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Piantedosi in Calabria per costruire la legalità: «la mafia è come il nazifascismo»

Calabria

Piantedosi in Calabria per costruire la legalità: «la mafia è come il nazifascismo»

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Occhiuto e Piantedosi

CROTONE – Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha partecipato stamattina a Crotone alla manifestazione nazionale di chiusura del Pon Legalità sul tema “Costruiamo legalità. Risultati, sfide e contributi per il futuro“, ospitata nell’auditorium dell’istituto ‘Pertini-Santoni’ della città di Pitagora. Il ministro, che non ha inteso rilasciare dichiarazioni, nel pomeriggio presenzierà nella Prefettura di Crotone, ad una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Franca Ferraro.

“Sono particolarmente affezionato a questo Pon legalità perché ebbi modo di gestirlo in una precedente esperienza ministeriale – ha dichiarato nel suo intervento il ministro. – Qui oggi si chiude il ciclo del Pon legalità, ed è stato molto importante farlo a Crotone. È stata una esperienza molto importante che ha visto in Calabria e anche a Crotone alcune realizzazioni importanti, alcune ancora non terminate, ma nella logica di fare interventi che inducano al recupero sia culturale che di legalità e sicurezza, partendo dalla società civile e quindi dalla capacità della pubblica amministrazione di lavorare meglio”.

Voce: «il diritto alla speranza»

“Tra i diritti, forse quello più importante e che sicuramente può essere uno dei fondamenti per costruire una società basata sulla legalità è il diritto alla speranza”. Così il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, nel suo discorso di benvenuto al ministro dell’Interno. Voce, partendo dalle parole di Paolo Borsellino – “la gente fa il tifo per noi” – pronunciate all’indomani della strage di Capaci si è chiesto: “la gente fa ancora il tifo per noi?”. “E se così non è – ha aggiunto – cosa dobbiamo fare affinché la gente faccia il tifo per noi, cioè creda nello Stato, nelle sue istituzioni? Ci sono le leggi, è vero. Ma le leggi richiedono un rapporto fiduciario che deve stabilirsi tra chi le promulga, chi le fa applicare e chi le rispetta. Le leggi stabiliscono diritti e doveri. Le leggi debbono assicurare speranza alle persone”. Il primo cittadino di Crotone ha poi lanciato l’allarme sul progetto di autonomia differenziata del governo che rischia di creare disparità tra regioni.

La speranza – ha detto – deve tramutarsi in certezza: la certezza di poter avere una adeguata istruzione, di ricevere una adeguata assistenza sanitaria e sociale, di di ricevere accoglienza, di avere un futuro. Bambini, donne, giovani, anziani che vivono o accedono nel nostro paese debbono guardare alla legge come qualcosa che è pensata e fatta per loro. La legge è uguale perché non crea disparità, non crea divisioni. Il sud paga un ritardo atavico che l’autonomia differenziata non aiuta certo a colmare. Ed è in questa disparità che la criminalità estende i suoi tentacoli”.

“Questa è una terra difficile – ha detto ancora il sindaco di Crotone – ma che è fortemente motivata, attraverso la sua gente, a scrollarsi di dosso l’etichetta di ultima della classe. La ndrangheta esiste ma è fortemente presente anche lo Stato. Attraverso le sue derivazioni ma anche attraverso la scuola e, naturalmente, i cittadini. Le tante persone perbene che vivono su questo territorio. E sono la maggioranza”.

Occhiuto: «Lo Stato deve recuperare interesse in questa parte di Italia»

“Lo Stato deve fare il suo dovere attraverso sue articolazioni per costruire opportunità che sono il presupposto della legalità”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo, a Crotone, alla manifestazione conclusiva del Pon legalità. Il governatore ha espresso “la riconoscenza della Regione al ministro per l’attenzione ai problemi della Calabria. Io governo una regione complicata. Ogni giorno combattiamo contro stereotipi costruiti dalla ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta fa schifo, ma non deve diventare alibi per gli incapaci e a chi dice che la Calabria non si può governare. Questa parte della Calabria ha bisogno di più opportunità e paga il prezzo dell’isolamento purtroppo consolidato. Affermare la presenza dello Stato significa affermare la forza contro criminalità, ma anche nella infrastrutturazione”.

Riguardo al programma per la legalità, Occhiuto ha sostenuto che “per la Calabria testimonia l’impegno congiunto da parte dello Stato, dell’Agenzia per i beni confiscati alla mafia e del Ministero dell’Interno e anche della società calabrese. Sono la dimostrazione che lo Stato è presente, prende immobili costruiti dalle cosche e li utilizza per fini sociali. Quando sono abusivi li demolisce come avverrà da qui a qualche settimana a Torre Melissa. Questo significa che lo Stato c’è. Il governo nazionale e lo Stato devono dimostrare la loro presenza non soltanto nell’attività di repressione, che pure è necessaria, ma con la presenza nelle attività per esempio di infrastrutturazione affinché il degrado, la povertà, la marginalità non costituiscono ostacoli di sviluppo”.

Al ministro è stata posta poi una domanda sulla possibilità che uno dei Centri permanenza per i rimpatri (Cpr) abbia sede a Crotone: “Abbiamo un piano che mira a realizzare almeno un Cpr in ogni regione. Stiamo verificando tutte le ipotesi che abbiamo censito di luoghi possibili, poi tireremo le somme quanto prima”.

Piantedosi:«evento a Crotone per risposta data a tragedia Cutro»

“La sicurezza è diritto di libertà e la intendiamo come prerogativa di forze ordine ed istituzioni che agiscono quando si rompono i meccanismi legali. Legalità è qualcosa di diverso e quando abbiamo pensato di cambiare il Pon sicurezza a legalità abbiamo pensato ad una affermazione di libertà che partisse dal basso”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi intervenendo a Crotone alla manifestazione conclusiva del Pon 2014-2021 svoltasi nell’auditorium dell’ Istituto Pertini -Santoni. “Abbiamo voluto farla a Crotone – ha aggiunto il ministro – per il valore simbolico della risposta di questa popolazione alla tragedia Cutro. Questo è un luogo dove colgo la tolleranza che è approccio umano che riguarda consapevolezza del problema fondato su millenni di cultura del rispetto degli uomini senza approcci ideologici. Potrei parlare così di tutta la Calabria”.

Il ministro dell’ interno nel complimentarsi con gli studenti crotonesi: “nessuna società nasce incline a respingere i temi della legalità, ma ogni società deve essere aiutata a fare emergere i valori della legalità attraverso, come è scritto nei cartelli che sono stati preparati, il rispetto del patrimonio delle persone e delle leggi”.

Piantedosi, che ha evidenziato l’importanza di aver svolto la manifestazione in una scuola, “primo baluardo di legalità”, ha paragonato la mafia al nazifascismo che “hanno in comune di vivere il rapporto tra persone non sul rispetto ma sulla violenza e prevaricazione”. Agli studenti, che lo hanno avuto come ospite in una trasmissione della web radio della scuola Radioattiva.it, il ministro dell’ interno ha detto: “io sono stato coinvolto nel passaggio da Pon sicurezza a Pon legalità. Abbiamo voluto sottolineare le esigenze di sollecitare società ad affrontare problemi da basso. Chiudere qui in una scuola non è fine a se stesso perché dobbiamo valorizzare la cultura legalità nelle scuole. La società fuori di qui, cari ragazzi siete anche voi per ciò tutto quello che vivete qui dovete proiettarlo fuori”.

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