Brunori Sas da Mara Venier: «Sanremo mi basterà per i prossimi 5 anni come frenesia ed energia»
Brunori Sas sale sul palco, canta il suo "Albero delle Noci". Per lui però, nessuna domanda da parte dei giornalisti e opinionisti presenti nonostante il suo posizionamento al terzo posto
SANREMO – “Mia figlia la prima sera mi ha detto ‘Babbo sei il nostro eroe‘. Poche parole ma nessuna domanda da parte dei giornalisti e opinionisti presenti, per il terzo classificato al 75° festival di Sanremo. In un teatro Ariston che oggi ha ospitato Domenica In, condotto da Mara Venier, ci sono tutti (o quasi) i protagonisti del Festival, con qualche eccezione: assenti infatti, Willie Peyote, Shablo, Massimo Ranieri e Rkomi. Dalle 14, su Rai 1, spazio ai commenti di Lino Banfi, Giorgia Cardinaletti, Francesca Pascale, Enzo Miccio, Luca Tommassini, Gabriele Cirilli, Giovanni Terzi, Barbara Foria, Marino Bartoletti, Pino Strabioli e all’esperto di moda Beppe Angiolini.
Dopo la rabbia di Elodie che ha difeso fortemente Giorgia sottolineando come, la sua esclusione tra i finalisti sia stata “vergognosa” e Lucio Corsi, che ha cantato la sua canzone dal vivo, con piano e chitarra, spazio anche al cantautore cosentino, Dario Brunori, terzo classificato, che fa lo stesso. Sale sul palco e canta il suo “Albero delle Noci”, imbracciando la chitarra. Prima però due battute sul suo Festival «Sanremo mi basterà per i prossimi 5 anni come frenesia ed energia. Sono abituato alla stufa a pellet e al plaid».
«Sono cresciuto in contesti periferici piccolissimi; il primo paese era di 400 abitanti e chiaramente Sanremo è leggendario per la famiglia. Nella scelta di venire qui, c’è sempre una componente familiare, una mamma che vede tutto questo come una punta d’orgoglio». Quando ero piccolo vedevo il festival perchè mia madre e mio padre facevano le pagelle e puntualmente le truccavano – racconta ironicamente – su chi aveva vinto».
«L’amore per la musica è stato a fasi alterne perchè mia madre è stata maestra di canto. A casa gli strumenti c’erano, ma non sempre quando cerchi di trasferire ad un figlio la passione per la musica ti riesce. Io l’ho presa sta chitarra a 13-14 anni per motivi ‘pragmatici’; è l’età in cui si iniziano a cercare attenzioni e non riuscendo in altro modo, perchè non mi consideravano, mi sono dato al chitarrismo da falò». Mara Venier ride e dice “guarda ora dove sei arrivato». Finito di cantare, non ci sono domande per lui. Brunori saluta tutti tra gli applausi e se ne va.