Maxi sequestro di beni ad un soggetto legato alla camorra, immobili anche a Corigliano
Il valore dei beni sequestrati è di 19 milioni di euro. Colpito il patrimonio di un soggetto pluripregiudicato affiliato dapprima al clan Di Lauro e, in seguito, al gruppo degli “Scissionisti”
NAPOLI – La guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un provvedimento di sequestro, mobiliare e immobiliare del valore di circa 19 milioni di euro. Il provvedimento scaturisce da accertamenti economico-patrimoniali eseguiti nei confronti di un pluripregiudicato in stato di detenzione dal 2004 (con fine previsto nel 2077), a seguito di condanne definitive per i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, sequestro di persona, distruzione di cadavere, detenzione e porto illegale di armi da fuoco.
Il soggetto era già stato ritenuto “portatore di pericolosità qualificata” e, perciò, destinatario della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza (misura rimasta ineseguita in ragione dello stato di detenzione). È stata infatti accertata, anche grazie all’apporto di vari collaboratori di giustizia, la sua affiliazione, dapprima, al clan Di Lauro e, in seguito, al gruppo degli “Scissionisti”, nato da una contrapposizione interna al clan che, dalla fine del 2004, ha originato una violenta faida nei quartieri napoletani di Secondigliano e Scampia e nei comuni di Melito, Mugnano, Arzano e Casavatore.
Il soggetto secondo quanto emerso aveva il ruolo di gestione e controllo della vendita di cocaina nella zona delle “case celesti” di Secondigliano per conto e sotto il controllo dei Di Lauro, ai quali ha fornito un rilevante contributo in numerose vicende delittuose, tra cui quattro omicidi consumati nel 2004. Transitato con un ruolo di vertice nel gruppo degli “Scissionisti” capeggiato dal clan Amato-Pagano, ha poi gestito le attività criminali anche di quest’ultimo sodalizio nonostante lo stato detentivo, avvalendosi dei parenti dei detenuti ai quali affidava l’incarico di portare all’esterno le direttive da lui impartite.
Le indagini patrimoniali
Su queste premesse, sono state svolte indagini patrimoniali che hanno permesso di individuare cinque soggetti appartenenti a tre distinti gruppi familiari, risultati privi di adeguate capacità reddituale, a cui il proposto ha intestato fittiziamente numerosi beni mobili e immobili, tra cui, in particolare, 18 unità immobiliari site a Napoli, Melito di Napoli (Na), Vitulazio (Ce) e Corigliano Calabro (Cs) e i compendi aziendali di 2 imprese con sedi a Napoli ed Arzano, esercenti le attività di distribuzione di carburanti e compravendita immobiliare.