Dalle sigarette elettroniche alle pod mod: evoluzione dei vaporizzatori in 17 anni

Com'è cambiata la sigaretta elettronica dal primo prototipo ad oggi
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Quando si parla di sigaretta elettronica ci si riferisce a quel dispositivo capace di produrre un vapore aromatizzato (con o senza nicotina) nettamente più salubre del fumo di tabacco. Grazie all’assenza di combustione, infatti, i vaporizzatori evitano di farci assumere oltre 4000 sostanze tossiche contenute invece nelle sigarette classiche, notoriamente cancerogene.

Ad oggi sono 37 milioni le persone che hanno smesso di fumare grazie all’e-cig, di cui oltre un milione solo in Italia. Il settore del vaping è costantemente in crescita, così come la tecnologia che vi sta dietro, e avanza a passi da gigante per raggiungere risultati sempre migliori.

Tiro automatico, riconoscimento intelligente della coil e sistemi di protezione avanzati sono solo alcuni dei vantaggi offerti dalle migliori sigarette elettroniche 2021.

Ma come si è arrivati a questo livello?

Inizia tutto da un signore di nome Hon Lik.

Quando nasce la sigaretta elettronica e chi l’ha inventata

La storia di questo congegno comincia nei primi anni 2000, quando un farmacista cinese si rese conto che i 3 pacchetti di sigarette consumati ogni giorno gli stavano creando dei problemi respiratori non indifferenti.

Non è da tutti poter dire “ho inventato la sigaretta elettronica“, ma Hon Lik è a tutti gli effetti il padre del vaping.

La sua storia parla da sé: un padre morto a causa del fumo, le sigarette che riempiono i momenti vuoti del lavoro in campagna e il trasferimento in città per il college che porta lo stress alle stelle.

A 20 anni, Lik era fortemente dipendente e, sebbene fosse conscio della nocività del fumo, non riusciva a farne a meno. Un giorno un dottore lo fece finalmente riflettere e decise di intraprendere la retta via: dire basta alle sigarette.

Fu così che nel 2002 cominciò a provare vari metodi per combattere la sua assuefazione, quelli che lui stesso consigliava e vendeva quotidianamente ai suoi clienti. Una sera si dimenticò di rimuovere il cerotto alla nicotina che portava addosso e quella notte fece un incubo terribile.

Scosso dall’evento ma animato da forte spirito scientifico, Lik decise di riprovare (stavolta volontariamente) l’esperienza onirica. Fece di nuovo lo stesso incubo e ciò lo fece riflettere: capì che l’assimilazione della nicotina non doveva essere costante, ma intermittente.

Da questa “epifania” nacque il principio che lo portò, appena 1 anno dopo, a depositare il primo brevetto della sigaretta elettronica. Si trattava di un marchingegno capace di vaporizzare una miscela di acqua e nicotina tramite ultrasuoni, che permetteva una somministrazione saltuaria al pari del fumo.

Da quel giorno, però, molte cose sono cambiate.

Sigarette elettroniche moderne VS prima generazione

Quando il vaping sbarcò in occidente poco più di 10 anni fa, la novità fu accolta con grande curiosità dal pubblico, sebbene suscitasse al contempo dei grossi dubbi sulla sua validità. Le prime vape pen sbuffavano vapore in maniera un po’ maldestra, capitava che schizzassero liquido in bocca e avevano una resa aromatica piuttosto insoddisfacente.

Insomma, il loro debutto fu tutt’altro che un successo.

Dopo l’ondata iniziale che viaggiò sulle ali dell’entusiasmo degli utenti, il mercato si arrestò improvvisamente e molti device finirono nei cassetti assieme a vecchi telefonini e caricabatterie in disuso. Tuttavia, la loro diffusione nei vari Paesi portò alla nascita di un nuovo settore e, dunque, di aziende che si cimentavano nella medesima impresa.

Nel 2007 fu inventato il cartomizzatore, formato da un serbatoio contenente del materiale spugnoso (di solito lana di perlon) che aveva il compito di rilasciare l’e-liquid in maniera continuativa verso le resistenza. Appena due anni dopo, invece, ci fu l’avvento del cleromizzatore, il sistema più simile a quello che viene usato oggi, che tramite una cordicella veicolava il liquido dal serbatoio alla coil.

Fu il momento in cui nacquero le prime box mod e in cui le e-cig iniziarono ad allontanarsi dalle forme classiche a penna per dirigersi verso nuovi orizzonti. Con l’ingrandimento delle componenti e l’impiego di più metallo e meno plastica, le sigarette elettroniche iniziarono davvero a soddisfare gli utenti.

Le batterie più potenti, la regolazione del wattaggio e le produzioni di e-liquid qualitativamente superiori hanno aperto la strada all’innovazione e da allora tutto è cambiato.

Negli ultimi 7 anni il vaping ha letteralmente preso il volo, con device sempre più tecnologici e capaci di andare incontro ad ogni esigenza dei vaper:

  • Modalità Smart con riconoscimento della coil e impostazione automatica del wattaggio
  • Atomizzatori con refill dall’alto e sistema anti-perdita
  • Tiri vellutati
  • Rese aromatiche notevoli
  • Attacchi magnetici o ad incastro delle componenti (senza filettatura)
  • Intercambiabilità di campane, tank e altri accessori
  • Curve di potenza impostabili nelle box con circuito DNA

Al giorno d’oggi anche la più economica delle pod mod ha il suo perché e il mercato high end viaggia su binari a dir poco rivoluzionari.

E questo è solo un assaggio di ciò che verrà nel tempo.

Il futuro del vaping nei prossimi anni

Se nei suoi primi 17 anni l’e-cig è cambiata così tanto, la prospettiva futura non può che incuriosire il grande pubblico su quelle che saranno le novità tecnologiche in arrivo.

Certo è che il settore necessiterebbe di un supporto maggiore da parte delle istituzioni per poter definitivamente consacrarsi come miglior alternativa al fumo di tabacco combusto.

La speranza è che le nuove normative possano aiutare il vaping ad avere dei riferimenti saldi per costruire un domani più solido e garantire un servizio sempre migliore a chi vuol smettere di fumare senza rinunciare al piacere del gesto.

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