Tirreno
Praia a Mare: interviene per un caso di violenza domestica, aggredito e ferito un carabiniere
PRAIA A MARE (CS) – Un uomo è stato arrestato dai carabinieri con le accuse di maltrattamenti in famiglia, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. A intervenire sono stati i militari di Scalea, supportati da un equipaggio della Stazione di Orsomarso. Secondo quanto ricostruito, l’uomo – in evidente stato di alterazione psicofisica – ha dato in escandescenze all’arrivo delle forze dell’ordine, chiamate a seguito di una segnalazione per violenza domestica ma la situazione è precipitata quando la moglie, accompagnata dai figli, ha deciso di recarsi in caserma per sporgere denuncia.
A quel punto, il marito ha perso il controllo, colpendo a mani nude l’auto dei carabinieri nel tentativo di impedirne la partenza. I militari hanno provato a bloccarlo, ma l’uomo ha opposto una violenta resistenza , dando vita a una colluttazione. Durante le fasi concitate dell’intervento, un carabiniere della stazione di Orsomarso è rimasto ferito e ha dovuto fare ricorso alle cure mediche presso il pronto soccorso. I sanitari gli hanno riscontrato lesioni con una prognosi di 30 giorni. L’aggressore è stato arrestato e condotto in caserma per le formalità di rito.
Cardamone (UNARMA ) “è il prezzo dell’abbandono da parte della politica”
Antonio Cardamone, Segretario Provinciale Aggiunto di Cosenza di UNARMA, dichiara:
“Ancora una volta ci troviamo a commentare un episodio che non dovrebbe mai accadere. Trenta giorni di prognosi non sono una semplice cifra, ma un grido d’allarme: è il prezzo dell’abbandono da parte della politica, che continua a riempirsi la bocca di parole vuote e a lasciare i carabinieri in prima linea senza protezione”.
“È inaccettabile che lo Stato pretenda eroismo quotidiano e, in cambio, offra soltanto indifferenza. Non bastano le medaglie o le celebrazioni di facciata: i nostri colleghi hanno bisogno di regole di ingaggio chiare, di strumenti adeguati e di una cornice normativa che impedisca di trasformarli in vittime. La politica deve assumersi le proprie responsabilità, perché ogni volta che un carabiniere cade, a cadere è lo Stato stesso”.
“Il collega ferito rappresenta tutti noi. Rientrare a casa con 30 giorni di prognosi, e forse non basteranno, significa lasciare una famiglia nell’angoscia, significa portare addosso i segni di un sistema che non tutela. Noi non vediamo altro che eroi, ma a forza di abbandonarli, il rischio è che presto non ne rimarranno più”. “Alla catena gerarchica dell’Arma – conclude – chiediamo di alzare la voce davanti al Governo, davanti a chi continua a ignorare le reali esigenze dei carabinieri. Perché i nostri sacrifici non meritano silenzi, ma difese di sostanza.”



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