Ambulanze senza medici o niente soccorsi, il dramma del servizio 118 di Cosenza

Per garantire h 24 la presenza di un medico sulle ambulanze cosentine servirebbe averne in servizio 180. “Attualmente sono solo 47” dice il direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza

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COSENZA – Almeno 3 persone soccorse da ambulanze senza medici a bordo, sono morte in provincia di Cosenza da inizio anno. In meno di 20 giorni, a gennaio a Praia a Mare è morto un 47enne per un arresto cardiaco; l’indomani a San Giovanni in Fiore con un infarto in corso il 48enne Serafino Congi ha perso la vita aspettando ore in Ospedale un’ambulanza con un medico che potesse trasferirlo all’Annunziata; stessa sorte è toccata a Cariati, poco distante dall’ospedale, ad un pensionato: non c’era medico sull’ambulanza e gli operatori per 45 minuti pare abbiano tentato, invano, di rianimarlo. Cronache note anche nel resto d’Italia dove in 2 province su 3 non sono garantite né ambulanze medicalizzate né soccorsi in tempi rapidi, secondo i dati raccolti dalla Società Italiana Sistema di emergenza urgenza 118 nazionale.

“In provincia di Cosenza mancano più di 100 medici”

Per garantire il servizio h 24, 7 giorni su 7, sarebbero necessari per ogni ambulanza 6 medici. Per le 30 automediche della Provincia di Cosenza ne servirebbero quindi 180. Attualmente il 118 ne dispone di appena 47, secondo quanto riferito da Riccardo Borselli direttore sia del Dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’Azienda per il Governo della Sanità Calabrese – Azienda Zero sia del Dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’Asp di Cosenza che ricorda come prima del Covid fossero 167 i dottori sui mezzi di soccorso del Cosentino. Con una carenza di 133 medici le emergenze di un territorio di circa 730.000 abitanti, con una superficie più estesa dell’intera regione Liguria e aree svantaggiate non facilmente raggiungibili su gomma, diventano di difficile gestione. “Sulla carta abbiamo ambulanze medicalizzate, – spiega Borselli – ma se il medico va in pensione e non riusciamo a sostituirlo purtroppo non abbiamo soluzioni. Non si riescono a coprire neanche i turni.  È vero che l’ambulanza arriva senza medico, ma se non ce l’ho? Non mando i soccorsi al paziente?”.

I turni dei medici scoperti

Come coprire i turni? Soccorrendo i pazienti con gli infermieri o con soli volontari a bordo. Spesso su ambulanze delle associazioni private, pur avendo l’Asp di Cosenza comprato e allestito circa 100 nuovi mezzi spendendo quasi 30 milioni di euro. Sono stati assunti per il 118 in Calabria 167 autisti e più di 200 infermieri, le graduatorie potrebbero aiutare a reclutare facilmente nuovo personale per viaggiare senza dipendere dalle disponibilità dei volontari. Nonostante ciò le nuove PET (Presidi di Emergenza Territoriale) sono state affidate a cooperative e associazioni che però non viaggiano con medico a bordo, ma con soccorritori volontari e al massimo infermieri dell’Asp, ed in diversi casi non sono ancora perfezionate le autorizzazioni e gli accreditamenti necessari. Intanto tra le soluzioni non pare esservi all’orizzonte il reclutamento dei medici che hanno fatto il concorso per la copertura di 18 posti nella Medicina e Chirurgia d’Accettazione Urgenza presenti nella graduatoria (pubblicata con delibera n° 2101 del 23 settembre 2023) che sono 75 ai quali si potrebbero aggiungere i 13 esclusi per aver presentato domanda fuori termine. I più maliziosi sospettano che si vogliano favorire i privati, le cooperative e associazioni che incassano in provincia di Cosenza centinaia di migliaia di euro al mese.

