“Extramus”: a Terranova da Sibari l’esperienza interculturale, tra formazione e senso di comunità
Un percorso iniziato 5 anni fa, che vede protagonisti gli studenti da tutto il mondo nel centro della Sibaritide che diventa snodo interculturale di formazione
TERRANOVA DA SIBARI (CS) – Dal 2014 un migliaio di ragazzi, studenti da tutto il mondo, sono stati ospiti a Terranova da Sibari nell’ambito di Extramus. Un progetto, anzi un percorso, che promuove le competenze degli studenti e li coinvolge concretamente, offrendo loro l’opportunità di ‘fare‘, ossia di svolgere quelle attività per accrescere le loro competenze sul piano professionale e in base al loro percorso di studi. Un modo per vivere l’esperienza Erasmus, sostenendo i giovani nello sviluppo di nuove competenze coinvolgendoli attraverso stage e tirocini, per sviluppare con loro diverse attività di collaborazione.
Extramus: come tutto è nato
Il progetto è stato concepito dall’idea di Antonio Gallo, 41 anni (foto in basso), che si occupa di informatica e comunicazione, e si fonda sulla sua esperienza personale Erasmus. «Quando ho terminato questo percorso, sono tornato in Calabria e ho deciso di restare. Con l’associazione “Futuro Digitale” abbiamo iniziato a lavorare su progetti europei e ci siamo resi conto che qui, sul territorio, mancavano molte competenze e profili specializzati. Decidiamo così di pubblicare annunci per sondare la possibilità che, giovani da tutto il mondo, potessero essere interessati a svolgere tirocini in Italia. Con grande stupore abbiamo riscontrato tanto interesse».
«Quando selezioniamo i candidati – racconta Gallo – spieghiamo loro dove ci troviamo, ovvero in un piccolo centro della provincia di Cosenza, in Calabria, e non in una grande metropoli. E siamo contenti di poter affermare che tutti i ragazzi che sono stati qui, hanno vissuto esperienze positive, probabilmente proprio perché questo, è un luogo dove tutto è a misura d’uomo: dal clima al posto tranquillo; si è lontani dai grandi centri urbani e si crea un senso di comunità e di relazione. Ci si muove facilmente, ci si vede, ci si incontra. Un percorso che va avanti da oltre 10 anni e che ha portato a Terranova da Sibari oltre un migliaio di ragazzi».
Il senso di comunità e di relazione
La Calabria è innegabile, è un luogo caloroso, accogliente, e «gli studenti stranieri che vengono a fare le attività di tirocinio, hanno sia la possibilità di studiare che di lavorare, svolgendo attività che sono pertinenti al loro percorso di studi per un periodo di tempo definito. Oltre a questo aspetto, è la stessa comunità ad accoglierli con entusiasmo: si organizzano cene, aperitivi, vengono ospitati dalle famiglie, dai vicini, la gente porta loro prodotti del territorio; il tutto in un’atmosfera di convivialità».
“Experience-Travel-Erasmus” ovvero Extramus si occupa di realizzare programmi di tirocinio Erasmus per l’alta formazione di studenti universitari chiamati a svolgere attività di perfezionamento, grazie alle quali acquisiscono nuove competenze nei vari settori disciplinari che l’organizzazione propone.
«Gli obiettivi principali – si legge dalla scheda di presentazione dell’organizzazione – sono: fornire un’esperienza rilevante per il futuro e l’inserimento degli stagisti nel mercato del lavoro; creare una comunità di persone con idee simili in Europa; offrire un’esperienza Erasmus unica e innovativa attraverso esperienze di apprendimento creando le condizioni perfette per lo sviluppo personale e intellettuale dei tirocinanti». Centinaia di ragazzi e ragazze, studenti da tutto il mondo hanno potuto svolgere tirocini in vari ambiti: Risorse Umane, Marketing, Informatica, Business, Data Analyst e Project Management.
Extramus è dunque un’opportunità per tutti: per chi arriva, per chi li guida e li sostiene, per chi li ospita e per chi resta. Inoltre, all’interno del percorso molto spesso, si registra anche la visita di docenti universitari stranieri. Recentemente, infatti, sono stati ospiti a Terranova da Sibari due docenti di lingue dell’università di Fenerbahce, da Istanbul.
L’intreccio di relazioni, l’esperienza comunitaria, la vita in paese e l’offerta formativa proposta, rendono questo progetto un modello di integrazione che spalanca le porte ai nuovi modelli dell’abitare poiché ripopola e fa rivivere i piccoli centri che diventano così, laboratorio di idee e di progetti aperti al mondo e al futuro.