Da Roseto Capo Spulico a Sibari: dieci anni tra tagli, stazioni chiuse e corse ridotte
Francesco Garofalo, presidente del Centro Studi Giorgio La Pira di Cassano, lancia l'appello a Regione e sindaco Papasso: "si apra un tavolo per ascoltare i cittadini"
“Da decenni, il territorio che va da Roseto Capo Spulico a Sibari, ha sopportato continui tagli e la chiusura di stazioni e riduzioni di corse, lunga tutta la tratta ferroviaria”. È quanto afferma, Francesco Garofalo, presidente del Centro Studi Giorgio La Pira di Cassano All’Ionio. “È stato un continuo stillicidio soprattutto per la storico scalo di Sibari, da tutti ritenuto il più importante snodo ferroviario della Calabria: la chiusura del Ferrotel, del punto bar – ristoro e di altri servizi. Il 16 settembre 2019, gioimmo per l’istituzione del Freccia Rossa, Sibari Bolzano. Fu un momento importante – ricorda -, che consenti’ un collegamento diretto con Roma – Firenze e Bologna. Oggi Rete Ferroviaria Italiana – evidenzia Garofalo -, ci presenta il progetto denominato bretella, che ad ultimazione dei lavori, di fatto esclude la stazione di Sibari, per recuperare solo 15 minuti, attraverso una sopraelevata ad atto impatto ambientale e paesaggistico. Non si tratta – precisa -, di battaglie di retroguardia e di campanile, ma depotenziare ulteriormente un’area dove insistono centri turistici d’eccellenza, un’agricoltura di nicchia, il sito archeologico e culturale di Sibari, conosciuto in tutto il mondo, non mi pare una scelta che vada nella direzione giusta. Al punto in cui siamo – ha proseguito -, l’assessore regionale ai trasporti, Gianluca Gallo, apra un tavolo per ascoltare la voce dei cittadini, delle associazioni. Il sindaco di Cassano, faccia la sua parte per evitare questo ulteriore scippo ai danni di Sibari, unito ai lavori della 106, sarà completamente tagliata fuori. Abbiamo difeso Sibari dal fango – ha concluso -, la difenderemo anche in questa occasione”.