Klaus Algieri: la Confcommercio non conosce le regole dei licenziamenti

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COSENZA – | Video | Il leader dell’ottimismo. Klaus Algieri, imprenditore di successo del cosentino, è dal 2009 presidente della Confcommercio di Cosenza.

Per descriverlo basta poco: tipo schietto, idee brillanti, linguaggio semplice, profondo conoscitore del mercato e dei suoi segreti, ci riceve nel salone

delle riunioni dell’ente che dirige per concerderci una video intervista. Che ci troviamo di fronte ad un personaggio carismatico, lo capiamo non appena il presidente dice: «La fortuna dei miei soci è quella di avere me come Presidente, non perchè sono bello, bravo o intelligente, ma semplicemente perchè per mestiere faccio il commerciante e ragiono come tale». L’accoglienza che ci riserva è ottima, a fare gli onori di casa e a darci il benvenuto, ci pensa il Direttore di Confcommercio Cosenza Maria Cocciolo. Il Presidente dell’organismo di rappresentanza delle imprese, risponde alle domande che la collega Daniela Caruso e il direttore di QuiCosenza, Giuseppe Gangale, gli propongono. Una chiacchierata a largo raggio, affrontando alcuni dei temi più caldi del momento: la crisi.

 

LO SCENARIO – «La situazione attuale, purtroppo, non è delle migliori. Questa crisi economica sta, ormai da tempo, condizionando il mercato, facendo sempre più calare i consumi. Il Natale alle porte non sarà certo dei migliori. La crisi, seppur da più parti, viene definita come quasi finita, credo che alle nostre latitudini e longitudini si farà sentire per almeno altri cinque o sei mesi. Purtroppo, devo constatare con dispiacere che il Governo Monti non ha accolto nessuna delle proposte avanzate dalla Confcommercio: sia quella di non tassare le tredicesime, sia quella di non tassare gli straordinari. In questa crisi specifica, però, non riscontro precise responsabilità. E’ una questione di un sistema nazionale in crisi».

 

LA CURA – «Magari la conoscessi. Credo che il modo migliore per superare questo prolungato momento difficile, sia dal punto di vista economico che produttivo, sia quello di reagire. Per reagire intendo quella capacità sana, mirata, convinta dei commercianti di affrontare la difficile congiuntura economica e di resistere pur di mantere in vita la propria attività aziendale. L’apparato delle piccole e medie imprese non conosce le regole dei licenziamenti, quelli facili, non riconosce la politica della concessione delle casse integrazioni a pioggia, ma cerca di salvare i posti di lavoro e con essi anche il futuro delle aziende»

.

IL MERCATO ESTERO – E’ questo uno dei fiori all’occhiello del Presidente Algieri. Il suo modo di intendere la crescita delle imprese e il loro sviluppo non è solo uno slogan pubblicitario, dal carattere convincente ed accattivante. Klaus Algieri, per il suo lavoro, ha girato il mondo e continua a farlo. In ogni posto, in ogni luogo porta la sua Calabria, la sua idea di impresa. Una filosofia vincente che ha permesso alla Confcommercio cosentina di “sbarcare e sbancare” mercati che sembravano lontani. La tattica d’attrazione è stata semplice: unire la qualità dei prodotti tipici alla conoscenza delle aziende. Un binomio che s’è dimostrato vincente. Ci fa un esempio: un accordo sottoscritto tra Confcommercio Cosenza, Confcommercio Ferrara e Confagricoltura della città estense. Un protocollo per esportare fuori dai confini regionali le clementine: l’oro giallo della Sibaritide. I nostri prodotti li abbiamo portati sui mercati di Zurigo, Milano, Berlino, Bruxelles. Non solo, abbiamo pronto anche l’apertura di un nuovo mercato con l’Oriente».

 

GIA’ L’ORIENTE – Da anni, dalla Cina è in costante e continua crescita il numero di cittadini che lasciano il paese per venire a fare economia in Italia. Anche Cosenza non è da meno. Ci sono zone della città e quartieri che sembrano aver assunto le fattezze di piccole Chinatown. Klaus Algieri, dà a tale situazione una sua chiave di lettura. «Non vuole essere un’analisi “etnica”, ma solo veritiera. I negozi cinesi sono pieni perchè i prodotti in vendita costano poco. Ma il prezzo basso non è sinonimo di qualità. Non a caso – e non lo dico io – molti prodotti in vendita sono fatti con materiali pericolosi, a volte anche cancerogeni. Il problema non è una questione di commercio parallelo, ma è solo una questione di legalità. Mi appello a tutte le organizzazioni di categoria, di qualunque settore esse siano, affinchè facciano emergere questo bisogno di sicurezza e di legalità che deve essere proposto, promosso e divulgato all’esterno, interessandone per prima la Prefettura e le istituzioni. Ma auguro che questo mio appello non cada nel vuoto».

 

La chiacchierata con il numero uno di Confcommercio finisce nella stessa maniera con cui era iniziata: festosa. Ringraziamo il Presidente Algieri e il Direttore Cocciolo per l’accoglienza riservataci e ci licenziamo augurando loro buon lavoro.

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