Area Urbana
Rinvio a giudizio
Cosenza: morte Ilaria Mirabelli, Molinari va a processo per omicidio stradale
Per la morte di Ilaria Mirabelli, Mario Molinari è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio stradale. L’incidente ad agosto del 2024 in circostanze ancora non chiare
COSENZA – Il 45enne cosentino Mario Molinari è stato rinviato a giudizio per la morte di Ilaria Mirabelli. Dovrà rispondere dell’accusa di omicidio stradale aggravato, nel processo che partirà a febbraio per far luce sulla dinamica del presunto incidente che ha provocato la morte della giovane cosentina. Il sinistro sarebbe avvenuto in circostanze ancora non chiare, il 25 agosto 2024, in località Baracchella di Aprigliano.
Il corpo privo di vita della 38enne di Laurignano, è stato ritrovato a qualche decina di metri di distanza dalla Volkswagen Up, a bordo della quale la coppia stava rientrando da un pranzo in Sila. Era in una strada sterrata che affaccia sulla statale 108 bis, mentre del suo amato cagnolino (ritrovato nella zona nei giorni successivi) non c’era traccia.
Omicidio Mirabelli, rinvio a giudizio per Molinari
Il Gip del Tribunale di Cosenza Giusy Ferrucci, nel pomeriggio di oggi, al termine della camera di consiglio ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Donatella Donato. Molinari, risultato positivo all’assunzione di cocaina, cannabinoidi e alcol, dal suo canto ha sempre sostenuto che alla guida della vettura vi fosse Ilaria. È stato ristretto agli arresti domiciliari (tra febbraio e marzo 2025) e stamattina, nel corso della discussione, l’avvocato difensore (Nicola Rendace) per lui aveva chiesto il non luogo a procedere.
La difesa accusa la stampa: “Tutto inventato”
La difesa di Molinari ha puntato il dito contro la stampa affermando che il suo assistito sarebbe vittima di un linciaggio mediatico e di una feroce campagna diffamatoria. L’avvocato Rendace ha accusato in aula il primo giornalista che nell’immediatezza dei fatti si è recato sul luogo dell’incidente, rivelando dettagli della vicenda, affermando che aveva ipotizzato un omicidio senza avere fonti.
I colleghi avrebbero cavalcato l’onda del femminicidio suscitando indignazione nella cittadinanza che è scesa in massa in piazza chiedendo “verità per Ilaria” e accusando il padre Antonio, di far parte di una ipotetica cupola di potere in grado di pilotare le indagini. “È tutto inventato – ha detto Rendace in aula – la macchina del fango era partita, andava trovato un responsabile. E la Procura di Cosenza lo ha fornito”. Per la difesa dell’imputato è inoltre incredibile che non siano state fatte investigazioni per rintracciare il conducente dell’altra auto coinvolta nel sinistro. Una vettura i cui occupanti sarebbero scappati dopo aver capito la gravità dell’accaduto, ma che avrebbero invece potuto fornire preziosi indizi.
Chi guidava l’auto di Molinari?
Il DNA trovato nelle particelle di epidermide prelevate dallo sterzo e dal cambio appartengono, secondo gli accertamenti svolti dal Ris di Messina, a Mario Molinari. Non è invece stata ritrovata alcuna impronta di Ilaria lato guidatore. Le prove di compatibilità, eseguite nel corso delle indagini, nell’auto dove Molinari è stato fatto sedere (mantenendo il sedile nella stessa posizione nella quale è stato ritrovato), per Rendace non sarebbero credibili.
Il motivo? Il torace sarebbe troppo ravvicinato allo sterzo e dalle foto, che immortalano Molinari alla guida su Facebook, si evince che è sua abitudine guidare con una postura più comoda e rilassata. In più testimonierebbero che non era lui alla guida in quanto, se così fosse, avrebbe riportato gravi ferite anziché uscirne illeso.
La posizione del padre di Mario Molinari
Per quanto riguarda invece le felci incastrate nella portiera del veicolo lato passeggero, secondo la difesa, testimonierebbero come sia stato aperto e chiuso più volte dopo l’incidente. I legali dell’imputato hanno affermato che anche un vigile del Fuoco sarebbe entrato nell’abitacolo per chiudere il quadro ancora acceso, quindi potrebbe non essere il punto dal quale è balzata fuori la vittima dopo che era stato perso il controllo dell’auto.
Intanto la posizione del padre, Antonio Molinari proprietario della Volkswagen Up sulla quale viaggiavano Ilaria e Mario non è stata archiviata. L’uomo, ex direttore generale della Provincia di Cosenza ha assistito all’udienza e, nel corso della discussione della difesa, che ne chiedeva l’estromissione dall’eventuale responsabilità civile, si è lasciato andare in un pianto liberatorio.



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