Valentino Amendola è stato condannato dal Tribunale di Cosenza ad una pena pari a undici anni e e quattro mesi di detenzione
COSENZA – Tragedia familiare oggetto di sentenza di primo grado. Il gup Piero Santese del Tribunale di Cosenza ha condannato il trentacinquenne cosentino Valentino Amendola, ad undici anni e quattro mesi di detenzione. Accusato di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia, per lui il pm Giuseppe Visconti aveva chiesto una pena pari a dodici anni di reclusione. Il giovane che lo scorso marzo aveva accoltellato la madre al culmine di una lite, nel corso dell’interrogatorio si è detto più volte pentito del gesto compiuto. Valentino Amendola dopo una prima fase in cui in stato di shock si era avvalso della facoltà di non rispondere, ha poi ammesso le proprie responsabilità nel ferimento che ha portato la sessantenne ad essere trasportata in stato di coma all’Ospedale di Cosenza. Ricoverata per diverso tempo nel reparto di Rianimazione dell’Annunziata la donna non è ancora oggi nel pieno delle sue facoltà psico-fisiche.
L’aggressione era avvenuta nell’abitazione in cui i due vivevano. Una palazzina di via Lucania, nel quartiere Panebianco di Cosenza, dove il trentacinquenne era già stato segnalato per un’altra discussione con la mamma nelle settimane precedenti dopo un intervento delle forze dell’ordine. Il gesto però, come accertato dall’autorità giudiziaria, non sarebbe stato premeditato. Il litigio, uno dei tanti che si consumavano in casa, non sarebbe inoltre attribuibile, come emerso nel corso del processo, a ragioni legate al consumo di droga o a dazioni di denaro. La sorella Immacolata Amendola, costituitasi come parte civile nel processo, ha ottenuto il risarcimento del danno che dovrà essere stabilito da una successiva azione civile. Nel frattempo la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Giovanni Cadavero, sta valutando l’opportunità di ricorrere in Appello.