Odissea per i passeggeri a bordo di un treno delle 19.35 proveniente da Paola e diretto a Cosenza. Il racconto di una viaggiatrice
COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una viaggiatrice, che ha vissuto insieme ad altri utenti momento di disagio e paura sul treno delle 19.35 proveniente da Paola e diretto a Cosenza, domenica con arrivo previsto intorno alle 20.00 in una giornata in cui il convoglio è pieno, visto il rientro dal mare di tanti bagnanti, ma anche anziani, neonati, disabili, una persona ipovedente, donne incinte. “Tutto è iniziato quando ad un tratto nella galleria Santomarco, un cavo presumibilmente dell’alta tensione si è staccato mandando in frantumi il vetro della cabina del conducente. Nonostante la pericolosità del momento, il macchinista è stato bravo a mantenere la calma e a portare il treno fuori dalla galleria dove ha arrestato la sua corsa verso le 19.50”.
“Da quel momento – racconta una donna che era sul treno – nessuna notizia. Siamo rimasti fermi immediatamente dopo la galleria, sigillati all’interno, senza aria e senza la possibilità di aprire i finestrini. Con le porte bloccate e ai lati dei binari il nulla. Abbiamo chiamato 112, 113, 118, 115… ma la risposta è stata dovevamo stare tranquilli perchè ci trovavamo a 5 minuti di distanza da Castiglione ed il treno di soccorso stava arrivando”.
Tutto questo a 5 minuti da Castiglione e a 10 minuti da Pola, ma quel treno è arrivato dopo alcune ore. Tensione alta nei vagoni dove alcuni ragazzi hanno iniziato a litigare e “la mia neonata è diventata nera dai pianti, vomitava mentre altre donne, in gravidanza, non si sono sentite bene. Avevo anche pensato – racconta la viaggiatrice – di rompere il vetro con il martelletto ma il capotreno mi ha fermata portandomi con la bimba nella cabina con l’unico finestrino. Solo in ultimo un gentile signore della protezione civile mi ha detto che stavano arrivando, e per fortuna il treno in soccorso è arrivato, e con non poche manovre, ci ha agganciati e spinti fino alla stazione dove siamo arrivati alle 22.30. Lì ad attenderci non c’era nessuno. Preme però ringraziare – conclude la viaggiatrice il capotreno che con la sua professionalità ha evitato che la lite tra i ragazzi degenerasse, ha impedito l’apertura delle porte che sarebbe stata pericolosissima dando persino la sua acqua ai passeggeri e distraendo mia figlia che stava soffocando per l’assenza di aria”.