Caso Bergamini, Isabella Internò dopo oltre 30 anni va a processo

La decisione al termine della terza e ultima udienza preliminare stamattina, nel Palazzo di Giustizia di Castrovillari, per la morte di Denis Bergamini. La prima udienza è fissata per il 25 ottobre a Cosenza

CASTROVILLARI (CS) – Dopo oltre 3 ore di udienza preliminare e quasi due ore di camera di consiglio, il Gup del Tribunale di Castrovillari Lelio Festa, ha rinviato a giudizio Isabella Internò, 52 anni, ex fidanzata del calciatore del Cosenza, Donato Bergamini, trovato senza vita il 18 novembre del 1989 sulla statale 106 jonica, a Roseto Capo Spulico. Nella precedente udienza del 17 settembre, la Procura aveva ribadito la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti della Internò, sospettata di essere responsabile, in concorso, dell’omicidio di Denis. Dopo soli due giorni da quello che sarebbe stato il 59° compleanno di Bergamini, oggi intorno alle 14.30 è arrivata la decisione: Isabella Internò va a processo e la prima udienza è fissata per il 25 ottobre prossimo in Corte d’Assise a Cosenza. 

Anche all’udienza di questa mattina la Internò non si è presentata ma è stata rappresentata dai suoi legali che avevano chiesto il non luogo a procedere, mentre ancora una volta era presente l’avv. Fabio Anselmo per rappresentare la famiglia Bergamini. Intorno alle 10 è iniziata l’udienza con l’arringa dell’avvocato Angelo Pugliese, difensore dell’ex fidanzata del calciatore rossoblu. Al termine di una lunga mattinata l’attesa decisione dopo oltre 30 anni dalla morte di Denis: per il Gip sussistono gli elementi per processare Isabella Internò con l’accusa di omicidio volontario.

La Internò, all’epoca diciannovenne, avrebbe – secondo il Pm Luca Primicerio – deciso di punire l’ex fidanzato  per aver interrotto il loro rapporto attirandolo in una trappola e dopo averlo narcotizzato e soffocato, il suo corpo sarebbe stato posizionato sulla Statale 106 per simulare il suicidio. Le accuse contro la donna sono di concorso in omicidio, aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili. Per l’accusa infatti, «in concorso con altre persone rimaste ignote» avrebbe narcotizzato e «asfissiato meccanicamente con uno strumento soft» Denis e poi «adagiato il suo corpo, già morto, sulla statale allo scopo di farlo investire da uno dei mezzi in transito».

L’avvocato Anselmo a Donata: “Ce l’abbiamo fatta”

Dopo le due precedenti archiviazioni arriva dunque il rinvio a giudizio per l’unica indagata che adesso è imputata. L’avvocato Fabio Anselmo all’uscita dall’aula non nasconde la sua soddisfazione: «Si scrive un nuovo capitolo di Giustizia. Il primo pensiero è che qui oggi non c’è Donata Bergamini ed è un dispiacere perchè questo è un momento fondamentale, di grande soddisfazione professionale. E’ un processo di “donne” – sottolinea l’avvocato Anselmo – perchè donna è l’imputata, donna è anche la vittima di questa terribile vicenda che lotta da 32 anni, e donne sono le mie due collaboratrici, l’avv. Alessandra Pisa e l’avv. Silvia Galeone che hanno preso a cuore la vicenda e hanno saputo trovare tutti gli elementi per portare finalmente a Donata questa notizia ovvero che Isabella Internò verrà processata per omicidio volontario pluriaggravato. Il giudice ha accolto tutte le nostre tesi, sulle intercettazioni, i verbali degli interrogatori… Donata mi rivolgo a te: ce l’abbiamo fatta!».

«E’ servita tanta determinazione – ha sottolineato Anselmo – e credere nella Giustizia seppur incredibilmente lenta, troppo. Dopo 32 anni dobbiamo solo ringraziare il procuratore Eugenio Facciolla che fece sue le nostre tesi e credette in questa inchiesta e il dottor Primicerio, che ha fatto un lavoro immane. Senza questi due ultimi uomini e grazie a Donata Bergamini, non saremmo andati da nessuna parte. Nel processo finalmente avremo la possibilità di far entrare in un’aula giudiziaria la verità e oggi non è stata condannata Isabella Interno ma abbiamo ottenuto un processo che sembrava proprio non si volesse fare».

«Sono stato accusato di fare processi mediatici ma ritengo che l’attenzione dei media serva e ci sono io perchè Donata e i figli non ci sono e io li rappresento. I media sono importanti nel momento in cui si tenta di rappresentare una verità palesemente falsa e surreale ossia il corpo di Denis investito da un camion è stato trascinato per 60 metri, ma non ha nessuna lesione e solo metà torace ha segni di sfondamento di una sola ruota del camion e nient’altro. Quel corpo ha parlato”.

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