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Carmine Pezzulli “il ragioniere” trucidato a Cosenza. Quarta assoluzione per Domenico Cicero: non fu lui il mandante

Area Urbana

L'omicidio nel 2002

Carmine Pezzulli “il ragioniere” trucidato a Cosenza. Quarta assoluzione per Domenico Cicero: non fu lui il mandante

La Corte d’Assise d’appello di Catanzaro ha assolto per la quarta volta Cicero Domenico dall’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Carmine Pezzulli avvenuto a Cosenza nel 2002

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Omicidio Pezzulli Cosenza 2022

CATANZARO – La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, Presidente Abigail Mellace a latere Francesca Garofalo, ha assolto per la quarta volta Domenico Cicero, difeso dagli avvocati Francesco Chiaia e Alessandra La Valle, dall’accusa di essere stato mandante dell’omicidio di Carmine Pezzulli avvenuto a Cosenza nel 2002. Pezzulli, detto ‘il ragioniere’, venne trucidato il 22 luglio del 2002, mentre era a bordo della propria Fiat Panda, davanti a un distributore di benzina su viale Cosmai.

I sicari entrarono in azione prima inseguendo la vittima per un breve tratto di strada e poi, quando l’automobile della vittima si fermò ad un semaforo spararono 11 colpi di pistola calibro 9. Pezzulli, che fu raggiunto in diverse parti del corpo, morì all’istante. I killer si dileguarono a bordo di una motocicletta.

L’omicidio del “Contabile” Carmine Pezzullo

L’omicidio maturò negli ambienti criminali di Cosenza. Dall’attività investigativa dell’epoca era emerso che l’assassinio di Carmine Pezzulli è da collegare alla sua appartenenza alla cosca capeggiata da Domenico Cicero, che nel 2002 si contendeva con gli altri gruppi mafiosi cittadini il controllo delle attività illecite a Cosenza. Pezzulli incassava il denaro le estorsioni, ma non lo versava nella ‘bacinella’ e avrebbe commesso l’errore di occultare 800 milioni di lire con i quali, secondo le testimonianze, avrebbe poi acquistato un terreno ed un automobile.

Accertato lo ‘sgarro’, scattò la condanna a mano armata. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate all’epoca dal PM Pierpaolo Bruni, della DDA di Catanzaro, Domenico Cicero, ritenuto il boss dell’omonimo clan, sarebbe stato il mandante dell’omicidio di Pezzulli insieme Francesco Chirillo (ritenuto presunto boss della ‘ndrangheta di Paterno Calabro) mentre Davide Aiello fu indicato dagli inquirenti quale esecutore materiale dell’omicidio.

La vicenda giudiziaria di Domenico Cicero

Domenico Cicero, che attualmente è  ristretto al 41 bis, venne condannato in primo e secondo grado nel 2014 a 30 anni di reclusione. I difensori fecero ricorsero in Cassazione e ottennero l’annullamento della condanna a causa della carenze di prove e delle contraddizioni nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia emerse nel corso dei dibattimenti. La 1^ sezione penale della Cassazione dispose la celebrazione di nuovo processo davanti ad altra composizione della Corte d’Assise di appello di Catanzaro.

Boss Domenico Cicero

Domenico Cicero attualmente al 41 bis

Il lungo iter giudiziario e la nuova assoluzione

Nel 2016, in appello, venne celebrato il nuovo processo d’appello e Domenico Cicero venne assolto. Ma la procura generale di Catanzaro fece ricorso in cassazione ed ottenne l’annullamento della assoluzione dalla 5 sezione penale che ritenne necessario che la Corte d’Assise d’appello di Catanzaro provvedesse ad un ulteriore approfondimento probatorio. Dopo l’ennesima assoluzione la Suprema Corte aveva però rinviato nuovamente tutto alla corte D’appello. Anche questa volta (la quarta) i giudici hanno accolto le tesi difensive dei due avvocati smontando l’impianto accusatorio costruito dalla Dda di Catanzaro. Dopo le repliche del PG Raffaella Sforza e delle difese, questa mattina la Corte ha emesso la sentenza assolutoria che potrebbe aver messo la parola fine al lunghissimo iter giudiziario.

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