FAI: la classifica finale dei 10 “luoghi del Cuore” calabresi più votati

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Nel 2020, con ben 2.353.932 voti, gli italiani hanno voluto dimostrare il loro amore per il patrimonio culturale e ambientale italiano il miglior risultato di sempre per il censimento del FAI

 

ROMA – La partecipazione è stata sorprendente nell’anno del dramma del Covid-19. Questo risultato si carica di significato e racconta di un’Italia coesa, vitale e fiera delle proprie bellezze, che guarda al futuro con speranza, nonostante tutto. La classifica vede:

• al 1° posto la Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza
• al 2° posto il Castello e Parco di Sammezzano a Reggello (FI)
• al 3° posto il Castello di Brescia
• al 4° posto la Via delle Collegiate a Modica (RG)
• al 5° posto l’Ospedale e la Chiesa di Ignazio Gardella ad Alessandria.

Anche la Calabria però ha ottenuto ottimi risultati, e sono 10 i luoghi del cuore che hanno ottenuto almeno 2.000 voti

Al 66° posto con 5.471 Complesso Monastico Basiliano di Santa Maria del Patire, Corigliano Calabro (CS);
Al 106° poto con 3.919 La Torre Cavallara, Catanzaro;
Al 150° posto con 2.871 Castiglione di Paludi (CS);
Al 162° posto con 2.683 Fontana Ficarazza, Filadelfia (VV);
Al 169° posto con 2.571 Santuario Madonna Del Carmelo, Marano Marchesato (CZ);
Al 193° posto con 2.301 Sentiero del Brigante, Santo Stefano in Aspromonte (RC);
Al 202° posto con 2.242 Ospedale psichiatrico e archivio storico, Girifalco (CZ);
Al 214° posto con 2.059 Villa Romana, Casignana (RC).

 

Complesso Monastico Basiliano di Santa Maria del Patire, Corigliano Calabro (CS)

Situato su un pianoro tra due vallate e immerso tra i boschi dell’ultimo lembo della Sila Greca, il Complesso si trova a ridosso dell’Oasi Naturalistica dei Giganti di Cozzo del Pesco e si affaccia sulla Piana di Sibari e quindi sul Mar Ionio. Detto anche Pathirion, è un edificio dell’inizio del XII secolo, che presenta i caratteri dell’arte basiliana con decorazioni a tarsie marmoree policrome. Fu eretto grazie all’iniziativa del beato Bartolomeo da Simeri e alle donazioni di alcuni baroni normanni. Era uno dei più importanti monasteri basiliani della regione, ma del complesso primitivo resta ben conservata soltanto la chiesa. Fu per secoli un luogo di preghiera, ma anche un centro culturale tra i più qualificati e rinomati del Sud, con una ricca biblioteca e uno scriptorium in cui i monaci amanuensi trascrivevano, conservavano e trasmettevano la sapienza greco-romana-pagana e quella cristiana. Il comitato “Communia – Rigeneriamo il Patire” ha promosso la raccolta voti per favorire la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale del territorio. Il bene rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Torre Cavallara di Catanzaro

Risalente al XVII secolo, la Torre Cavallara è adagiata su una collina a pochi passi dalla costa ionica catanzarese e inserita in un ampio sistema di strutture di avvistamento edificate lungo tutta la costa. Venne eretta a scopo di difesa contro le invasioni saracene, è a base quadrangolare ed è detta “Cavallara” perché ospitava al piano terra i cavalli utilizzati per le comunicazioni veloci in caso di pericolo. L’accesso al piano superiore avveniva tramite scala esterna con ponte levatoio. Il comitato “Amici della Torre Cavallara”, composto da diverse associazioni del territorio, ne auspica la ristrutturazione e una migliore accessibilità.

