Decreto liste d’attesa, visite ed esami anche sabato e domenica: ecco cosa prevede

Approvato con 171 voti a favore e 122 contrari. Tra i punti anche la creazione di una piattaforma nazionale per monitorare in diretta l'andamento delle prestazioni

ROMA – Via libera della Camera al decreto liste d’attesa. Il testo, in seconda lettura a Montecitorio, è stato approvato con 171 sì e 122 no, ed è ufficialmente legge. Prevede, tra l’altro, l’istituzione presso l’Agenas di una piattaforma nazionale per le liste d’attesa per monitorare i tempi di erogazione delle prestazioni e il raggruppamento di strutture pubbliche e private convenzionate in un Cup (Centro prenotazioni) unico regionale o intraregionale. Per quanto riguarda i controlli, niente più intervento diretto da parte del ministero della Salute se una struttura fa aspettare troppo i cittadini, ma saranno i Ruas, i nuovi responsabili unici regionali dell’assistenza sanitaria, i responsabili del monitoraggio.

Che cosa prevede il decreto legge sulle liste d’attesa

Una piattaforma nazionale finalizzata a dialogare con quelle regionali delle liste di attesa, l’introduzione di un Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria alle dirette dipendenze del ministero della Salute, il via a un unico Cup, cioè il Codice Unico di Progetto (il codice che identifica un progetto d’investimento pubblico). Sono alcuni dei provvedimenti inseriti nel decreto legge relativo alle “misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie”, approvato dal Consiglio dei ministri nella giornata del 4 giugno.

Oltre a questo testo, composto da sette articoli, è stato approvato anche un disegno di legge – composto da 15 articoli – anch’esso dedicato al piano anti-liste di attesa. Due diversi provvedimenti che per il ministro della Salute Orazio Schillaci sono “frutto di un lavoro che ci ha visti confrontare con Regioni, ordini professionali e associazioni dei cittadini”. Testi che sono stati però accolti da pesanti critiche, sia da parte delle opposizioni che delle Regioni. Queste ultime, chiamate ad applicare la maggior parte delle misure, ribadiscono “l’assenza di concertazione“.

A cosa punta

La piattaforma nazionale è finalizzata a dialogare con le piattaforme regionali delle liste di attesa. Questo nuovo sistema di monitoraggio mira a superare quello attuale che non consente di conoscere l’offerta di prestazioni rispetto alla domanda

Organismo di controllo

L’articolo 2 introduce un Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria alle dirette dipendenze del ministero della Salute. Ha l’obiettivo di rafforzare le attività del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria istituito nel 2005. Il nuovo organismo verifica il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa e dei piani operativi per il recupero delle liste. È autorizzato ad accedere a tutte le tipologie di strutture sanitarie per verificare e analizzare le disfunzioni emergenti a seguito del controllo delle agende di prenotazione su segnalazione del cittadino, degli enti locali e delle associazioni di categoria utenti.

Obbligo di rispondere entro 15 giorni

L’Organismo può acquisire documentazione e richiedere chiarimenti e riscontri a cui le aziende sanitarie e le Regioni interessate hanno l’obbligo di rispondere, anche per via telematica, entro 15 giorni.

Cup unico/1

Per la prima volta viene istituito l’obbligo di un Cup (codice unico di un progetto) unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato. Lo si legge all’articolo 3. A oggi nei Cup regionali il privato convenzionato o non è presente o lo è soltanto in minima parte: per questo si prevede espressamente la nullità del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le prestazioni nei Cup pubblici

Cup unico/2

Per chi è autorizzato ma non ancora accreditato, il collegamento con i Cup pubblici diventa requisito per il rilascio dell’accreditamento istituzionale. Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorità, le aziende garantiscono al cittadino la prestazione attraverso il ricorso all’intramoenia o al privato accreditato. C’è inoltre il divieto per le aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione (le cosiddette agende) e sono introdotte soluzioni digitali per le prenotazione e il pagamento del ticket

Cup unico/3

Il Cup, nello specifico, deve attivare un sistema per richiamare il cittadino e richiedere la conferma o la cancellazione della prenotazione effettuata, almeno entro due giorni prima dell’erogazione della prestazione, per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate

Visite ed esami sabato e domenica 

L’articolo 4 introduce visite ed esami diagnostici anche di sabato e domenica, prolungando la fascia oraria. Per evitare eccessi nell’attività in intramoenia si prevede che in ogni azienda ospedaliera le ore di attività libero professionale non debbano eccedere quella ordinaria

Incremento del personale

Si incrementa la spesa per il personale di un importo complessivo pari al 15% dell’incremento del Fondo sanitario rispetto all’anno precedente (articolo 5). Dal 2025 il tetto di spesa viene abolito e sostituito da un altro meccanismo che non è di tipo vincolante ma legato alla programmazione delle aziende sulla base di un fabbisogno standard di personale sanitario. La norma va incontro alle reiterate richieste delle Regioni di rimozione del vincolo.

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