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Mimmo Lucano, arriva stop alla candidatura alle regionali ma lui resiste: «Non faremo passi indietro»

Mimmo Lucano 4

COSENZA – La mannaia della Legge Severino blocca la candidatura di Mimmo Lucano alle regionali in Calabria del 5 e 6 ottobre. I tribunali di Reggio Calabria e Cosenza hanno dichiarato il sindaco di Riace incandidabile a causa della condanna definitiva per falso ideologico, unico residuo del maxiprocesso Xenia. Lucano ha impugnato la decisione dei giudici entro le 24 ore previste.

Lucano era stato assolto da quasi tutte le accuse, con la condanna ridotta a 18 mesi (pena sospesa) per aver falsamente attestato controlli su rendiconti legati ai progetti di accoglienza. Una condotta che i giudici hanno ritenuto abuso dei poteri certificatori, richiamando l’articolo 479 del codice penale.

Gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Saitta contestano la decisione: secondo loro, la Severino si applica solo se c’è una condanna definitiva per abuso di potere, mai contestato nei processi a Lucano. «La decadenza, così come l’incandidabilità, sono infondate: serve una condanna definitiva per un reato commesso con abuso di potere, cosa che nel caso di Lucano non c’è. Altrimenti, il legislatore avrebbe inserito questo reato nell’elenco di quelli che comportano la decadenza, ma non l’ha fatto. E poi rimane la questione principale: il giudice penale non ha contestato l’abuso di potere, cosa che si evince anche dal fatto di non aver disposto l’interdizione». Inoltre, la Corte d’Appello aveva eliminato l’interdizione dai pubblici uffici, segno che non vi era abuso. La candidatura era stata persino convalidata a Cosenza.

Il sindaco denuncia un accanimento politico:  «Qualsiasi cosa io possa dire rischia di sembrare un luogo comune, o magari un pretesto per attirare l’attenzione – commenta Lucano al Dubbio –. Ma non dipende da me. Quello che posso dire è che c’è un filo conduttore: parte dalla vicenda penale e dall’azzeramento dello Sprar a Riace, che era l’unica realtà capace di dimostrare concretamente che l’accoglienza nelle cosiddette aree interne — viste dalle destre come un problema — poteva invece essere la soluzione. Un’occasione per far rinascere i paesi. Questo teorema è stato considerato pericoloso dalla destra, in Italia e in Europa. E proprio lì è avvenuto il ribaltamento: l’esperienza di Riace, che poteva essere l’unica occasione concreta di riscatto, è stata trasformata in un bersaglio. È inaccettabile, e continua ad esserlo»

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