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Mangiamo troppo e ci muoviamo poco. Ma Il 75% dei calabresi promuove la propria salute

Salute medico check-up screening

COSENZA – Tre calabresi su quattro si dichiarano in buona salute, ma quasi quattro su dieci hanno problemi di peso e solo un terzo pratica regolarmente attività fisica. È il quadro che emerge dai dati 2023-2024 della Sorveglianza Passi, promossa dall’Istituto Superiore di Sanità, che fotografa lo stato di salute e gli stili di vita della popolazione tra i 18 e i 69 anni. Secondo il report, il 74,9% degli adulti calabresi valuta positivamente la propria condizione fisica, dichiarando di sentirsi “bene” o “molto bene”. Un dato sostanzialmente in linea con la media nazionale (74%), mentre il restante campione si divide tra chi si percepisce “discretamente” e una piccola quota che riferisce uno stato di salute “cattivo” o “molto cattivo”.

In media, i cittadini calabresi dichiarano 2,2 giorni di cattiva salute al mese, di cui 1,3 dovuti a problemi fisici e 1,1 a difficoltà psicologiche. Si tratta di valori inferiori rispetto alla media italiana, dove gli intervistati riferiscono quasi cinque giorni di malessere al mese. Tuttavia, la percezione del benessere resta fortemente influenzata da condizioni economiche, livello di istruzione e presenza di patologie croniche o sintomi depressivi.

Sovrappeso e inattività

Sul fronte degli stili di vita, la Calabria mostra alcune fragilità strutturali. Il 35,8% della popolazione è in sovrappeso e il 10,6% è obeso, valori leggermente superiori alla media nazionale. Solo il 28,2% delle persone in eccesso ponderale riferisce di aver ricevuto dal medico il consiglio di perdere peso, un dato inferiore rispetto al resto del Paese.

Anche l’attività fisica rappresenta un punto critico: solo il 33,7% dei calabresi può essere considerato “attivo”, mentre il 35,4% è sedentario. Appena il 17,7% ha ricevuto un invito da parte di un operatore sanitario a muoversi di più. Delle persone attive solo il 4,3% usa la bici e il 18,2% fa tragitti a piedi.  Questi numeri confermano un quadro preoccupante sul piano della prevenzione, poiché sedentarietà e sovrappeso sono tra i principali fattori di rischio per le malattie croniche. Appena il 22.5% dei fumatori calabresi ha provato a smettere. Di questi ci è riuscito il 15,4%.

Prevenzione ancora indietro

Anche gli indicatori relativi agli screening di prevenzione restano al di sotto della media nazionale. In particolare, la copertura dello screening mammografico si ferma al 46,2%, segnalando la necessità di rafforzare le campagne di sensibilizzazione e l’accesso ai programmi di diagnosi precoce.

Il confronto con le altre regioni

A livello nazionale, il quadro appare disomogeneo. Le province autonome di Bolzano (84,8%) e Trento (79,2%), insieme a Valle d’Aosta (81,6%) ed Emilia-Romagna (76,6%), guidano la classifica delle regioni con la più alta percentuale di cittadini soddisfatti del proprio stato di salute. La Basilicata (66,9%), il Molise (66,2%) e la Sardegna (67,7%) si collocano invece agli ultimi posti. La Calabria, con il suo 74,9%, rientra nella fascia intermedia, in linea con la media nazionale e con regioni come Campania, Lazio, Sicilia e Toscana.

Giovani e uomini i più soddisfatti

Dai dati emerge anche un marcato divario generazionale e di genere. Il 90% dei giovani tra 18 e 34 anni si dichiara in buona salute, ma la percentuale scende al 61% tra i 50 e i 69 anni. Gli uomini mostrano una percezione più positiva del proprio stato fisico rispetto alle donne (78% contro 71%). Fra le persone con patologie croniche o sintomi depressivi, invece, la percezione di benessere cala drasticamente: solo il 46% e il 38% rispettivamente dichiarano di sentirsi in buona salute, con una media di otto giorni al mese vissuti in condizioni fisiche o psicologiche difficili.

Salute dei calabresi: un quadro in chiaroscuro

Il report Passi restituisce, per la Calabria, un’immagine complessivamente positiva ma non priva di ombre. Se la percezione soggettiva della salute è incoraggiante, permangono criticità legate agli stili di vita, all’attività fisica insufficiente e a una prevenzione ancora fragile. Fattori che, secondo gli esperti, incidono direttamente sulla qualità della vita e sul benessere reale della popolazione adulta.

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