LIMBADI (VV) – La Calabria è una terra solida, una terra prospera, a cui non mancano le risorse per affrancarsi definitivamente dai tentativi di prevaricazione della ‘ndrangheta. Il presidio che oggi inauguriamo è un appiglio in più per incoraggiare e sostenere il cammino coraggioso dei calabresi nella riappropriazione totale del proprio territorio”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, oggi a Limbadi per inaugurare la nuova caserma dei carabinieri in un bene confiscato.
“Una presenza – ha aggiunto – che darà fiducia. La darà a quanti, più consapevoli di portare in sé un tale patrimonio di cultura e genialità, resteranno qui a Limbadi per dedicare i propri sforzi e le proprie qualità per far crescere la Calabria sempre di più. Presidi come questo credo facciano sentire le persone sicure e serviranno anche a combattere lo spopolamento e a rendere attrattivi i territori dando ai giovani l’opportunità di realizzarsi anche nel luogo dove si è nati, insomma l’opportunità di restare. Modelli di responsabilità politica e sociale significano anche creare i presupposti per una società sana, dotata di necessari anticorpi per rigettare ogni forma di illegalità e di sopruso, con lo scopo di costruire un patrimonio da lasciare in eredità alle giovani generazioni”.
Piantedosi ha anche sottolineato come l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata stia vivendo “una fase di rilancio sia sul piano delle attività che su quello del potenziamento delle risorse, sia umane che strumentali. Vvoglio ringraziare la mia sottosegretaria Wanda Ferro, che ne ha la delega, oltre che la direttrice dell’Agenzia prefetto Laganà. Ricordo – ha aggiunto – che questo Governo ha fatto in modo che fosse incrementata la pianta organica con un ulteriore 100 unità di personale che contribuirà ad accelerare l’azione di destinazione dei beni confiscati che comunque ha già fatto registrare risultati straordinari rispetto al periodo precedente con un incremento delle destinazioni del 190% in generale solo qui in Calabria del 160% circa, nel complesso solo in Calabria sono 3.704 i beni confiscati e destinati e di questi 3.031 trasferiti al patrimonio degli enti territoriali”. “Sono numeri significativi – ha concluso Piantedosi – che danno conto di una restituzione di ricchezza alla collettività, di un investimento importante a beneficio dell’interesse generale”.
Occhiuto: “ndrangheta investe altrove ma in Calabria lo stigma”
“La ‘ndrangheta ha fatto un danno straordinario a questa regione. Ora investe soprattutto fuori dalla Calabria, in Lombardia, in Veneto, in Germania. Però a noi poi resta lo stigma della regione dove la ‘ndrangheta ha le proprie radici. La Calabria non è solo questo”. A dirlo il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto nel corso della cerimonia di inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri di Limbadi svoltasi alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del comandante generale dell’Arma Salvatore Luongo, della sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, della presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo e il sindaco Pantaleone Mercuri.
“La Calabria – ha aggiunto Occhiuto – è fatta di imprenditori come Callipo, come quelli che producono l’Amaro del Capo, è fatta di eccellenze come le università che si segnalano come le prime in Italia. Però, purtroppo, è fatta anche di una ‘ndrangheta ancora molto pervasiva. Ha creato un danno culturale perché ha abituato a pensare che la ‘ndrangheta fosse più forte dello Stato. Oggi lo Stato qui dimostra di essere più presente e più forte della ‘ndrangheta. Grazie anche al supporto del ministro Piantedosi abbiamo deciso di investire 44 milioni di euro per l’utilizzo a fini sociali e per l’utilizzo ai fini di presidi della legalità dei beni confiscati. Abbiamo stipulato un protocollo, anche grazie all’intelligente azione di supporto della sottosegretaria Ferro, e questo protocollo ha consentito di dimostrare ai calabresi ma soprattutto alla ‘ndrangheta che quello che la ‘ndrangheta costruisce lo Stato prende e lo mette a disposizione dei calabresi per fini sociali o per garantire legalità”.
