cui la stabilità lavorativa è un lusso per pochi. “Io posso pagare regolarmente, ma devo vivere e far vivere i miei figli. Vi sembra giusto?” domanda con amarezza.
“Ho pagato tutto in nero, poi hanno venduto casa mentre ci vivevamo”
La donna racconta anche dell’ultimo alloggio trovato: una conoscente le aveva offerto una casa a Rende, a fronte di un canone elevato e totalmente in nero. “Ha venduto casa con me dentro e ieri ho ricevuto la notizia che per gennaio devo lasciare la casa. Dove devo andare? Aiutatemi perché sono veramente disperata”.
Con due figli che frequentano la scuola a Cosenza, l’idea di condividere l’abitazione con altre persone è impraticabile. Chiede aiuto ma anche di raccontare e far emergere questa problematica che non è solo la sua.
Perchè questa purtroppo è la storia di tanti: famiglie monoreddito, madri sole, lavoratori precari che, pur potendo sostenere un affitto, restano tagliati fuori da un sistema immobiliare che pretende garanzie ormai fuori dalla portata di troppi per un tetto sotto cui vivere con dignità.