Castiglione di Paludi (CS)

Castiglione di Paludi, sito archeologico situato a circa 8 km dal mar Ionio, ha un’estensione di circa quaranta ettari e occupa i pianori di un vasto colle panoramico immerso in una incontaminata macchia mediterranea. Discussa è la sua origine: secondo alcune fonti storiche il sito è un’importante roccaforte brettia, secondo altre una città greca, forse fondata dal re dell’Epiro Alessandro il Molosso. Abitato per un lungo arco cronologico compreso fra il IX e il III sec. A.C., il sito comprende una necropoli dell’età del ferro (IX-VIII secolo a.C.) e un centro fortificato probabilmente fondato dai Brettii nel IV sec. a.C., adottando uno schema urbano che ricalca l’urbanistica delle città ellenistiche. Il “teatro” con sedili scavati nella roccia, l’area pubblica e soprattutto le mura con le torri e la monumentale Porta Est rappresentano un interessante esempio di architettura di età ellenistica della Magna Grecia. Il sito è immerso in una natura mediterranea di straordinaria bellezza, ma risultano necessari interventi di manutenzione di vario tipo. Il parco non è dotato di illuminazione, fatta eccezione per l’area relativa all’antica masseria ristrutturata, oggi punto di riferimento turistico e scientifico. I reperti ritrovati nel sito sono conservati nei depositi del Museo Archeologico di Sibari, ma si cerca di farli tornare nel proprio territorio. Il comitato “Palmino Maierù” che ha a cuore questo luogo, ne auspica un’adeguata valorizzazione.

Fontana Ficarazza, Filadelfia (VV)

La Fontana Ficarazza, costruita intono al 1850, accoglie i visitatori all’ingresso del paese di Filadelfia. Sulla fontana, che anticamente era denominata “Caprifico” per l’esistenza di una pianta di fico selvatico in prossimità della sorgente, sono scolpite tre maschere apotropaiche che rappresentano odio, amore e oblio. Un’epigrafe, attribuita a mons. Giovanni Andrea Serrao (1731-1799), recita: “Tu che allontani le malattie restituisci la salute agli ammalati e sarai linfa salutare e perenne” evocando le presunte proprietà salutari dell’acqua che sgorga dalla fontana. Il comitato “Amici della Ficarazza” ha promosso la raccolta voti per questo luogo al fine di restaurarlo e promuoverne la conoscenza. Il bene rientra nella classifica speciale Luoghi storici della salute.

Santuario Madonna Del Carmelo, Marano Marchesato (CZ)

La chiesa di Maria Santissima del Monte del Carmelo risale al 1135 come conferma l’iscrizione posta nella navata centrale, che segnala le tormentate vicissitudini di questo luogo di culto ricostruito una volta nel 1608 e restaurato nel 1900. La lapide è estremamente sintetica, se si tiene conto dei molteplici interventi documentati, in conseguenza di frane e di terremoti, che hanno fatto temere più di una volta la completa distruzione della Chiesa. All’interno è suddivisa in tre navate, con cappelle laterali. L’intitolazione a Santa Maria di Monte Carmelo, riconducibile almeno al Seicento, collega la devozione locale all’immagine della Madonna Bruna, icona orientale giunta con i frati carmelitani dalla Palestina, e conservata, sin dal Medioevo, nella Chiesa del Carmine Maggiore a Napoli. Il bene rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Sentiero del Brigante, Santo Stefano in Aspromonte (RC)

