LOS ANGELES – Secondo le autorità americane Paul Ceglia avrebbe falsificato le prove con le quali voleva farsi riconoscere il 50% di Facebook e così intascarsi
un patrimonio di circa 40 miliardi di dollari, ma ora rischia una condanna per truffa e diversi anni di prigione.Fino a qualche giorno fa nel nostro Paese era un signor nessuno, ma in America era salito alle cronache per aver intentato causa a Mark Zuckerberg reclamando il 50% di Facebook. Nel caso l’avesse vinta, gli sarebbe spettato un patrimonio di circa 40 miliardi di dollari. La causa viene avviata nel luglio 2010 e Paul Ceglia porta una serie di prove che dimostrerebbero un accordo tra lui e Mark Zuckerberg in base al quale gli spetterebbe il 50% del social network. I due si erano conosciuti perché Zuckerberg aveva lavorato come programmatore presso StreetFax, azienda appunto di Ceglia. Per avvalorare la sua tesi, Ceglia ha utilizzato una serie di email e un contratto che il giovane Zuckerberg avrebbe firmato nella primavera del 2003 in cui cederebbe il 50% di un progetto chiamato appunto Facebook. Solo che il nostro Mark ha affermato più volte che il social network è stato concepito a dicembre del 2003, molto più tardi rispetto a quanto affermava Ceglia. Per portare avanti la sua causa, Ceglia aveva assoldato studi di avvocati di primo piano, ma la truffa a quanto pare non è andata in porto. Secondo le autorità le prove sono state contraffatte, alcune create ad arte e altre, che avrebbero smentito la sua tesi, sarebbero state volutamente distrutte. Accusato ora di frode, Paul Ceglia è stato arrestato e rischia una condanna fino a 40 anni .