“Vorrei rivolgere un ringraziamento – ha detto il governatore – alle persone più importanti che oggi sono qui in questo bellissimo anfiteatro: ai ragazzi, agli studenti che hanno colorato con i colori dell’Italia questi spalti e che sono qui a festeggiare questa bella giornata. Oggi è una festa della comunità di Limbadi e sono felice che questi giovani siano qui, a dimostrare che la Calabria può vincere rispetto alla ‘ndrangheta se trova la forza di educare i più giovani ad avere un rapporto diverso verso i poteri criminali. A cominciare dal pensare che la ‘ndrangheta non è fatta di persone d’onore. La ‘ndrangheta è fatta di persone senza onore, di persone che hanno disonorato molta parte della Calabria, hanno attaccato questo stigma alla nostra regione. Quindi siate orgogliosi di come siete, della vostra gioia oggi ad essere qui. Siate orgogliosi perché voi potete costruire davvero il futuro di una regione bellissima, straordinaria, che purtroppo non si è sviluppata come poteva per i poteri criminali, perché c’è stata una miopia anche degli uomini della Istituzioni e da parte dei governi nazionali che hanno pensato che siccome in Calabria c’era la ‘ndrangheta nulla si poteva fare”. “La ‘ndrangheta – ha concluso Occhiuto – non deve diventare un’alibi. La Calabria è una regione che ha tantissime risorse, a cominciare dai suoi giovani più straordinari”.
Cannizzaro: “La Calabria di oggi si sintetizza nella parola riscatto”
“La Calabria di oggi è sintetizzabile, a mio avviso, in questa semplice parola: riscatto. Riscatto da un passato non certo impeccabile e da luoghi comuni che ci hanno accompagnato per tanto, troppo tempo. La Calabria ormai è altro, lo sta dimostrando ogni giorno e già da alcuni anni. Lo dimostra tramite i suoi cittadini, tramite la classe dirigente e politica che esprime, tramite le istituzioni tutte, anche quelle militari. E azioni concrete come quella di questo pomeriggio servono proprio a far capire a tutti, soprattutto al di fuori dei confini della nostra regione, che qui la musica è cambiata. La Squadra Stato è forte e coesa contro il malaffare che tarpa le ali ad una terra che ha tutte le carte in regola per spiccare il volo.” Lo ha detto Francesco Cannizzaro, deputato e segretario regionale di Forza Italia, presente a Limbadi all’inaugurazione della nuova stazione dei Carabinieri.
“Al di là dell’assenza all’ultimo istante del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, assenza più che giustificata da un problema che richiede l’attenzione massima del Governo italiano e dell’Europa – ha aggiunto Cannizzaro – la presenza del Ministro Piantedosi e di tutte le alte personalità del panorama istituzionale nazionale non hanno soltanto impreziosito la cerimonia, ma anche e soprattutto dato un segnale forte e concreto da parte dello Stato sul territorio, che rinnova l’impegno al fianco delle istituzioni locali e delle comunità del posto. La tutela della legalità è il primo baluardo per l’equità sociale e per il pieno sviluppo di una società che si dica civile e moderna.
E, in tal senso, sono molto felice per la partecipazione corposa dei cittadini del posto alla cerimonia. Oggi abbiamo assistito ad un momento altamente simbolico ma al contempo anche molto concreto: dare nuova vita ad un immobile confiscato ad una delle famiglie di ‘ndrangheta più in vista a livello internazionale, rendendolo per di più un edificio dello Stato, è uno schiaffo fisico e morale al crimine. Adesso, affidato all’Arma dei Carabinieri, è diventato un presidio di legalità e sicurezza, a vantaggio della comunità tutta e non di pochi, simbolo di una vittoria contro il sopruso mafioso. Quella della ridestinazione a fini sociali ed istituzionali dei beni confiscati alle mafie è una delle priorità del Governo di centrodestra ed una strategia d’azione che contraddistingue il Governo della regione targato Roberto Occhiuto. Personalmente, la ritengo una delle armi più efficaci per esorcizzare, una volta per tutte, la nostra splendida Calabria dal demone della ‘ndrangheta”.