Grazie all’attivazione del “GEA – Gruppo Escursionisti dell’Aspromonte”, che ne cura la manutenzione e per il quale desidera una maggiore conservazione e promozione turistica, il sentiero del Brigante è il luogo più votato in provincia di Reggio Calabria. Inserito nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia del MiBACT, il percorso si sviluppa per circa 130 km tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Parco Naturale Regionale delle Serre. Partendo da Gambarie, si snoda lungo la linea di crinale fino alle Serre Calabre, consentendo all’escursionista di concludere il suo cammino nella medievale Stilo, dove si trova la Cattolica, valorizzata da un innovativo sistema di illuminazione grazie al finanziamento “I Luoghi del Cuore” a seguito di un passato censimento. La sua denominazione è chiaramente evocativa e legata alle vicende che hanno caratterizzato la storia dell’estrema montagna meridionale, tant’è che lungo il sentiero si susseguono designazioni toponomastiche che richiamano storie di briganti e rivoltosi, come quella dello schiavo ribelle Spartaco, che tentò di risalire la penisola per conquistare Roma, del celebre Nino Martino, che nel XVI secolo soggiornò a lungo in Aspromonte, feroce ma generoso con i deboli, e di Giuseppe Musolino, l’ultimo dei briganti, detto “U’ re i l’Asprumunti”. Il sentiero rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Ospedale psichiatrico e archivio storico, Girifalco (CZ)

Il manicomio provinciale di Girifalco sorse il 18 settembre del 1878, quando il Consiglio della Calabria Ultra Seconda deliberò l’“Istituzione di un Manicomio Provinciale”. Per i primi ventitré ‘folli’ le porte del manicomio si aprirono il 22 luglio del 1881 e la struttura registrò fino al 15 maggio del 1978, giorno della sua chiusura, un totale di 15.794 cartelle cliniche, storie di vita e malattia di persone provenienti da tutta la Calabria e non solo, condizionando la storia sociale ed economica del territorio. I pazienti facevano parte della comunità: l’ospedale fu tra i primi a sperimentare il metodo dell’open door, che permetteva ai pazienti meno pericolosi di uscire dalle mura della struttura. Dalla musica alla letteratura al cinema, diversi autori hanno raccontato i fatti accaduti tra le mura dell’Ospedale. Amalia Bruni, neurologa di fama internazionale, nel consultare le cartelle dei ricoverati ha scoperto che in diversi casi, a partire dal 1904, la descrizione dei sintomi dei pazienti era perfettamente in linea con quella dell’Alzheimer, almeno quattro anni prima che la malattia venisse rivelata al mondo. L’obiettivo comune dei membri del comitato “La memoria dei folli…in una rosa” è la digitalizzazione delle cartelle cliniche storiche al fine di garantire l’accesso alla memoria storica anche ai posteri. Il bene rientra nella classifica speciale Luoghi storici della salute.

Villa Romana, Casignana (RC)

L’area archeologica della Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana si estende per circa 15 ettari. La sua scoperta è avvenuta solo nel 1963 in seguito a lavori per la costruzione di un acquedotto la cui conduttura attraversa proprio quest’area. Il suo nucleo centrale è rappresentato da una grande villa extraurbana, con ambienti termali e residenziali. Sorta nel corso del I sec. d.C. in un’area con tracce di frequentazione già greca, la villa raggiunse il suo massimo splendore nel IV sec. d.C. quando copriva una superficie di circa 5000 mq ed era costituita di numerosi ambienti, disposti attorno a un grande cortile. A oggi sono oltre 50 gli ambienti riportanti alla luce dagli scavi e fra questi, oltre alle sale per i bagni freddi, vi sono ben otto ambienti riscaldati e altrettante vasche, tutti in ottimo stato di conservazione. Le realizzazioni più ricche ed eleganti sono presenti nel frigidarium. Sul pavimento della Sala delle Nereidi è raffigurato un thiasos marino con quattro Nereidi sedute su una tigre, un leone, un toro e un cavallo. Tra i meravigliosi pavimenti a mosaico, l’ultimo portato alla luce è il tondo con la raffigurazione del Trionfo Indiano di Dioniso, che rappresenta un unicum: il dio è vittorioso, da solo su un carro trainato da una coppia di tigri colte in atteggiamento di riposo; accanto a loro un solo pastorello che tiene nella mano sinistra il bastone del viaggiatore, il pedum. Il luogo è aperto al pubblico.

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