Cannizzaro: «Lavoriamo per la Stazione unica appaltante»

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COSENZA –  | VIDEO INTERVISTA | Il sincronismo degli eroi. Cosenza, lo dicono i numeri, lo confermano gli atti, lo certifica la percezione dell’opinione pubblica, ha il vantaggio di essere rappresentata da tre alte figure di Stato. Quell’alto senso di legalità e di presenza sul territorio cittadino e provinciale,

oltre ad essere garantito dal colonnello Francesco Ferace, comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri di Cosenza e dal questore Alfredo Anzalone, trova il suo punto di “raccordo” nella lotta antistato nel prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro. Il funzionario di Stato, campano di nascita, ma giramondo per vocazione istituzionale, sin dal suo insediamento a Cosenza, avvenuto il 13 gennaio del 2011, dopo lunghe esperienze nelle zone calde del salernitano e del reggino, ha avviato una serie di accordi sinergici con le istituzioni locale e le forze dell’ordine, autentici punti di forza nel contrasto all’illegalità imperante e alla diffusione delle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico, sociale e produttivo del territorio. Come è già successo per le altre e late figure di Stato, anche l’inquilino del palazzo del Governo, ci apre le stanze della sua struttura, concedendosi alla telecamera di quicosenza.it. Sollecitato dalle domande della collega Daniela Caruso e del direttore del quotidiano on line, Giuseppe Gangale, tra gli scatti fotograficxi e i video della collega Simnona Gangale, il prefetto ha risposto a tutte le domande, inerenti non solo il suo lavoro, ma anche e soprattutto il ruolo dei media nella divulgfazione delle notizie, utile cassa di risonanza per l’opionione pubblica nella divulgazione di fatti di rilevante portata istituzionale. Il vice prefetto Antonella Vecchio, altro autentico punto di forza della Prefettura, addetta ai rapporti con la stampa, ci fà da punto di contatto per l’intervista. Il tema che sta più a cuore al prefetto è quello dell’azione sinergica, importante e continua alla illegalità. Proprio per questo, Cannizzaro, già il secondo giorno dal suo insediamento – dichiara soddifatto – di aver «prediposto un protocollo d’intesa con i Comuni del territorio, proprio come segnale di una sinergia a largo raggio per impedire l’accesso della ‘ndrangheta nella gestione degli appalti. L’adesione – prosegue – è stata eccezionale. Dopo il Comune di Cosenza, il primo a firmare l’accordo, il patto sinergico ha visto oltre 50 Enti, porre la loro firma sul protocollo d’intesa. Credo dice il prefetto di non aver fatto nulla nè di eccezionale, nè di originale. E’ stato un atto legato alla salvaguardia della legalità, soprattutto perchè il rischio di “intromissioni” dell’Antistato nella gestione dei fondi destinati alle opere pubbliche e alle infrastrutture è alto». Nello specifico, il prefetto fa l’esempio di Paola, comune che, per quanto riguarda l’opera di costruzione ed ampliamento del porto ga avuto l’elargizione di oltre 50milioni di euro, troppi, per non far gola ai nemici della legalità. Non solo. «Lo stesso protocollo d’intesa, l’abbiamo sottoscritto con la Confcommercio, altro polmone produttivo dell’economia, sana e utile alla crescita e allo sviluppo del territorio, nonchè con i vertici dell’Azienda Ospedaliera dell’Annunziata e dell’Azienda sanitaria provinciale, nella compilazione dei bandi di gara per l’acquisto e la fornitura dei macchinari. Un’azione di controllo, minuziosa che – prosegue il Prefetto – avviene puntualmente sotto la stretta osservanza delle procedure antimafia da parte dei miei funzionari. Ora sto facendo lo stesso per la creazione della Stazione unica appaltante. Ho mandato alla Provincia di Cosenza la proposta, ora vediamo gli sviluppi e poi speriamo che, in tempi brevi, il progetto veda la luce e decolli. Per il bene della democrazia». La collega Daniela Caruso si rivolge al prefetto chiedendogli di tracciare un consuntivo diquesti due anni. «Il termine consuntivo non è uno dei preferiti nel mio vocabolorario. Mi piace di più la parola fare, portare a termine, tracciare. Svolgo la mia funzione con l’impegno di fare sempre un’attenta autoanalisi del lavoro che faccio, mi porta, spesso a chiedermi se le cose che ho fatto sono direttamente proporzionali a quelle che voglio fare. Il mio mandato qui non era ancora finito. So bene che, entro il 2013 terminerà, il mio così come quello del colonnello dei carabinieri e del questore. Certo se guardo gli ultimi sette anni, tra i miei predecessori sono il più longevo. Comunque pensiamo al presente, che dice che ancora c’è tanto da fare. I problemi sulla città e sul territorio, purtroppo, sono tanti, pretendere di dare risposte a tutti sarebbe presuntuoso, lavoriamo con la consapevolezza di poter dare soluzioni alle emergenze». Il discorso poi scivola, sui suoi “compagni” di viaggio: Alfredo Anzalone e Francesco Ferace. «Il giudizio è straordinariamente positivo. Sin da subito tra di noi è come se si fosse accesa una scintilla, la voglia di fare e di salvaguardare il livello della sicurezza della società civile e il manenimento delle più elementare regole della democrazia». Ultimo punto di domanda: il rapporto tra la Prefettura e la stampa. «Lo definirei un rapporto simbiotico, soprattutto, quando il rapporto è leale e corretto. La diffusione delle informazioni riguardnti il lavoro dello Stato sul territorio – continua Cannizzaro – sta alla nostra capacità di indicare alla cittadinanza un modello di riferimento. Finora questo perfetto binomio s’è dimostrato utile al territorio e spero proseguirà anche in futuro, con il vostro coinvolgimento diretto». E’ con l’augurio di buon lavoro alla redazione di quicosenza.it e con i nostri ringraziamenti al prefetto Cannizzaro e al vice prefetto Vecchio, per la cortesia di averci ricevuto e rilasciato una video intervista, che si conclude la nostra chiacchierata con l’inquilino del palazzo del governo. Il “tempio” della democrazia ha tre cavalieri di fiducia su cui poter contare.

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