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Influenza delle cosche su security e ingressi allo stadio: Crotone calcio in amministrazione giudiziaria

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CROTONE – Il Tribunale di Catanzaro ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della FC Crotone srl, squadra attualmente militante nel girone C della Serie C. Il provvedimento, emesso dalla Seconda Sezione Penale – Misure di Prevenzione, arriva su proposta congiunta del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, del Procuratore distrettuale di Catanzaro e del Questore di Crotone.

Secondo quanto riportato in una nota della Direzione distrettuale antimafia catanzarese, le indagini – in particolare quelle condotte nell’ambito del procedimento Glicine-Acheronte – avrebbero fatto emergere “sufficienti indizi per ritenere che l’attività economica della FC Crotone, compresa quella di carattere imprenditoriale, sia stata sottoposta, nel corso dell’ultimo decennio, direttamente o indirettamente, a condizioni di intimidazione e assoggettamento da parte di esponenti di locali cosche di ’ndrangheta”.

Un controllo “asfissiante” esercitato su tutto il territorio di Crotone e in particolare su attività economiche ad alto valore e visibilità, come quella del club calcistico, ritenuto dagli investigatori “certamente più rilevante ed appetibile”. A sostenere le evidenze investigative che hanno portato al provvedimento, la Polizia di Stato e i Carabinieri del ROS. In particolare, l’attenzione degli inquirenti si è concentrata su settori sensibili come la security e la gestione degli ingressi allo stadio, indicati come aree in cui la criminalità organizzata avrebbe esercitato un’influenza diretta e duratura. “La conseguente condizione di assoggettamento ha finito per agevolare l’attività illecita di soggetti indiziati di appartenenza alla ’ndrangheta, specie in un settore come quello calcistico, generatore di flussi monetari non sempre tracciabili e portatore di visibilità sociale”.

La misura dell’amministrazione giudiziaria, precisano i giudici, non ha carattere punitivo, ma è finalizzata a liberare la società da condizionamenti mafiosi e ristabilire un contesto di legalità, favorendo il recupero dell’attività economica su basi lecite. Il provvedimento è stato notificato al legale rappresentante del club dal personale del Servizio centrale anticrimine e dalla Divisione polizia anticrimine della Questura. Contestualmente, sono state avviate le procedure per notificare 17 provvedimenti di Daspo “fuori contesto“, firmati dal Questore, a soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine pubblico, anche al di fuori degli eventi sportivi.

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