Il microbiologo Francesco Broccolo «nei pazienti rientrati dal Congo possibile coinfezione»
Dopo il decesso del paziente in Veneto, l'esperto spiega: «a ricerca di potenziali nuovi patogeni emergenti in questi casi è cruciale per la salute pubblica»
ROMA – Non è da escludere che il paziente rientrato in Italia dal Congo e poi deceduto in Veneto abbia contratto più patogeni, oltre al Plasmodio responsabile della malaria: è quanto osserva il microbiologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento, commentando il recente caso di decesso dove è stato isolato il Plasmodium falciparum.
A destare i sospetti è infatti la presenza della febbre emorragica. “Sebbene il Plasmodium falciparum sia noto per la sua capacità di causare un decorso rapido e potenzialmente fatale anche in soggetti non malnutriti, ciò che desta particolare interesse in questo caso è la presenza della febbre emorragica”, rileva Broccolo. “Questo sintomo, insieme al confronto con altri due casi italiani recenti che presentavano anch’essi febbre emorragica ma sono guariti, suggerisce la possibilità di una coinfezione con un virus endemico del Congo”.
Le febbri emorragiche sono infatti “tipicamente associate a virus, noti o ancora da identificare”, prosegue l’esperto. “I test hanno escluso la presenza dei virus endemici conosciuti del Congo, ma questo – osserva – non esclude la possibilità che ci troviamo di fronte a un nuovo virus emergente”. Secondo Broccolo “è fondamentale proseguire con le analisi di laboratorio sui campioni: non possiamo escludere che il paziente sia deceduto con la malaria e non per malaria, a causa di un nuovo virus ancora non identificato. La ricerca di potenziali nuovi patogeni emergenti in questi casi – conclude – è cruciale per la salute pubblica”.