Laino Borgo, martedì sarà finalmente rimpatriata la salma di Armel Dembrè

Superati i tanti ostacoli burocratici, la salma dell'operaio deceduto il 16 giugno nella centrale della Mercure, partirà martedì con un volo da Roma
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LAINO BORGO (CS) – A quasi tre mesi dalla tragedia, e dopo aver superato un’infinità di problematiche di natura burocratica, potrà fare ritorno nel “suo” Burkina Faso Armel Dabrè, l’appena ventottenne operaio residente da tanti anni e conosciutissimo a Mesagne, in provincia di Brindisi, rimasto vittima dell’ennesimo incidente sul lavoro, occorso giovedì 16 giugno 2022, alle 11.15 circa, alla centrale della Mercure Srl, del gruppo Sorgenia Bioenergie, a Laino Borgo, nel cosentino, al confine con la Basilicata.

La salma, dapprima ricomposta nell’obitorio del presidio ospedaliero di Corigliano Rossano e successivamente trasferita, dopo il nulla osta dell’autorità giudiziaria, in quello del cimitero di Laino Borgo in attesa di poter procedere con il rimpatrio, nella tarda serata di martedì 6 settembre sarà imbarcata dall’aeroporto di Fiumicino su un volo diretto nella terra d’origine del giovane, dove la accoglieranno la mamma e i sei tra fratelli e sorelle che vivono a Lengha, nel sud est del Paese, oltre all’altro fratello, Fabrice, che risiede in Italia, ad Afragola, in Campania: tutti rivoltisi a Studio3A-Valore S.p.A. per essere assistiti.

Armel, “Carmelo” come lo chiamavano tutti a Mesagne, dov’era arrivato ancora minorenne, a metà degli anni Duemila, in fuga dalla fame, dalle guerre e dalle violenze che tormentavano (e tormentano tuttora) lo Stato africano, nell’accogliente cittadina pugliese era diventato un modello di integrazione, era stato inizialmente ospitato dalla coop sociale Oasi e seguito dai suoi educatori, aveva appreso il lavoro di metalmeccanico e si era fatto ben volere da tutti, a tal punto che alla notizia del dramma gli ha dedicato un commosso pensiero anche il sindaco e presidente della Provincia di Brindisi Antonio Matarrelli.

In questo modo aveva trovato impiego e lavorava con regolare contratto non a termine ma a tempo indeterminato per conto di un’impresa del Brindisino, la Cmv srl di San Pietro Vernotico, specializzata nelle costruzioni di carpenteria metallica e del montaggio e manutenzione degli impianti, e si trovava al momento distaccato presso l’impresa Speranza Michele srl di Corigliano Rossano impegnata appunto in un intervento di manutenzione della centrale Enel del Mercure a biomasse, in contrada Pianette.

Per cause che dovranno essere chiarite dall’inchiesta della magistratura, Dabrè, durante le operazioni di manutenzione di un nastro trasportatore a doppia catena in cassone chiuso posto a circa 20 metri da terra, e che convogliava il cippato di legno al piano più alto, è caduto dentro, finendo nel fondo del cassone, ed è rimasto incastrato e schiacciato all’interno del macchinario: una fine orrenda. I soccorritori non hanno potuto fare altro che liberare, non senza fatica, ed estrarre il suo corpo martoriato e constatarne il decesso: sul posto sono accorsi i sanitari del 118 in ambulanza, i vigili del fuoco di Potenza, i carabinieri di Laino Borgo e gli ispettori dello Spisal dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.

Il Pubblico Ministero della Procura di Castrovillari dott. Luca Primicerio ha aperto un procedimento penale, le indagini preliminari sono in corso, e avrebbe iscritto nel registro degli indagati, anche come atto dovuto, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in concorso con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche, i responsabili di tutte le società titolari o a vario titolo collegate e coinvolte nelle operazioni di manutenzione dell’impianto a biomasse.

La mamma e tutti i fratelli della vittima, attraverso il consulente legale dott. Giuseppe Cilidonio, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già richiesto e acquisito tutta la documentazione sin qui disponibile per sottoporla ai propri esperti, tra cui il verbale di intervento dei vigili dei fuoco, che ha già avviato le procedure risarcitorie e che, in collaborazione con l’avvocato del foro di Catanzaro Antonio Natali, profonderà ogni sforzo perché vengano accertate la dinamica e tutte le responsabilità di questa tragica morte bianca e venga resa giustizia ad Armel e ai suoi cari. Che per il momento, quanto meno, potranno finalmente dargli una degna sepoltura.

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