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Cosenza, la piazza di spaccio ‘sottratta’ agli italiani e la droga chiamata ‘garry’

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Cosenza, la piazza di spaccio ‘sottratta’ agli italiani e la droga chiamata ‘garry’

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COSENZA – L’operazione di oggi è la conclusione di un’attività di indagine dei carabinieri di Cosenza iniziata a settembre del 2020 e dalle dichiarazioni di un appartenente all’organizzazione dopo il suo arresto, ha accertato l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti al cui vertice organizzativo si poneva il nigeriano Kingley Obinna Nwigwe coadiuvato da un elemento del gruppo: Imecca Michael Okere quale fornitore delle sostanza stupefacente e Adamu Mohammed che si occupava, invece, delle operazioni di approvvigionamento del narcotico.

Era stata creata una fitta rete di pusher che presidiavano quotidianamente l’autostazione di Cosenza e la vicina “Villa Giulia” (parco Grazia Deledda) che erano state elette come le loro piazze di spaccio e dove i clienti acquistavano lo stupefacente. Dall’indagine è emerso che l’organizzazione, pur avendo vissuto dei momenti di tensione con altri gruppi di origine italiana dedita allo spaccio di stupefacenti, era riuscita comunque a mantenere il controllo esclusivo delle zone dell’autostazione e della vicina Villa Giulia.

Le indagini sono state corroborate da una massiccia attività di intercettazioni telematiche e telefoniche, servizi di controllo e immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza installato sia all’autostazione di Cosenza che al parco “Deledda”, ma anche da perquisizioni e sequestri di droga e dei corrieri. Altro elemento a sostegno delle indagini sono statele dichiarazioni rese dagli assuntori e soprattutto da uno degli indagati, che hanno permesso di accertare, scrive il Gip nell’ordinanza, “plurimi episodi di traffico di sostanze stupefacenti di vario tipo, sintomatici del radicamento a Cosenza dell’organizzazione riconducibile al Nwigwe“. Nelle intercettazioni si faceva spesso allusione allo stupefacente. Inoltre, le conversazioni registrate avevano sempre come tema lo spaccio, lo si riscontrava dai continui riferimenti a confezionamento, taglio e cifre di denaro. ione

Le indagini hanno accertato che i pusher spacciavano le sostanze in piena sinergia tra loro. Tanto è vero che quando uno di essi non aveva la disponibilità della droga “indirizzava il cliente verso un altro membro dell’organizzazione così da consentirne il perfezionamento della cessione”. Per eludere le intercettazioni telefoniche, la consorteria utilizzata un linguaggio criptico. Veniva ad esempio usato il termine “garry” per indicare lo stupefacente o un altro termine criptico per i grammi.

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