Se questo è mare… sul Tirreno cosentino i problemi della “solita” mala depurazione
Incontro alla Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina con i sindaci di Paola e Fuscaldo, i direttori tecnici delle società di gestione e manutenzione degli impianti di depurazione e il direttore del Dipartimento Arpacal di Cosenza. Al centro dell’incontro il mare sporco in diversi tratti del Tirreno cosentino e dovuto al cattivo funzionamento dei depuratori in particolare quello di Fuscaldo
Per provare ad arginare la situazione nei locali della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, si è tenuto un incontro con i sindaci dei Comuni di Paola Perrotta e Fuscaldo Ramundo, con i direttori tecnici delle società di gestione e manutenzione dei relativi impianti di depurazione, oltre che al Direttore del Dipartimento Arpacal di Cosenza. All’incontro ha partecipato l’ammiraglio Caligiore, Capo del Reparto Ambientale Marino della Guardia Costiera, su espressa delega del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il Comandante della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, Capitano di Fregata Giuseppe Spera; ed il comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro, Tenente di Vascello Antonino Saladino. Un’incontro volto ad approfondire le dinamiche che hanno causato l’inquinamento marino lungo il tratto di costa a Sud della provincia di Cosenza ha avuto un esito molto soddisfacente – si legge nel comunicato – perché è servito a delineare possibili interventi di natura tecnica che evitino il ripetersi di simili fenomeni che hanno provocato negative ripercussioni anche sul turismo”.
“La questione di questi ultimi giorni è da ricercarsi nella massiccia presenza di non residenti che ha provocato un eccesso di liquami collettati nell’impianto di Fuscaldo collegato anche al malfunzionamento di una parte dell’impianto stesso. Risalta il fatto che su trentasei Comuni rivieraschi insistenti sul litorale del Compartimento Marittimo di Vibo Valentia Marina emergono disomogeneità dei sistemi di depurazione che potrebbero essere armonizzate in modo da poter avere una depurazione dei reflui collettati quanto più rispondente ai parametri dell’attuale quadro normativo. L’impegno assunto dai partecipanti alla riunione è stato quello di voler continuare a monitorare le acque di scarico anche nei mesi invernali quando sono più frequenti i fenomeni torrentizi legati alle piogge stagionali. Emerge nel contempo che l’intera Regione risulta, all’attualità, sprovvista di centri per la raccolta ed il trattamento dei fanghi prodotti dal ciclo stesso di depurazione”.