MILANO – “Difendere Berlusconi in quegli anni per me ha significato cercare di salvare la legislatura all’epoca, e questo vale anche per le cosiddette leggi ‘ad personam’, perché in quel momento lui era l’unico personaggio pubblico che poteva reggere le sorti del Paese ed era sottoposto ad un’aggressione giudiziaria”.
Così Gaetano Pecorella, ex storico avvocato di Silvio Berlusconi ed ex parlamentare di Forza Italia e del Pdl, ricorda il Cavaliere e spiega cosa abbia voluto dire per lui assisterlo da legale nei primi processi a suo carico. Contro il fondatore di Forza Italia, racconta ancora il professore, “c’è stata una persecuzione giudiziaria, una vera aggressione giudiziaria e ciò è dimostrato dal fatto che alla fine è stato sempre assolto e che quando, poi, si è voluto farlo saltare con la sentenza Mediaset, lo si è fatto saltare, perché si poteva fare a meno di lui”.
Pecorella ha spiegato che oggi, quando ha saputo della notizia della morte, “ho pensato che quando scompare un uomo così ci si sente più soli, perché i legami personali restano e stanno aldilà dei legami politici, dei conflitti, dei dissensi, e lui era esattamente come lo si vedeva”. Come tutti “i grandi personaggi pubblici”, ha aggiunto, “come Napoleone, ad esempio, era anche un uomo, coi suoi difetti, ma se si può dire una cosa è che lui non ha mai approfittato, però, della sua posizione, aveva un potere senza confini e non ne ha approfittato”.
Uno dei ricordi che più gli è rimasto impresso, ha proseguito l’ex parlamentare, è ciò che avvenne nel corso di una deposizione “in un processo, non ricordo nemmeno quale esattamente”. Berlusconi quel giorno, ha raccontato Pecorella, “davanti al giudice disse riferendosi a me ‘perché Gaetano …’ e non mi chiamò ‘avvocato’ e questo mi è rimasto dentro come un suo segno di affetto”.
