Record trapianti nel 2024 ma il 60% degli interventi è eseguito al Nord

Il 2024 è stato un anno record per i trapianti in Italia con 226 interventi in più rispetto al 2023. Più della metà però, viene eseguito al Nord

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ROMA – Sono cresciute le donazioni di organi (2.110 con un +2,7% rispetto al 2023), così come il numero di trapianti eseguiti che nel 2024 sono stati 4.692. Rispetto al 2023 sono 226 in più e si tratta dei valori più alti mai registrati. Il dato emerge dal Rapporto sulle donazioni e i trapianti in Italia presentato al ministero della Salute. Circa la metà dei trapianti (2.393) sono di rene (+6,6% rispetto al 2023); quelli di cuore sono stati 418 (+13%). In aumento i trapianti di fegato, 1.732 (+1,8%), mentre in lieve calo quelli di polmone (da 188 a 174); stabili quelli di pancreas (36).

A trainare i trapianti di cuore nello scorso anno è stata soprattutto la crescita della donazione a cuore fermo, cioè quella da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti: le donazioni di questa tipologia sono aumentate del 30,8% rispetto al 2023 (276) e i trapianti conseguenti del 39,3% (621). Nel 2024 quelli da donazione a cuore fermo hanno rappresentato il 13,2% di tutti i trapianti realizzati. Per quel che riguarda le donazioni, nel 2024, il tasso di donazione è salito a 30,2 donatori per milione di persone, superando per la prima volta quota 30, un livello che colloca il nostro Paese ai primi posti europei per donazioni di organi.

Le Regioni con il tasso più elevato di donazioni sono Toscana (49,4 donatori per milione), Emilia-Romagna (45,5) e Veneto (44,7). Si registra, però, una importante crescita anche nelle Regioni meridionali (Sicilia +5,7 punti per milione, Campania +3,1, Calabria +2,7).

Nel 2024 è stato raggiunto il numero più alto di sempre anche per le donazioni (410) e i trapianti (1.095) di cellule staminali ematopoietiche da non consanguinei. In quasi il 90% dei casi le cellule sono state prelevate da sangue periferico, la modalità meno invasiva, molto simile a una donazione di sangue. Positivo anche il trend di crescita dei donatori di midollo osseo: per la prima volta gli iscritti attivi nel registro Ibmdr (cioè le persone disponibili a donare) hanno superato il mezzo milione (512.194, +3,1%).

Un italiano su 3 rifiuta la donazione degli organi

Nel 2024 più di 1 cittadino italiano su 3 (il 36,3%), tra quanti hanno espresso la propria volontà nelle anagrafi comunali, ha optato per l’opposizione al prelievo degli organi con un aumento di circa 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. A oggi, nel Sistema informativo trapianti sono presenti 21,4 milioni di dichiarazioni di volontà: 15 milioni di consensi e 6,4 milioni di opposizioni.

I tassi di opposizione sono mediamente più alti al Sud, con percentuali superiori al 40% in tutte le Regioni meridionali, con il picco della Sicilia al 46,8%. Quelli più bassi al Nord, con i tassi minimi nella Provincia Autonoma di Trento (24%) e Valle d’Aosta (27,2%). Sardegna al 27,7%. Migliora leggermente, invece, l’opposizione al prelievo degli organi registrato nelle rianimazioni. La percentuale di chi ha rifiutato la donazione nel 2024 è scesa al 29,3% (rispetto al 30,3% del 2023). I tassi più alti si registrano in Valle d’Aosta (66,7%), Calabria (53,4%), Umbria (40,9%). Quelli più bassi nella Provincia Autonoma Trento e in Molise dove non si è riscontrata nessuna opposizione. (ANSA).

Il 60% dei trapianti è eseguito al Nord

Più della metà dei 4.692 trapianti eseguiti in Italia nel 2024 è stato effettuato in sole 4 Regioni: Lombardia (904), Veneto (718), Piemonte (504), Emilia Romagna (497). Nel complesso circa il 60% (2.846) è stato eseguito al Nord. Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto sulle donazioni e i trapianti in Italia elaborato dal Centro nazionale trapianti (Cnt) e presentato oggi al ministero della Salute. Tra le Regioni del Centro spiccano Lazio e Toscana (rispettivamente 467 e 390 trapianti); al Sud, Sicilia (341) e Puglia (229). La Lombardia è la Regione in cui si esegue il maggior numero di trapianti per tutti gli organi. Fanno eccezione i trapianti di cuore, per i quali il primato è condiviso con la Puglia (73 trapianti).

Ministro Schillaci «Le donazioni d’organo sintomo di civiltà»

“Le donazioni sono aumentate ma credo si possa fare ancora di più”. È quanto ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci in merito alla presentazione dei dati relativi all’attività di donazione e trapianti di organo in Italia. “Questi dati sono la testimonianza del valore e del livello del nostro sistema sanitario pubblico, di come si possano avere delle prestazioni di eccellenza gratuitamente”, ha aggiunto il ministro. “Questo è quello che vogliamo conservare e migliorare in un mondo complesso, perché oggi la sanità è molto diversa da quella di 45 anni fa, quando è stato fondato il nostro servizio sanitario nazionale: dobbiamo cambiare partendo da queste eccellenze”, ha concluso Schillaci.

Feltrin (Centro nazionale Trapianti) «Resta lo scarto, ma il Sud migliora»

“E’ importante sottolineare una crescita della capacità di donazione del Sud, che quest’anno ha contribuito in maniera più significativa rispetto agli anni precedenti alla capacità globale di donazione d’organi dell’Italia. Ci auguriamo che questo trend prosegua”. È quanto ha sottolineato invece, il direttore del Centro nazionale trapianti, Giuseppe Feltrin.

Tra le criticità emerse dal rapporto di quest’anno, la crescita delle dichiarazioni di opposizioni alla donazione da parte di chi rinnova la carta di identità. “Credo che il grande tema sia fornire una corretta informazione e raggiungere capillarmente tutte le categorie di cittadini”, aggiunge. “Ci preoccupa molto la crescita dell’opposizione nei giovani tra i 18 e 30 anni, ma su questo lavoreremo con attività specifiche durante quest’anno, prosegue Feltrin. “Ci sono quasi 8.000 i pazienti in attesa e buona parte di loro, se non riceve un organo, purtroppo è destinato a morire. Abbiamo fatto molto ma ogni giorno capiamo che dobbiamo fare di più”, conclude.

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