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La pioggia non ferma la manifestazione No Ponte “siamo 15mila”. Salvini: “cantieri nel 2026”

Ponte stretto messina manifestazione

MESSINA – Sotto una pioggia battente, ieri migliaia di persone hanno attraversato le strade della città Messina con lo slogan “Lo Stretto non si tocca”, celebrando il record di adesioni alla mobilitazione contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Dal fronte opposto, il ministro Matteo Salvini rilancia: “Rifare una gara significa dire no al ponte. I cantieri partiranno nel 2026”.

La pubblicazione delle motivazioni della Corte dei Conti ha riacceso un fronte che sembrava sopito. In migliaia hanno attraversato Messina con un lungo corteo partito da piazza Castronovo.  La grande partecipazione, il coinvolgimento di associazioni di tutta Italia e il ritorno di volti storici come Accorinti segnano un nuovo capitolo della battaglia ultra trentennale sul Ponte. Sul futuro del progetto resta ora un nodo politico e istituzionale: tra la determinazione del governo e la pressione crescente dei territori, il 2026 — anno indicato per l’apertura dei cantieri — appare più che mai un obiettivo tutto da verificare.

Corteo No Ponte: 100 organizzazioni in piazza

La manifestazione “No Ponte”, definita dagli organizzatori come la più partecipata di sempre, ha portato per le strade di Messina più di 15 mila persone nonostante il maltempo. Il corteo, partito da piazza Castronovo, è stato sostenuto da 100 organizzazioni: 5 comitati No Ponte, 47 associazioni ambientaliste, 36 tra associazioni e movimenti, 7 organizzazioni politiche e 5 sindacati. Una mobilitazione composita, trasversale e radicata nel territorio, sull’onda delle motivazioni con cui la Corte dei conti ha bloccato l’iter progettuale, giudicate dai manifestanti come “una conferma” alle loro battaglie.

«Lo storico risultato di oggi è il frutto di anni di lavoro dal basso che hanno messo al centro i cittadini. Il nostro è stato un percorso contro tutti: da chi ci definiva ‘cavernicoli’ a chi ha cercato di sminuirci pubblicando foto costruite ad arte per farci sembrare ‘quattro gatti’. Oggi vinciamo su chi ha tentato di appropriarsi della nostra lotta, su chi ha alimentato il fuoco della paura e su chi ha scommesso, fino all’ultimo, che saremmo stati pochi e disorganizzati. Oggi Davide ha sconfitto Golia!“. Così il Comitato Noponte Capo Peloro ha commento la protesta a Messina.

 “Abbiamo scritto la storia del movimento no ponte! Più di 15mila cittadine e cittadini, fra famiglie, studenti, docenti e lavoratori sono scesi in strada nonostante la pioggia, raccogliendo l’appello del Comitato promotore del corteo, per urlare no – aggiunge il Comitato – a un’opera costosa, inutile e dannosa che solo questo Governo continua a ritenere prioritaria per il Sud. Più di 15mila persone hanno sfilato per i viali di Messina mostrando a Salvini e Meloni quali sono le vere esigenze della nostra terra: acqua, sanità, dissesto idrogeologico e sviluppo”.

Schlein: “una vittoria dei comitati. il governo si fermi e si scusi”

Sul palco del comizio finale è intervenuta la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha affermato: “Questo blocco è una vittoria dei comitati e dei loro argomenti. Dopo la sentenza della Corte dei conti, Meloni e Salvini devono fermarsi e chiedere scusa per aver buttato 13 miliardi sottraendoli alle vere opere utili per siciliani e calabresi”. La leader dem ha ribadito che il Pd e le altre forze di opposizione sono “al fianco della protesta”.

Bonelli (AVS): “Costruiremo un muro di legalità. E il ponte non si farà”

Duro l’intervento del portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, che ha attaccato il governo Meloni: “Se pensate di andare avanti nonostante il diniego della Corte dei conti, costruiremo un muro di legalità. Salvini vuole esportare il modello del ponte? Io propongo di esportare Salvini”.

Accorinti: “Lo Stretto è sacro. Se aprono i cantieri, disobbedienza civile”

Nel cuore del corteo, l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, storico leader del movimento No Ponte, ha ribadito: “Il ponte è un’opera inutile e devastante. Lo Stretto è una zona sacra, non si può toccare. Se apriranno i cantieri, faremmo disobbedienza civile”. Accorinti ha contestato anche la narrazione sul presunto sviluppo economico: “La Calabria è già collegata all’Italia ed è la regione più povera d’Europa. Non è il ponte che crea ricchezza”. Non sono mancate stoccate ai leader dell’opposizione assenti: “Conte e Landini dove sono? Dovevano essere qui. Una battaglia come questa richiede unità”.

Il fronte governativo: Salvini rilancia, Tajani appoggia

Dall’altra parte dello Stretto, in collegamento con un convegno a Reggio Calabria, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha ribadito la volontà di andare avanti: “Rifare un’altra gara significa dire no al ponte. L’obiettivo è aprire i cantieri nel 2026. Il ponte serve a tutti: siciliani, studenti, medici, turisti, agricoltori e alla Difesa”.

Salvini ha riconosciuto le difficoltà poste dalla Corte dei conti, ma assicura: “Supereremo le perplessità. Avrei voluto iniziare entro novembre o dicembre 2024, vorrà dire che partiremo nel 2026”. Al ministro ha fatto eco il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha confermato la piena convergenza con la linea della Lega.

Germanà (Lega), 15mila a corteo Messina? Per noi 4mila

 “Leggo che oggi alla manifestazione No ponte secondo gli organizzatori sarebbero scese in piazza 15mila persone. Noi non ne abbiamo contate più di 4mila. Rispettiamo la loro posizione ma non ci fermeremo, non manderemo all’aria un progetto che rilancerà l’economia dell’Italia e dei territori coinvolti per i soliti partiti del No. L’obiettivo è aprire i cantieri nel 2026″.     Così in una nota il senatore della Lega Nino Germanà

Due piazze finali: la frattura interna al movimento

Accanto al corteo principale, alcune organizzazioni hanno scelto un percorso alternativo con un concerto in piazza Municipio. Tra loro: Assemblea No Ponte, “Cambiamo Messina dal Basso”, movimenti pro Palestina, collettivi studenteschi e realtà come Mediterranea Saving Humans.

Lo slogan del secondo evento: “Contro le grandi opere. I territori sono di chi li abita. Palestina libera”. Secondo Federico Alagna, portavoce dell’Assemblea No Ponte: “Abbiamo scelto una piazza che non fosse appiattita sui leader nazionali. La lotta non si delega. Vogliamo chiudere la Stretto di Messina SpA e archiviare definitivamente il progetto”.

 

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