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Fondazione Betania in dissesto, lo spettro della crisi su RSA e strutture socio assistenziali

Calabria

Fondazione Betania in dissesto, lo spettro della crisi su RSA e strutture socio assistenziali

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CATANZARO – “Ho atteso qualche giorno dalla spiacevole vicenda che ha coinvolto la Fondazione Betania, mi riferisco al dichiarato dissesto della stessa, per ascoltare le voci di indignazione,preoccupazione e di solidarietà che si sono levate dai vari amministratori degli Enti Locali nonché dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Calabria”. Lo scrive in una nota Anna Maria De Rose Responsabile Nazionale CICAS Terzo Settore e Finanza Agevolata.

“In tempi non sospetti e precisamente nel maggio 2022 già avevo scritto sulle criticità e sulle problematiche relative a quanti operano nel settore, evidenziando come il caro energia e l’aggravante dei ritardati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni delle spettanze di quanto dovuto, avrebbero messo in ginocchio le strutture nonché della ripercussione sui lavoratori che attendevano stipendi da più mesi. Avevo evidenziato inoltre come da parte di alcuni Comuni Capo Ambito, si erano registrati ritardi nei pagamenti che andavano dagli 8 ai 12 mesi e che mettevano a dura prova le finanze degli operatori di settore, tra cui imprese e cooperative sociali, che ricordo creano occupazione e danno lavoro in Italia (dati 2019) a 861.919 addetti regolarmente assunti e solo in Calabria a circa 11.000.

Il dissesto della Fondazione Betania – prosegue De Rose – ci induce ad importanti riflessioni e penso che sia giunto il momento di prevenire in maniera concreta l’insorgenza delle crisi ed i dissesti e lo si può fare esclusivamente attraverso un monitoraggio costante delle situazioni, da parte delle più alte Istituzioni.

Facendo quindi seguito alla vicenda “Betania” nella mia qualità di Responsabile Nazionale CICAS per il Terzo Settore e la Finanza Agevolata chiedo al Presidente Occhiuto sempre attento alle problematiche del settore di voler istituire una Conferenza Regionale Permanente in ambito socio sanitario e socio assistenziale per il monitoraggio, la programmazione e lo sviluppo dei servizi socio sanitari e socio assistenziali che insistono sul territorio regionale, chiamando a partecipare anche i più alti vertici delle Istituzioni quali i Prefetti (perché i dissesti creano anche tensioni sociali) i vertici delle conferenze dei Sindaci dei vari ambiti territoriali inserendo anche a livello consultivo i sindacati datoriali e dei lavoratori che partendo dal basso conoscono e vivono le realtà territoriali. Dovrà essere una cabina di regia operativa.

La mia proposta al Presidente Occhiuto nasce dal fatto che tutta la Pubblica Amministrazione (Assessorato di riferimento, Comune capo ambito ecc) sollecitati dalla vicenda “Betania” si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni sulla regolarità dei trasferimenti alle strutture socio sanitarie e socio assistenziali ed a gli Enti Locali dichiarando che questi ultimi sono avvenuti ed avvengono con “regolarità” e nei ” giusti tempi” concetto piuttosto soggettivo che mi fa porre una domanda: quali sono per essi i “giusti tempi” e la “regolarità”? Una settimana dall’emissioni delle fatture delle strutture (che peraltro sono elettroniche e giungono con tempestività), quindici giorni, un mese, due mesi, tre mesi? Sono risposte che dovrebbero essere date ai cittadini che affidano i loro cari a queste strutture le quali nonostante tutto trattano con dignità gli ospiti che non si accorgono affatto dei problemi di gestione che li circondano.

Solo così, monitorando – spiega De Rose – e prevenendo le situazioni di crisi capiremo come funziona il sistema e cosa c’è che non va e se il problema al contrario è invece riconducibile alla “Cattiva Gestione” di queste strutture che dovrebbe comunque essere di tipo manageriale vista l’importanza sociale che rivestono e portata avanti con le giuste competenze.

Altro problema da affrontare sono i comuni capo ambito in dissesto e/o temporaneo disequilibrio finanziario, ricordo che i dati del 2021 hanno confermato il triste primato della Calabria che già l’anno precedente aveva ben 7 Comuni su 10 in default o in riequilibrio (Fonte Ca’ Foscari). I comuni capo ambito in disequilibrio finanziario non possono essere confermati tali, in quanto, non avendo capacità di spesa ed imbrigliati nel risanamento, non potendo potenziare il personale non possono far fronte ai servizi da erogare in quanto capo ambito.

Bisognerebbe pensare ad un a L.R. non in contrasto con le leggi nazionali che sostituisca temporaneamente il comune capo ambito con il comune più virtuoso dell’ambito per ottenere l’eccellenza nei servizi e nelle procedure.

Concludo nell’affermare che il sistema a distanza di un anno sta implodendo perché la Fondazione Betania è solo la punta dell’iceberg, in quanto tra i ritardi nei pagamenti, uffici di piano che non funzionano, cartelle esattoriali, Durc irregolari (che non consentono di incassare dalla pubblica amministrazione) e mancato accesso alle fonti alternative di finanziamento per mancanza di sufficienti bandi a cui partecipare ed attingere risorse, si innescherà una reazione a catena”.

Alecci: “caso Fondazione Betania, segnale molto pericoloso”

“Il delicato caso di Fondazione Betania è un segnale molto pericoloso riguardo quello che può accadere all’intero comparto delle Politiche Sociali in Calabria. In un momento così complicato, in cui tante famiglie vivono quotidianamente situazioni sempre più difficili non credo si possa rimanere inerti”. Lo chiara il consigliere regionale Ernesto Alecci sulla difficile situazione della Fondazione Betania.

“Credo che oggi, più che mai, la politica debba caricarsi sulle spalle tutte le responsabilità e stare vicino a questa istituzione del catanzarese, per tanti anni modello di accoglienza per sofferenti e deboli, così come a tutte quelle strutture e associazioni del Terzo Settore che operano bene e con sacrificio nei nostri territori. Occorrono soluzioni immediate, maggiori investimenti e risorse adeguate ai nuovi costi delle strutture, una maggiore sensibilità e una maggiore celerità da parte dei dipartimenti per velocizzare tutti i processi, attraverso una pianificazione puntuale dei fabbisogni, per scongiurare a priori nuovi casi simili a questo.

Ho più volte espresso tutta la mia preoccupazione riguardo la gestione e il futuro delle politiche sociali all’interno della nostra regione. Non discuto certamente la centralità di argomenti quali ad esempio la Sanità, la depurazione, le infrastrutture, ma reputo altresì fondamentale per i nostri territori un utilizzo virtuoso e lungimirante delle politiche sociali. E, invece, in questi mesi ho potuto constatare un allarmante immobilismo. La Calabria, storicamente, è una delle regioni più fragili da questo punto di vista, e il grandissimo lavoro svolto dagli Ambiti Sociali e dalle associazioni del Terzo Settore risulta determinante per la sopravvivenza di tante famiglie. La politica regionale deve essere in grado di fornire loro tutti gli strumenti e le risorse per rispondere in maniera puntuale alle esigenze dei cittadini, soprattutto a quelli che vivono in condizione di fragilità. Spesso l’aiuto e il sostegno fornito dagli Ambiti riesce a garantire condizioni di vita almeno accettabili. Sono a disposizione, come tutti i rappresentanti del mio gruppo consiliare, per dare tutto il contributo necessario per capire come migliorare i servizi degli Ambiti e per migliorare le condizioni di vita di queste famiglie”.

 

 

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