Superbonus: addio a sconto in fattura e cessione del credito. Una misura sanguinosa “a beneficio di pochi”

Voragine da 114 miliardi ei conti. Il nuovo Decreto Superbonus approvato dal governo elimina tutte le agevolazioni fiscali in materia di bonus edilizi. Addio a sconto in fattura e cessione del credito. Giorgetti «chiudere definitivamente con l’eccessiva generosità di questa misura»

ROMA – Quasi a sorpresa, in Consiglio dei ministri, è stato approvato il nuovo Decreto Superbonus che elimina tutte le agevolazioni fiscali in materia di bonus edilizi. Su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, il Governo ha approvato il decreto che introduce “misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali”. In particolare, le disposizioni sono volte alla tutela della finanza pubblica nel settore delle agevolazioni fiscali in materia edilizia e di efficienza energetica.

Superbonus: voragine nei conti da 114 miliardi

Parliamo quindi del Superbonus, dei bonus fiscali ed energetici con una nuova stretta. L’ultimo report dell’Enea di fine febbraio ha calcolato una spesa a carico dello Stato di 114,4 miliardi; circa 7.5 in più rispetto al mese di gennaio. Una vera e propria voragine nei conti pubblici provocata da una misura che il Governo Meloni ha sempre definito costosa e a favore di pochi. Nata con le migliori intenzioni, ha finito solo per agevolare chi di soldi ne aveva molti a disposizione, penalizzando chi invece voleva davvero ristrutturare la propria abitazione. Senza dimenticare l’enorme numero di truffe e i prezzi gonfiati che hanno mandato in tilt tutto il sistema. Abbiamo visto do tutto: ristrutturazione di ville e castelli e scheletri di immobili rimasti abbandonati.

Giorgetti «i risultati devastanti per la finanza pubblica»

L’ulteriore stretta sul Superbonus, spiegano dal Governo si è resa necessario anche alla luce degli ultimi dati certificati dall’Istat, che hanno portato alla revisione del deficit relativo all’anno 2023 arrivando alla misura del 7,2%, revisione al rialzo che segue quella già intervenuta per gli anni 2021 e 2022.  L’obiettivo, ha dichiarato Giorgetti è «chiudere definitivamente l’eccessiva generosità di questa misura e mettere un punto finale per il 2023». Il ministro dell’Economia ha aggiunto che aggiunto che «per il 2024 purtroppo le sorprese negative non sono mancate» e ha confermato «i risultati devastanti per la finanza pubblica». Il provvedimento arriva dopo quello approvato sempre dal Cdm a fine 2023 che già metteva già dei paletti alla misura introdotta dall’allora Governo Conte.

Giorgetti

Addio allo sconto in fattura e la cessione del credito

Le nuove regole di quello che era il Bonus del 110%, poi diventato del 90% e infine del 60% e del 50%, sono contenute tutte nel decreto approvato Ma quali sono le nuove regole: innanzitutto l’eliminazione, per gli interventi successivi all’entrata in vigore delle nuove norme, delle residue fattispecie per le quali risulta ancora vigente l’esercizio delle opzioni per il cosiddetto sconto in fattura o per la cessione del credito in luogo delle detrazioni. In pratica spariscono sia lo sconto in fattura che la cessione del credito, ovvero tutte le tipologie di bonus edilizi che erano ancora previste nel decreto approvato lo scorso dicembre.

Le deroghe (poche) per gli interventi già avviati

Eliminati quindi gli anche interventi di recupero di edifici nelle aree sismiche, per case popolari (Iacp), cooperative di abitazioni. Restano perciò le detrazioni fiscali. Il cittadino, di tasca sua, paga tutte le spese, poi potrà detrarre con la dichiarazione dei redditi il 40 o 50% (solo se i lavori sono iniziati) entro 10 anni. Va da se che ad agevolare la misura saranno solo i redditi più alti. Va detto che sono previste delle deroghe per gli iter già avviati, in caso di demolizioni e ricostruzione se è stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, per chi ha presentato la Cila (il titolo abilitativo introdotto dal decreto semplificazioni per snellire le procedure burocratiche per i lavori agevolati oggetto di richiesta del Superbonus) e nei condomini dove sia stata votata la delibera per assemblare i lavori.

SUPERBONUS
L’impalcatura su una facciata di un edificio a Napoli ristrutturata con i benefici fiscali del superbonus, 22 ottobre 2021. ANSA / CIRO FUSCO

La “remissione in bonis”

Si legge ancora nel Decreto «al fine di acquisire, alla scadenza ordinaria del termine previsto per le suddette agevolazioni (4 aprile 2024), l’ammontare del complesso delle opzioni esercitate e delle cessioni stipulate, si esclude l’applicazione dell’istituto della remissione in bonis che avrebbe consentito, con il pagamento di una minima sanzione, la comunicazione funzionale alla fruizione dei benefici fino al 15 ottobre 2024». In pratica viene cancellata la possibilità per il contribuente che è in ritardo nel presentare la documentazione necessaria, di poter accedere ai bonus edilizi con il pagamento di una piccola sanzione. Il termine ultimo per caricare la documentazione resta solo il 4 aprile 2024.

Dichiarazione preventiva e spesa

– Al fine di garantire un’adeguata e tempestiva conoscenza delle grandezze economiche e finanziarie connesse alle misure agevolative oggetto del decreto, l’introduzione di misure volte ad acquisire maggiori informazioni inerenti alla realizzazione degli interventi agevolabili. È, inoltre, previsto, un corredo sanzionatorio. In particolare, l’omessa trasmissione di tali informazioni, se relativa agli interventi già avviati, determina l’applicazione di una sanzione amministrativa di euro 10.000, mentre per i nuovi interventi è prevista la decadenza dall’agevolazione fiscale.

Crediti sospesi ha chi ha debiti con l’erario

– Al fine di evitare la fruizione dei bonus edilizi «anche da parte dei soggetti che hanno debiti nei confronti dell’erario, come già previsto nel nostro ordinamento in altri casi, si dispone la sospensione, fino a concorrenza di quanto dovuto, dell’utilizzabilità dei crediti di imposta inerenti i bonus edilizi in presenza di iscrizioni a ruolo o carichi affidati agli agenti della riscossione relativi imposte erariali nonché ad atti emessi dall’Agenzia delle entrate per importi complessivamente superiori a euro 10.000, se scaduti i termini di pagamento e purché non siano in essere provvedimenti di sospensione o non siano in corso piani di rateazione per i quali non sia intervenuta decadenza». Tradotto significa che i crediti d’imposta relativi ai bonus edilizi saranno sospesi a chi ha debiti con l’erari, e saranno compensati con quelli.

Stretta anche alle Aziende: una sola cessione del credito

– Sono introdotte misure volte a prevenire le frodi in materia di cessione dei crediti di imposta ACE (riservate alle aziende), riducendo a una la possibilità di cessione ed estendendo la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione, nonché ampliando i controlli preventivi in materia di operazioni sospette. Questo perchè, come ha evidenziato il ministro si sono registrati troppi utilizzi «fraudolenti». Si riduce ad una la possibilità di cessione del credito e si estende la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione.

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