Area Urbana
IL REPORT LEGAMBIENTE
Cosenza in fiamme: è la provincia più devastata d’Italia, dati allarmanti sugli incendi 2025
Calabria in emergenza incendi: Cosenza è la provincia più colpita con 6.720 ettari bruciati. Legambiente lancia l’allarme e chiede azioni immediate
COSENZA – Emergenza incendi: Cosenza è la provincia d’Italia che brucia di più. L’ennesimo incendio scoppiato in Calabria, questa volta nell’area montana di Orsomarso, nel Parco Nazionale del Pollino, ha distrutto un prezioso patrimonio boschivo, evidenziando ancora una volta la gravità dell’emergenza ambientale che sta colpendo la regione. Secondo i dati elaborati da Legambiente tramite la rete Effis Sentinel 2 della UE, la Calabria è seconda in Italia per superfici bruciate nel 2025: 16.521 ettari in fumo e 559 roghi registrati dal 1° gennaio al 15 ottobre. Numeri nettamente superiori a quelli del 2004, quando nello stesso periodo gli incendi erano stati 443 con 10.135 ettari bruciati.
Cosenza è la provincia più colpita: oltre 6.700 ettari andati in fumo
La situazione più critica riguarda la provincia di Cosenza, che registra il dato peggiore in Calabria e il quarto a livello nazionale:
6.720 ettari bruciati dall’inizio dell’anno.
I Comuni più colpiti in Calabria sono:
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Roccella Jonica – 1.672 ettari bruciati
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Cutro – 1.574 ettari
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Crotone – 962 ettari
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Santa Domenica Talao – 686 ettari
Un quadro che mette in evidenza una pressione crescente sugli ecosistemi regionali.
Incendi aggravati dalla crisi climatica e da interessi criminali
Come sottolineano Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette di Legambiente, gli incendi hanno cause molteplici, tra cui anche gli interessi criminali.
Tuttavia, la crisi climatica li rende sempre più frequenti, intensi e difficili da gestire.
Per ridurre il rischio, la Regione deve puntare su:
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gestione forestale sostenibile,
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politiche di adattamento e mitigazione,
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strategie Montagna NetZero,
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manutenzione attiva del territorio,
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controlli per prevenire gli incendi dolosi.
Una vera strategia complessiva può garantire foreste gestite, sicure e produttive, riducendo la vulnerabilità delle aree interne.
Montagna calabrese: un patrimonio fragile che non può essere abbandonato
La Calabria è una regione a forte vocazione montana:
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42% territorio montano
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49% collinare
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solo 9% di pianura
Circa il 37% dei Comuni si trova in area montana, dove vive il 24% della popolazione.
Un patrimonio fondamentale che dovrebbe spingere la Regione ad avviare un percorso integrato che unisca:
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strategie per le aree interne,
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sviluppo delle green community,
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tutela della biodiversità,
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contrasto allo spopolamento,
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prevenzione del dissesto idrogeologico,
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valorizzazione del turismo sostenibile.
Legambiente: “Serve una visione politica lungimirante”
Parretta e Nicoletti concludono con un appello alla politica regionale: serve una visione chiara e duratura per proteggere la montagna calabrese e l’Appennino.
Da questo dipendono la vivibilità dei territori, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia degli ecosistemi.
Emergenza incendi in Calabria
Negli ultimi anni la Calabria è diventata uno dei territori più vulnerabili d’Italia sul fronte degli incendi boschivi. Le condizioni climatiche estreme – estati sempre più secche, ondate di calore prolungate e venti forti – stanno creando un contesto ideale per la propagazione dei roghi, spesso difficili da controllare a causa della conformazione montuosa e della frammentazione del territorio. A questo scenario già critico si aggiunge la presenza di aree abbandonate, dove la mancanza di gestione agricola o forestale favorisce l’accumulo di materiale combustibile.
Molti incendi continuano ad avere un’origine dolosa, legata a interessi criminali o speculativi che puntano a trasformare aree boschive in terreni utilizzabili per altre finalità. Questo rende ancora più urgente l’implementazione di un sistema di monitoraggio, prevenzione e repressione più efficace. Le tecnologie esistono: droni, sensori termici, sistemi satellitari e squadre di volontari opportunamente formate potrebbero costituire una rete di sorveglianza capillare.
Un altro punto cruciale è la gestione forestale attiva, oggi insufficiente: tagli selettivi, pulizia del sottobosco, manutenzione dei sentieri e rimozione del materiale secco sono attività fondamentali per ridurre il carico di combustibile naturale. Investire in queste pratiche significa non solo prevenire gli incendi, ma anche generare lavoro e valorizzare il patrimonio naturale regionale.
La Calabria, con il suo immenso patrimonio boschivo, non può permettersi di restare indietro: proteggere le foreste significa proteggere sicurezza, biodiversità, economia locale e identità culturale.


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