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Inchiesta sul “Museo di Steven Tyler” in Calabria: la rockstar diffida il Comune di Cotronei, 15 indagati

Steven Tyler

COTRONEI (KR) – Doveva essere un omaggio alla musica, alle radici italiane e alla storia di Steven Tyler, una delle più grandi icone del rock mondiale. È diventato invece un caso giudiziario. Il progetto del Museo del RockSteven Tyler, annunciato a Cotronei nel 2013 e mai realizzato, è ora al centro di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Crotone. Nel mirino degli inquirenti ci sono 15 indagati, tra cui l’attuale sindaco Antonio Ammirati, l’ex primo cittadino Nicola Belcastro e diversi funzionari comunali. Le accuse a vario titolo sono di falso ideologico, corruzione, concussione e abuso d’ufficio.

Steven Tyler: il sogno di un museo del rock

Tutto nasce dal legame che Steven Victor Tallarico, in arte Steven Tyler, leader degli Aerosmith, ha sempre mantenuto con le proprie origini. Il nonno, Giovanni Tallarico, era un musicista e maestro di mandolino nato a Cotronei, piccolo comune della Sila crotonese, prima di emigrare in America agli inizi del ’900. Nel luglio 2013, Tyler si recò personalmente nel borgo del Crotonese, accolto con entusiasmo da cittadini e parenti. In quell’occasione si disse disposto a sostenere la creazione di un museo dedicato alla musica. E così prese forma l’idea di un museo del rock dedicato a Steven Tyler, da realizzare a Palazzo Bevilacqua, la storica dimora dove sarebbe nato e vissuto suo nonno. La Regione Calabria approvò un finanziamento da 1,3 milioni di euro per la costruzione del museo e di una scuola di musica destinata ai giovani del territorio.

Il cambio di sede e la diffida di Tyler

Le difficoltà burocratiche legate alla proprietà del palazzo però, fecero rallentare il progetto. L’amministrazione comunale, invece di risolvere la questione, avrebbe deciso di spostare il museo in un altro edificio ma quando Tyler venne a sapere del cambio di sede, reagì con fermezza. Attraverso una diffida formale inviata al Comune di Cotronei, dichiarò: “Se il museo non si fa nel palazzo dove ha vissuto e si è sposato mio nonno, non deve portare il mio nome”. L’artista vietò l’uso della sua immagine, dei suoi cimeli e del suo nome per un progetto che riteneva ormai “snaturato”. Da quel momento, il Museo Steven Tyler divenne un museo fantasma, mai realizzato e al centro di sospetti sempre più gravi.

L’inchiesta della Procura di Crotone

Dalle indagini sarebbero emersi documenti falsificati, procedure irregolari e appalti gestiti con scarsa trasparenza. Secondo gli inquirenti, l’esproprio di Palazzo Bevilacqua non sarebbe mai stato avviato, e i proprietari dell’edificio non sarebbero mai stati contattati. Inoltre, parte dei fondi pubblici sarebbe stata utilizzata in modo non conforme, con atti definiti “spregiudicati” dagli investigatori. La denuncia che ha dato origine all’indagine risale proprio alla diffida legale inviata da Steven Tyler tramite la Associazione culturale Steven Tyler, fondata a Cotronei per gestire l’iniziativa.

“Steven ha sempre manifestato il suo attaccamento alla Calabria – racconta Nino Grassi, avvocato e cugino del cantante. – I suoi antenati erano musicisti, e lui avrebbe voluto che il museo diventasse un simbolo di rinascita per il paese. La nostra idea, che era piaciuta anche a Steven, era realizzare il museo nell’antico palazzo per unire le radici ed il presente della storia della famiglia Tallarico. Invece è stato realizzato un manufatto di cemento armato senza anima”.

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