Benzina, lo “sconto” di 25 centesimi delude. Sulle speculazioni indagano 7 procure

Lo sconto di 25 centesimi al litro fino a fine aprile non accontenta soprattutto i consumatori. Sette Procure indagano sulle denunce di speculazione

COSENZA – Bisognerà attendere ancora qualche giorno per vedere la benzina sotto i due euro: potrebbe arrivare lunedì in Gazzetta Ufficiale e quindi scattare il giorno successivo, martedì, la riduzione di 25 centesimi delle imposte applicate sui carburanti fino a fine aprile. Servirà invece qualche giorno in più, invece, per l’arrivo del decreto legge con tutte le altre norme, dalla sterilizzazione degli aumenti di energia per le famiglie sotto i 12mila euro di Isee alle rate per le imprese in difficoltà, fino al prelievo del 10% sugli extraprofitti delle società energetiche. Ma in tanti vogliono di più dal Governo dopo il via libera al decreto ‘taglia-prezzi’ dei carburanti. Le misure adottate valgono nel complesso 4,4 miliardi, ma questo non basta a frenare un vero e proprio coro di critiche, più o meno aspre. Dalle imprese ai sindacati, dai consumatori ai partiti, tutti chiedono di più. Anche nella maggioranza. Il leader del Pd, Enrico Letta plaude alle scelte ma dice che bisogna essere pronti ad ulteriori misure. Da Forza Italia si chiede un intervento con uno scostamento del deficit o con una spending review mentre Fassina (Leu) sostiene che si è stati ‘timidi’ sugli extraprofitti e Crippa (M5s) chiede più coraggio sulle bollette.

Imbufaliti i consumatori “misure ridicole”

Ma lo sconto di 25 centesimi al litro (che inizialmente veniva ipotizzato di soli 10 centesimi) non accontenta soprattutto i consumatori, che criticano sia l’importo insufficiente a colmare il divario con gli aumenti subiti, sia il fatto che l’intervento sia limitato nel tempo. “Con i carburanti che hanno raggiunto anche quota 2,3 euro al litro, una riduzione così limitata delle accise e per la durata di un solo mese non apporterà alcun vantaggio a famiglie e imprese – attacca il presidente Carlo Rienzi – Da novembre ad oggi i listini al dettaglio di benzina e gasolio hanno subito una escalation costante ingrassando le casse dello Stato. Ci si aspetta dal Governo molto ma molto di più, considerato che le accise pesano oggi per 0,728 euro al litro sulla benzina, 0,617 euro sul gasolio. Accise che vanno almeno dimezzate, se il Governo vuole davvero abbattere i prezzi alla pompa e risolvere l’emergenza carburanti”. Questo mentre sette Procure indagano sulle denunce di speculazione fatte dai consumatori e la Guardia di Finanza che ha risposto così alle sollecitazioni arrivate dagli esposti inviati all’inizio della settimana. Al momento si contano due diverse indagini a Roma e inchieste avviate dalla magistratura anche a Cagliari, Belluno, Prato, Ancona, Perugia, Verona. A Pescara, Trieste e Napoli è invece la Guardia di Finanza ad aver avviato verifiche sui listini dei carburanti.

Confindustria “provvedimento modesto”

Petrolieri e industriali sono sul piede di guerra: Confindustria definisce il testo ‘deludente e un provvedimento modesto’. L’indice è puntato soprattutto contro “l‘indisponibilità ad un taglio strutturale delle accise sui carburanti” ma anche verso la non immediata applicabilità della rateizzazione delle bollette per gli imprese e verso il prelievo degli extraprofitti sugli operatori che rischia di incorrere in rilievi Costituzionali. Per il vicepresidente di Confindustria per le filiere e le medie imprese, Maurizio Marchesini, “ci si aspettava un provvedimento più incisivo da parte del governo. La riduzione di 25 centesimi al litro del prezzo di benzina e gasolio, oltre a essere poco più che simbolica, vale per di più solo un mese. C’è grande delusione“, afferma Marchesini. “Le risorse stanziate sono modeste”, denuncia l’esponente degli industriali. “Se il tema è lo scostamento di bilancio, suggerisco di non aspettare troppo. Farlo ora significa mantenersi sotto importi contenuti”, avverte Marchesini. “La situazione è seria – mette in guardia il vice presidente di Confindustria – e c’è un grido di dolore delle nostre filiere industriali che, se continua a rimanere inascoltato, porterà sempre più chiusure e gravissime ripercussioni sociali”.

Assopetroli “pronti allo sciopero”

Assopetroli invece minaccia lo sciopero se il governo non eviterà danni per le imprese di distribuzione dei carburanti. Con il taglio delle accise i carburanti già immagazzinati con la vecchia accisa – spiegano – saranno venduti con la riduzione e quindi “subiranno una fortissima svalutazione rispetto al prezzo di carico” con un “danno enorme per il settore distributivo” che annuncia una mobilitazione se non ci saranno indennizzi. Ma va anche segnalato che, se in Sardegna la protesta dei tir è arrivato al settimo giorno, gli autotrasportatori di Fai e Conftrasporto hanno deciso di ‘congelare’ il blocco in programma per il 4 aprile.

 

 

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