Il direttore generale dell’Asp di Cosenza Antonello Graziano

“Non è un problema locale, – afferma il direttore generale dell’Asp di Cosenza Antonello Grazianoma nazionale. Su 100 ambulanze, in media, in Italia ne abbiamo solo 15 con medico a bordo. In Lombardia sono l’8%, ma i servizi di emergenza urgenza funzionano lo stesso. Se avessimo medici ovviamente le ambulanze interverrebbero con loro a bordo. Il problema è che non ci sono. Cosa si fa? Si gestiscono i pazienti nella maniera ottimale possibile. Non vanno dimenticate le vite salvate ogni giorno dalle ambulanze, con o senza medici, grazie ad interventi efficaci e tempestivi. C’è una buona sanità che opera in silenzio anche nell’area urbana e nella provincia di Cosenza. Quando avviene un decesso, sugli eventi che si ipotizza potessero essere evitati lavora la magistratura e noi attiviamo indagini interne con commissioni appositamente costituite. Stiamo lavorando alle linee guida operative per rendere l’organizzazione in questo contesto di carenza grave di medici più performante. I nostri infermieri sulle ambulanze, con le nuove attrezzature, sono però in grado di gestire anche grandi emergenze, un arresto cardiaco, una fibrillazione ventricolare. Si fa telecardiologia con dispositivi che permettono agli operatori sul posto di interloquire direttamente con i centri di cardiologia dove ci sono competenze che consentono in pochissimi minuti di leggere un tracciato e dare la risposta. Noi abbiamo l’obbligo di farci carico di queste emergenze e affidare il paziente non all’ospedale più vicino, ma a quello che è capace di gestire quella determinata richiesta di cure. Ad esempio. Un infarto che succede in provincia verrà trasportato a Castrovillari o a Cosenza dove è possibile rivascolarizzare il paziente perché hanno l’emodinamica. Serve un po’ più di fiducia nelle strutture sanitarie, noi ci stiamo mettendo l’anima, le competenze e la passione lavorando 12 ore al giorno per gli altri”.

118-medici

Il direttore del 118 Borselli spiega cosa succede

Riccardo Borselli direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’Azienda per il Governo della Sanità Calabrese – Azienda Zero e del Dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’Asp di Cosenza spiega cosa succede. “La Regione Calabria – chiarisce Borselli – ha portato da 52 a 75 le postazioni di soccorso del 118 potenzialmente medicalizzate. Abbiamo fatto di tutto per reclutare medici con un concorso all’Asp di Cosenza, un altro l’Asp di Catanzaro, ma non ne abbiamo trovati abbastanza. A Cosenza abbiamo assunto 87 medici dell’emergenza che avevano un contratto a convenzione, molti hanno scelto di restare sulle ambulanze, alcuni di andare nei Pronto Soccorso. E Catanzaro ha individuato oltre 100 altri medici che ha dislocato tra Lamezia, Crotone, Reggio Calabria e Cosenza dove ne sono arrivati circa 24. Continuiamo e continueremo a fare richieste per nuovi medici a convenzione però purtroppo evidentemente i servizi d’emergenza non sono attrattivi. I cambiamenti per ora sono notevoli. Prima capitava che le ambulanze si rompessero, si fermassero durante i soccorsi. Erano datate e avevano sul groppone 800.000/900.000 chilometri. Ora in Calabria sono quasi tutte nuove. E avere i mezzi efficienti significa tantissimo, poi a bordo salgono le persone che si hanno a disposizione. È sempre meglio mandare un’ambulanza con solo l’infermiere che non mandare nessuno. Il percorso dell’emergenza è fatto da ambulanze e automediche con il medico, ambulanze con infermiere (chiamate India) e ambulanze con soli volontari. La sala operativa invia il primo mezzo utile”.

Perché le ambulanze sono senza medici

Non abbiamo i medici per coprire i turni. Al momento – afferma Borselli – questa è la situazione. Un esempio lampante è Crotone. Un paio di giorni fa il collega referente insieme al coordinatore del servizio mi hanno comunicato che da febbraio vanno in pensione 5 medici. Quanti me ne rimangono per coprire tutte le ambulanze? Solo 5 fino a giugno, quando rientrerà un altro e saranno in 6 medici per i soccorsi dell’intera provincia crotonese durante l’estate. Alternative non ne abbiamo. Siamo in grossissima difficoltà quindi non sempre la centrale operativa ha a disposizione ambulanze con il medico. Per quanto riguarda le ambulanze che intervengono con i soccorritori e sono addirittura senza infermiere, dico che succede in tutta Italia. Le associazioni danno una grossa mano al servizio di emergenza e ci consentono di ridurre i nostri tempi di intervento che sono un pochino elevati. Il presidente della Regione e commissario alla sanità calabrese Roberto Occhiuto ha fatto uno sforzo enorme nel cambiare il nostro sistema d’emergenza”.

In via degli Stadi oggi la nuova sala operativa del 118 smista le emergenze delle province di Cosenza e Crotone, nonché i trasferimenti secondari per tutta la Regione Calabria. A gestire un territorio di circa 2 milioni di abitanti sono 8 medici per turno. Professionisti che in una manciata di secondi devono capire quali cure sono immediatamente necessarie e, attraverso un avanzato sistema di geolocalizzazione, quale mezzo disponibile sia il più idoneo a garantirle in tempi rapidi. Il tutto con pochissimi colleghi in campo. A fronte di un Piano Annuale di Sviluppo del personale che, per il fabbisogno del 2024, prevedeva l’assunzione di unità aggiuntive destinate alle funzioni di emergenza/urgenza per un costo totale di 24 milioni di euro.

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