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La denuncia Udicon: “Asp Cosenza sta inviando ticket sanitari risalenti anche a 10 anni fa”

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COSENZA – È un’ondata di lettere che sta generando smarrimento e rabbia tra i cittadini della provincia di Cosenza. In questi giorni l’Asp sta recapitando migliaia di richieste di pagamento per presunti ticket sanitari risalenti anche a dieci anni fa. Comunicazioni confuse, spesso incomplete, indirizzate perfino a chi gode di regolare esenzione per invalidità o a persone che, dopo tanto tempo, non dispongono più di documentazione utile a dimostrare la propria posizione.

Udicon: Una gestione inaccettabile, stop all’allarmismo

Riteniamo inaccettabile – denuncia Ferruccio Colamaria, presidente provinciale dell’Unione Difesa Consumatori (UDiCon)– che l’Azienda sanitaria stia scaricando sui cittadini responsabilità e irregolarità amministrative di cui non possono farsi carico. È assurdo che, dopo dieci anni, ci si ritrovi improvvisamente debitori per importi di cui non si ha memoria, senza alcuna verifica preventiva o comunicazione trasparente.

Lettere confuse e senza controlli, cittadini nel panico

Molte delle richieste inviate riportano codici incompleti, assenza di riferimenti temporali precisi e importi non giustificati. In alcuni casi, gli avvisi sono arrivati anche a eredi di persone decedute o a utenti esenti dal pagamento. Una situazione che, secondo l’Unione per la Difesa dei Consumatori, rischia di minare ulteriormente la fiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie.

L’appello: Non pagate senza verificare, siamo al vostro fianco

L’associazione invita tutti i cittadini che hanno ricevuto le comunicazioni dall’ASP a non procedere al pagamento prima di una verifica accurata. Gli sportelli UDiCon sono a disposizione per controllare la legittimità delle richieste e, qualora risultino indebite, avviare ricorsi o contenziosi formali per difendere i diritti dei cittadini.

Tutela e trasparenza

Il nostro compito – conclude Colamaria – è tutelare i cittadini e ristabilire chiarezza. Le istituzioni devono assumersi la responsabilità di garantire trasparenza, comunicazione e correttezza amministrativa. Alimentare il panico non è solo sbagliato: è dannoso per la fiducia e per il rapporto tra sanità pubblica e comunità.

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